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ChatGpt, il motore di ricerca basato su IA che preoccupa Google

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Come funziona il fenomeno tecnologico del momento? Vantaggi e limiti del "motore di ricerca" basato sull'intelligenza artificiale. Ma indica un trend.

È il fenomeno tecnologico del momento. ChatGpt è il “motore di ricerca” basato sull’intelligenza artificiale (IA) che fornisce, a mo’ di chat, una risposta, una sola, alla richiesta degli utenti: sono già 1 milione dal 30 novembre, quando è stato lanciato OpenAI, una fondazione che si occupa di IA creata nel 2015 da investitori della Silicon Valley tra cui Elon Musk, che non ne fa più parte.

Per fare un confronto, ChatGpt è l’evoluzione di Alexa e Siri.

Perché ChatGpt inizia a preoccupare Google? 

A differenza di Big G, che alle nostre richieste risponde con una serie di pagine web in cui sono indicizzati i risultati in base alla pertinenza, ChatGpt fornisce una sola risposta. Certo non sempre corretta. Ma questa è un altro capitolo di questa nuova storia.

È l’idea che muove ChatGpt a preoccupare Google, perché in futuro, noi che vogliamo anche sul web “tutto e subito” potremmo preferire questo nuovo motore di ricerca, perché in grado di fornisce con un’unica risposta quello che cerchiamo.

Al momento, a Google questo tipo di ricerca non fa comodo, perché andrebbe a minare il suo core business: infilare tra i risultati indicizzati contenuti sponsorizzati. Secondo Bloomberg, circa l’81% dei 257,6 miliardi di dollari di entrate di Alphabet nel 2021 proveniva dalla pubblicità, in gran parte dagli annunci pay-per-clic su Google.

ChatGpt ha rilasciato interviste, scritto codici di programmazione informatica, composto brani per pianoforte, ha fatto battute, creato videogiochi semplici, diagnosticato malattie a partire da una serie di sintomi

ChatGpt è quindi un software di intelligenza artificiale progettato per fornire informazioni, rispondere a domande, compiti, quesiti, attraverso una chat, addestrato su un enorme campione di testi prelevato da Internet. E proprio grazie alla sua rapida diffusione, ChatGpt si alimenterà sempre di più di contenuti grazie a tutti gli utenti che da pochi giorni hanno iniziato, sostanzialmente, a testare la versione “beta”. 

Il sistema è “una prima dimostrazione di ciò che è possibile”, spiega Sam Altman, Ceo di OpenAI. “Presto si potranno avere assistenti che parlano, rispondono alle domande e danno consigli. Poi potrebbero svolgere compiti per te e anche fare nuove conoscenze“. ChatGpt ha rilasciato interviste, scritto codici di programmazione informatica, composto brani per pianoforte, ha fatto battute, creato videogiochi semplici, diagnosticato malattie a partire da una serie di sintomi. Inoltre ricorda i messaggi scambiati in precedenza con il singolo utente e riesce a rispondere bene anche quando si tenta di metterlo in difficoltà, come in questo caso in cui un utente ha chiesto “Raccontami di quando Cristoforo Colombo è arrivato negli Stati Uniti nel 2015”?

Tuttavia il software non è scevro da difetti, come accennavamo. Ad esempio, ha un database aggiornato fino al 2021, caratteristica che lo rende inadatto a dare risposte di attualità stringente. E ha dato anche risposte con errori. Circostanza che ha portato Stack Overflow, il sito più usato da programmatori, a metterlo al bando seppure temporaneamente. “Il problema principale – scrivono i gestori del sito – è che le risposte prodotte da ChatGPT hanno un’elevata percentuale di errori e inoltre sono facili da generare”. Come ammette la stessa società che lo ha creato, il chatbot può anche dare risposte completamente sbagliate e presentare la disinformazione come un fatto, scrivendo “risposte plausibili ma errate o prive di senso”. OpenAI afferma che risolvere questo problema è difficile perché anche l’addestramento supervisionato può essere fuorviante “perché la risposta ideale dipende da ciò che sa il modello, piuttosto che da ciò che sa il dimostratore umano”. Insomma, ChatGPT ha bisogno di un perfezionamento, ecco perché è stato aperto al test degli utenti.

E quando sarà in grado di fornire risposte più accurate alle ricerche degli utenti? Il trend è, comunque, tracciato.

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