i numeri

Chi lavora in smart working risparmia 530 kg di CO2

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Il 35% di chi ha un lavoro ha la possibilità di farlo da remoto, anche in modalità ibrida, ovvero recandosi in ufficio solo alcuni giorni della settimana, e il 21% di questi ultimi dichiara di avere ridotto in modo rilevante l’uso della propria auto, a favore delle due ruote e dei mezzi pubblici.

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Il 21% dei lavoratori da remoto ha ridotto sensibilmente l’uso dell’auto privata

Chi lavora in smart working risparmia in un anno circa 520 ore di spostamenti e 600 euro di costi e allo stesso tempo riduce di 530 kg il proprio impatto in termini di emissioni di CO2, soprattutto perché evita di guidare per 4.300 chilometri in auto per percorrere la distanza tra la casa e l’ufficio (e viceversa). È uno dei dati più interessanti della seconda edizione dell’Osservatorio “Smart Mobility” di Banca Ifis, che analizza le tendenze della mobilità nelle tre principali città italiane: Roma, Milano e Napoli.

Lavora in smart working il 35% di chi ha un impiego

Nelle tre città esaminate il 35% di chi ha un lavoro ha la possibilità di farlo da remoto, anche in modalità ibrida, ovvero recandosi in ufficio solo alcuni giorni della settimana, e il 21% di questi ultimi dichiara di avere ridotto in modo rilevante l’uso della propria auto in seguito all’attivazione dello smart working.

Coloro che si recano in ufficio, comunque, lo fanno nella maggior parte dei casi (il 40%) con auto o moto privata piuttosto che utilizzare i mezzi pubblici.

Si tratta di un dato che, però, non è cambiato nell’ultimo anno nonostante l’aumento del prezzo dei carburanti. Questo, secondo l’Osservatorio di Banca Ifis, ha convinto il 23% dei milanesi, dei romani e dei napoletani a ridurre l’uso del mezzo privato, ma solo parzialmente, eliminando alcuni spostamenti. Un altro 35%, invece, afferma di usare l’automobile solo per lo stretto necessario.

Lavorare da remoto favorisce anche l’uso della bicicletta

C’è un altro effetto interessante della diffusione dello smart working. Chi lavora da casa, infatti, tende ad utilizzare più di quanto facesse prima i mezzi ecologici per muoversi in città o nei dintorni. Tra coloro che, proprio grazie al lavoro da remoto, hanno diminuito il ricorso alle quattro ruote ben l’84% ha invece incrementato l’utilizzo della bicicletta e il 72% cammina di più e, in generale, privilegia la mobilità lenta.

La bicicletta, nello specifico, è il mezzo prescelto dal 19% dei cittadini delle tre città esaminate, con un picco del 29% a Milano e nel suo hinterland. Se nel giro di un anno il favore per questa modalità di spostamento non è cresciuto (era quella privilegiata dal 19% degli abitanti anche nel 2021), è però aumentato il suo utilizzo da parte di chi già ne faceva uso. Per esempio: a Napoli il 52% dei ciclisti afferma di avere intensificato la frequenza con cui l’adopera. A Roma questa percentuale è del 47%.

Cresce l’uso delle due ruote proprio dove sono meno popolari

Si tratta di dati significativi perché proprio nella Capitale e nel capoluogo campano scelgono le due ruote come principale strumento di mobilità rispettivamente solo l’11% e il 13% degli abitanti, meno della media italiana. Anche a Milano, ove l’incidenza degli utilizzatori sale al 29%, c’è una quota, del 30%, di quanti le usano di più, a fronte di un 10% che invece ne avrebbe ridotto l’uso.

Dati del 2022
Fonte: Banca Ifis