Charliehebdo.fr

di |

Sono le pagine online dello storico settimanale satirico francese Charlie Hebdo che, dal 1970, ha mantenuto inalterato lo spirito fortemente provocatorio e irriverente nei confronti del potere laico e religioso. Charlie Hebdo è stato obiettivo il 7 gennaio 2015 di un terribile attacco terroristico.

Un’operazione militare, condotta da un commando di tre uomini armati, con fucili d’assalto e lanciagranate, che ha visto la morte di dodici persone, tra cui il direttore Stéphane Charbonnier, detto Charb, e diversi collaboratori e vignettisti storici del periodico, come Cabu, Tignous, Georges Wolinski e Honoré, due poliziotti e oltre undici feriti.

Dopo un ovvio black out di qualche giorno, dovuto al tremendo attacco terroristico (un altro di natura incendiaria lo subì la notte tra l’1 ed il 2 novembre 2011, ma senza danni alle persone), Charlie Hebdo torna in edicola e online (www.charliehebdo.fr) il 14 gennaio 2015, con 1 milione di copie.

E’ il modo dei sopravvissuti di rendere omaggio a quelli che non ci sono più. E’ il nostro modo di dire che non ci hanno uccisi, che siamo ancora in piedi, vivi, che non ce l’hanno fatta”, ha dichiarato ai media l’avvocato del magazine satirico, Richard Malka.

Alla violenza terroristica e del fondamentalismo religioso non ci si può arrendere mai e più forti vanno sostenuti di diritti individuali, democratici e civili, a partire da quello di espressione e di parola che uno Stato laico e moderno non può mai dimenticare.

Sulla home page provvisoria del sito, accanto ad una penna stretta in un simbolico pugno chiuso, si legge sotto il titolo grande “Je suis Charlie”: “Poiché la penna è sempre al di sopra della barbarie….poiché la libertà è un diritto universale…poiché ci sostenete…Charlie, il vostro giornale, sarà in edicola il prossimo mercoledì”.

Tanti i gesti di solidarietà che hanno permesso alla rivista di tornare in pubblicazione, con donazioni e sostegni di qualsiasi tipo, da Radio France a France Television, da Le Monde a Liberation (che ha prestato i propri uffici a ciò che rimane della redazione di Charlie Hebdo), dall’Unione degli editori di giornali al Fondo per l’innovazione digitale nella stampa (Digital Publishing Innovation Fund), istituito in Francia per valorizzare progetti innovativi sul fronte digitale.