lo studio

Avenia (Confindustria digitale): ’14 milioni dall’Ue per l’ANPR non sprechiamoli, come i 3 miliardi per l’agenda digitale’

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Il presidente Cesare Avenia presenta lo studio di Confindustria digitale e denuncia lo spreco dei fondi dall’Ue non utilizzati dall’Italia per l'attuazione dell'agenda digitale: ‘Nel 2014 ci ha assegnato 3,1 miliardi e ne abbiamo utilizzati solo 686 milioni. Entro 18 mesi l'Ue li riprenderà. Abbiamo scoperto altri 14 milioni per l’ANPR, non sprechiamoli’.

“Il ritardo nella trasformazionale digitale del Paese è alla base della bassa crescita del nostro Pil”. Cesare Avenia, presidente di Confindustria digitale, ha ripetuto il suo mantra anche nel presentare lo studio della Federazione che guida dal 22 marzo scorso. Il report, pubblicato in anteprima su Repubblica (perché non con un comunicato o una conferenza stampa?), mostra lo spreco dei fondi stanziati dall’Unione europea non utilizzati dall’Italia per l’attuazione dell’agenda digitale: “Nel 2014 l’Ue ci ha assegnato 3,1 miliardi di Fondi comunitari per l’attuazione dell’agenda digitale nel periodo 2014-2020”, ha fatto sapere Avenia, che ha aggiunto: “Mancano meno di 18 mesi alla fine del 2020 e di quei miliardi stanziati da Bruxelles ne abbiamo utilizzati solo 686 milioni”.

Ottenuti in che modo? A fine aprile 2019 su quei 3,1 miliardi di fondi Ue destinati all’Obiettivo 2 (Ict e Agenda digitale) dal piano finanziario settennale 2014-2020, l’Italia aveva presentato 16.586 progetti per un corrispettivo di 2,1 miliardi. Di questi il 66% è ancora in corso, solo il 14% è stato concluso, portando così a casa i 686 milioni.

Una mezza buona notizia, che potrebbe trasformarsi in una beffa, perché “i soldi relativi al 66% arriveranno solo se i progetti verranno conclusi entro tre anni dal loro avvio”, ecco un altro alert lanciato da Confindustria digitale, che ha anche scoperto: “di quei 16mila e passa progetti presentati, il 18%, ossia uno su cinque, non è stato nemmeno avviato”.

14 milioni di fondi dall’Ue per il subentro dei Comuni nell’ANPR

“Confindustria digitale”, ha annunciato Cesare Avenia, “insieme al Dipartimento Funzione Pubblica, Agenzia per la Coesione e il Team Digitale presso la presidenza del Consiglio hanno iniziato a cercare nelle pieghe di ogni piano e progetto che si basasse sui fondi Ue e abbiamo trovato un capitolo di spesa adatto, che mette a disposizione dei Comuni 14 milioni di euro” per il subentro all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR). L’Anagrafe unica è uno degli asset fondamentale per la digitalizzazione della PA e quindi dell’Italia, perché, a regime, è l’anagrafe centrale unica di tutti i residenti in Italia e degli italiani residenti all’estero. Contiene i dati anagrafici e gli indirizzi di residenza e di domicilio (fisico e digitale) delle persone fisiche residenti. Al 5 giugno 2019, i Comuni subentrati in ANPR sono 2.233, come si legge sul sito di Sogei, che è impegnata, per conto del Ministero dell’Interno, nella realizzazione della piattaforma dell’Anagrafe unica.

Il 16 luglio Confindustria digitale presenterà il Piano strategico per recuperare il gap del Paese sul digitale da inserire nella prossima Legge di Bilancio

Dicevano del mantra di Cesare Avenia: Digitalizzazione e Pil. “È evidente”, ha affermato, che tra le due cose c’è una relazione di causa ed effetto”. Per questo motivo Confindustria Digitale, contraria a un ministero del digitale ad hoc, sta completando il Piano strategico per recuperare il gap del Paese sul digitale da inserire nella prossima Legge di Bilancio affinché accanto ai tagli di spesa ci siano anche interventi in positivo e in grado di migliorare il rapporto debito/Pil sul versante del denominatore, ossia la crescita. Il Piano verrà presentato il prossimo 16 luglio.