OpenAI ha ufficialmente richiesto all’amministrazione Trump un’estensione del credito d’imposta previsto dal Chips Act, proponendo di includere infrastrutture essenziali per lo sviluppo dell’AI, come data center, server specializzati e componenti critici della rete elettrica.
In una lettera inviata al direttore dell’Ufficio della Scienza e Tecnologia della Casa Bianca, Michael Kratsios, Chris Lehane (Chief Global Affairs Officer di OpenAI) suggerisce che estendere il credito fiscale del 35% a questi ambiti ridurrebbe i costi del capitale, mitigando i rischi degli investimenti iniziali e incentivando la partecipazione del capitale privato nella costruzione di infrastrutture AI statunitensi.
OpenAI ha già annunciato un piano di spesa di 1,4 trilioni di dollari in data center e chip, suscitando preoccupazioni su come verranno finanziati progetti di questa portata. Sebbene alcune dichiarazioni del CFO Sarah Friar abbiano lasciato intendere una richiesta di supporto diretto dal governo, OpenAI ha successivamente chiarito di non cercare alcun ‘bailout’. Il governo, da parte sua, ha rifiutato l’ipotesi di garanzie pubbliche per il settore AI.
Oltre al credito d’imposta, la lettera propone anche sovvenzioni dirette, accordi di condivisione dei costi, prestiti e garanzie statali per rafforzare la produzione di materiali chiave e ridurre i tempi di approvvigionamento per elementi strategici come trasformatori e acciaio elettrico. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la catena di fornitura interna degli Stati Uniti, contrastando la distorsione del mercato causata da interventi statali di paesi come la Cina.
OpenAI auspica che tali misure facilitino l’acquisto in larga scala di chip prodotti negli USA, garantendo un vantaggio industriale e occupazionale per il Paese.
L’iniziativa si allinea con l’obiettivo dell’amministrazione di rimodellare il Chips Act, già oggetto di modifiche nel 2025, e punta a posizionare gli Stati Uniti come leader strategico nella corsa globale all’AI.
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Elon Musk afferma che Tesla ha bisogno di una ‘gigantesca fabbrica di chip’ per soddisfare le esigenze di AI e robotica
Durante l’assemblea annuale degli azionisti Tesla, Elon Musk ha dichiarato che l’azienda dovrà probabilmente costruire una fabbrica di semiconduttori su scala monumentale per rispondere alle crescenti esigenze legate ai progetti in AI e robotica.
Attualmente Tesla si affida a produttori esterni come TSMC e Samsung per la realizzazione dei propri chip progettati internamente, ma Musk ha evidenziato come le proiezioni più ottimistiche di fornitura non siano comunque sufficienti a soddisfare le necessità future.
L’ipotesi sul tavolo è la costruzione di una “Tesla Terra Fab”, capace inizialmente di produrre 100.000 wafer al mese, con l’obiettivo di raggiungere 1 milione nel lungo termine, avvicinandosi alle capacità produttive di TSMC, che nel 2024 ha toccato 1,42 milioni di wafer al mese.
Tesla ha già maturato esperienza nella progettazione di chip per la guida autonoma, e sta esternalizzando la produzione del suo nuovo chip “AI5”, ottimizzato per i software proprietari di intelligenza artificiale.
Oltre alla fabbrica di chip, Musk ha anche annunciato il debutto del Cybercab, veicolo elettrico autonomo privo di comandi fisici, previsto per aprile.
Le affermazioni del CEO rafforzano la direzione strategica di Tesla verso una profonda integrazione dell’AI e della robotica, settori che Musk considera chiave per un’espansione esponenziale dell’economia globale.
Il messaggio è chiaro: per Tesla, il futuro non si gioca solo sull’auto elettrica, ma sull’infrastruttura tecnologica in grado di alimentare sistemi intelligenti su larga scala.
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