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C’est la guerre, Kiev e Mosca come Davide e Golia

CRIMEA, RUSSIA - FEBRUARY 24, 2022: An armoured vehicle moves across the town of Armyansk, northern Crimea. Early on February 24, President Putin announced a special military operation to be conducted by the Russian Armed Forces in response to appeals for help from the leaders of the Donetsk and Lugansk People's Republics. Sergei Malgavko/TASS (Photo by Sergei MalgavkoTASS via Getty Images)

I russi ora ottengono delle ‘vittorie’ nell’est dell’Ucraina grazie a una nuova strategia: bombardare gli obbiettivi da lontano con l’artiglieria pesante fino a quando non resta che un cumulo di mattoni. Vincono… ma è una vittoria conquistare delle rovine disabitate?

James Hansen

La vittoria ‘sul campo’ invece degli ucraini–economicamente ‘poveracci’ e praticamente disarmati–è stata intensamente imbarazzante, e non solo per i russi. Si dice che i generali si preparano sempre per rifare ancora l’ultima guerra combattuta: e l’ultima guerra vinta dai russi è la Seconda guerra mondiale, segnata strategicamente dalla Battaglia di Kursk (luglio 1943).

Fu il più grande combattimento di mezzi corazzati della storia. Coinvolse quasi 7mila carri tra quelli nazisti e quelli russi. Vinsero i russi, una grandissima, epica vittoria che bloccò la strada ai tedeschi e consegnò definitivamente l’iniziativa sul Fronte Orientale all’Armata Rossa.

La Russia–in linea con la gloria passata–avrebbe ancora 15mila carri pesanti, seguita dalla Cina (9mila) e dagli Usa (8mila). Per la Russia, non si tratta solo di nostalgia: ha 19mila km di confini scarsamente difendibili e la ‘difesa mobile’ offerta dai mezzi corazzati potrebbe essere preziosa. Poi, anche gli americani e i cinesi li hanno…

Così, dovendo schiacciare velocemente l’Ucraina, via con i carri! E non dei carri qualsiasi: mezzi moderni, potenti, armatissimi, iper-blindati—e, pertanto, pesanti, davvero molto pesanti, al punto di non poter lasciare l’asfalto per non sprofondare nei terreni morbidi, talmente pesanti da non poter transitare sui ponti a meno che non passino prima i genieri per rafforzarli.

E poi, i maledetti ucraini insistono ad attaccarli dove sono più vulnerabili, da sopra e non ai fianchi ultra blindati. Peggio, lo fanno con dei ‘missilini’ da poco, come i Javelin americani che costano appena 20mila dollari. Attaccando verticalmente, dove la blindatura è più debole, distruggono dei carri che costano cento volte tanto.

È qui che il successo della difesa ucraina diventa imbarazzante anche per i militari di altri paesi. Quello russo è un esercito simile per dottrina e armi a quelli dell’Occidente—cioè tutti prontissimi a vincere l’ultima guerra… Eppure, gli straccioni di Kiev, organizzandosi con i cellulari, inventandosi un esercito quasi dal nulla e armandosi un po’ come capita, sono riusciti ad annullarlo sul campo aperto.

I generali e i politici amano gli armamenti imponenti. Il più moderno dei carri russi, il costosissimo T-14 Armata (quasi 4 milioni di dollari), fa uno chic folle tra gli Establishment militari occidentali. Non vedevano l’ora di costruire qualcosa di ancora più potente e trendy. Ora, improvvisamente, ‘small is beautiful’ e i budget per i progetti grandiosi scompaiono. Maledetto Putin…

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