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Chat Control: chi controllerà le nostre chat? L’esperto De Fusco : “costi tecnici troppo alti”. Pedullà (Eurodeputato M5S): “deriva illiberale”.

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Vergogna, vergogna, vergogna” reagisce così l’Europarlamentare Gaetano Pedullà, del blocco M5S, alla notizia dell’astensione italiana sul chat control. 

Sono in molti a non approvare la decisione, presa ieri, dai Ministri europei sul provvedimento che, ai fini della lotta alla pedopornografia, prevede l’introduzione di un meccanismo di sorveglianza sulle nostre chat. Sebbene la “versione danese” della proposta di Regolamento provi a mitigarne gli aspetti più controversi legati alla privacy, lo spettro di una deriva illiberale della misura continua a far discutere. 

Il processo trilaterale (il famoso trilogo) partirà nel 2026. Intanto si parla di “controllo massivo”, una sorta di Grande Fratello europeo, ma dov’è la verità? Le ali del Parlamento Europeo (Destra e Sinistra) hanno già aperto le ostilità con dichiarazioni discordanti.

Chat control, per Pedullà “deriva illeberale”

La posizione dell’Onorevole Pedullà sul CSAR (Child Sexual Abuse Regulation) è chiara. Intervistato da Key4Biz, dopo aver paragonato il Governo Meloni a Ponzio Pilato per via dell’astensione dal voto, ha commentato senza mezzi termini: 

Dietro l’obbligatorietà della riduzione del rischio si nasconde una trappola, il tentativo di alcuni governi di mettere le mani e gli occhi nelle conversazioni private dei cittadini. Non a caso l’Ungheria di Orban è uno dei primi sostenitori di questo provvedimento sulla chat control. Se vogliamo evitare una deriva illiberale dell’UE i negoziatori del Parlamento europeo devono rigettare questo compromesso della Presidenza danese nel momento in cui inizieranno i triloghi con il Consiglio. É arrivato il momento di difendere la nostra democrazia perché qualcuno vuole utilizzare l’intelligenza artificiale per controllare i cittadini”.

Le modifiche danesi

In pratica, il nuovo pacchetto normativo prevede l’estensione della scansione a testi e metadati da strumenti di intelligenza artificiale. Tuttavia, nel nuovo quadro legislativo viene alleggerita la formula originaria proposta dal Parlamento nel 2022, mediante la rimozione (almeno formalmente) dell’obbligatorietà di intervento per i gestori di servizi di messaggistica. Una scelta mossa proprio dalla volontà di far uscire da uno stallo inaccettabile – durato anni – una legge necessaria a combattere gli abusi sui minori. Un consenso che, però, ha anche generato clamore, e che non ha coinvolto l’Italia. 

L’attrito nasce fondamentalmente da due elementi: 

Per fare maggiore chiarezza sulla questione, abbiamo chiesto anche al dott. Flaviano De Fusco, consulente internazionale esperto di cybersecurity e di intelligenza artificiale.

La Child Sexual Abuse Regulation (ChatControl) è stata oggetto di discussione fin dal 2022. Il compromesso proposto dalla Danimarca toglie l’obbligatorietà di scansione delle chat da parte delle autorità ed in particolare, la scansione dei messaggi crittografati. Piattaforme come Messenger o Instagram, in partica, verrebbero autorizzate a scansionare i messaggi per proprio conto (cosa che già potrebbero fare, dietro autorizzazione o non-rifiuto degli utenti) ed a segnalare spunti di indagine alle Autorità” sottolinea l’esperto.

Il nodo del principio di proporzionalità

Innanzitutto – spiega De Fusco – nell’Unione Europea vige il principio di proporzionalità, per cui le modalità di un’indagine devono essere proporzionate all’entità del reato per cui la si svolge. Da questo punto di vista, numerose voci provenienti dalla Germania e dall’Europa Meridionale avevano messo in dubbio che la limitazione dei diritti personali della prima versione di ChatControl fosse proporzionata all’esigenza di difesa dalla pedopornografia.

Gli strumenti tecnici (come le intercettazioni e le scansioni) hanno enorme valore investigativo, ma in sede processuale qualsiasi buon avvocato può smontare il loro valore probatorio” continua.

Chat control, le questioni irrisolte

Tuttavia – avverte – la fattibilità tecnica di questi sistemi è ancora oggetto di discussione: secondo la Polizia Federale Tedesca il 50% delle segnalazioni ricevute sono penalmente irrilevanti.

Inoltre i costi della scansione dei messaggi e della comunicazione dei risultati verrebbero ad essere a carico dei gestori delle piattaforme” conclude infine.

Insomma, da quanto apprendiamo, il nuovo Regolamento se pur leggittimo dal punto di vista legale, avrebbe costi tecnici sproporzionati rispetto agli obiettivi prefissati, e risultati decisamente sopravvalutati. E poi sorge la domanda: a chi verrebbe affidato, nella pratica, il controllo delle nostre conversazioni?

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