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Cerchio ICT, l’IA da governare e non da subire per trasformare in sicurezza la PA italiana

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Governare l’intelligenza artificiale è un obbligo per le società in-house che, come Informatica Alto Adige, Lepida, Pasubio Tecnologia e Trentino Digitale, lavorano per le Pubbliche Amministrazioni.

Il crescente impiego dell’intelligenza artificiale (IA) nella Pubblica Amministrazione centrale e locale contribuirà a migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese, ma sono diverse le sfide da affrontare, dalle competenze alle regole, dalla sicurezza alla privacy.

Il Parlamento europeo ha dato il via, lo scorso giugno, all’AI Act, proprio con lo scopo di avviare il confronto istituzionale, sia a livello di Unione, sia a livello nazionale, sulla regolamentazione di questa tecnologica e sui principi che dovranno guidarla, dal pieno controllo umano alla trasparenza, dalla non discriminazione al benessere sociale e ambientale.

L’Intelligenza artificiale si impone quindi come tema centrale nelle agende dei Paesi dell’Unione europea (Ue), perché non rappresenta solo rischi e criticità, soprattutto normative, culturali ed etiche, ma anche grandi opportunità e vantaggi.

Nell’ultimo panel della conferenza dal titolo “AI per la trasformazione digitale delle amministrazioni locali: sfide e opportunità”, organizzata dal Cerchio ICT In House, di cui fanno parte Informatica Alto Adige, Lepida, Pasubio Tecnologia e Trentino Digitale, i rappresentanti delle quattro in-house hanno tirato le conclusioni da ognuna delle quattro sedi in cui si è svolto l’evento live.

Da Bolzano è intervenuto Stefan Gasslitter, Direttore Generale – Informatica Alto Adige: “Siamo sulla strada giusta e in prima linea per quel che riguarda l’adozione dell’IA. Il Cerchio ICT sta lavorando in maniera approfondita su questo argomento, presentandosi come struttura all’avanguardia”.

Da Trento sono arrivati i saluti di Carlo Delladio, Presidente Trentino Digitale, mentre Kussai Shahin, Direttore Generale di Trentino Digitale, ha offerto alcune riflessioni ulteriori: “Abbiamo bisogno di regolamenti, ma dobbiamo anche governarla l’IA. Altro tema centrale è che nel corso degli anni abbiamo fatto innovazione ma non organizzativa, l’IA ci obbliga ad una rivoluzione in questo senso e dobbiamo comprenderlo velocemente per capire come crescere, sia come PA, sia come società in-house. A livello di consumi energetici e di impatto sociale, bisogna studiare bene ogni decisione che prenderemo, perché non è solo una questione tecnologica, dobbiamo lavorare per rendere ogni cambiamento sostenibile”.

Dalla sede di Schio, invece, sono intervenuti Laura Locci, Amministratore Unico di Pasubio Tecnologia, e Mario Scortegagna, Direttore di Pasubio Tecnologia, che hanno posto l’accento sulla grande importanza della governance dell’innovazione. Per Scortegagna: “L’IA non è solo un tema tecnologico, lo abbiamo capito bene ormai. Deve essere governata bene e quindi è un tema di consapevolezza e di etica. Ci aspettiamo un regolamento europeo su questo. Si è parlato di monopolio tecnologico, che è in mano alle superpotenze del cloud americano ed un tema molto sensibile, anche in chiave IA. Per la PA è un’occasione importante da prendere in considerazione da provare e mettere in campo”.

A conclusione della giornata, sono arrivati i contributi da Bologna di Alfredo Peri, Presidente di Lepida, e Gianluca Mazzini, Direttore Generale di Lepida.

Abbiamo creato un metodo di lavoro per quattro aziende che funziona. Due considerazioni – ha proposto Peri – la prima è che dobbiamo governare l’IA, non subirla, e credo che questo sia un obbligo come aziende che forniscono servizi alla PA; ma allo stesso tempo bisogna esser pronto a gestire tutti gli aspetti che provocano seri problemi alle organizzazioni. Non esistono luoghi isolati in cui si fa bene il proprio lavoro rispetto ad altri. Tutto è interconnesso nella PA. Con l’impiego della tecnologia si possono creare disastri di vario tipo, ci insegna la storia, vedi il nucleare, ma in questo caso, con l’IA, siamo in un’altra situazione, perché si tratta di una soluzione ampiamente utilizzata da tutti e che ci consente anche di gestire minacce e pericoli. Non è sempre facile, perché bisognerebbe agire tempestivamente e come PA arriviamo sempre tardi, ma la strada è questa”.

Bisogna osare per innovare e dobbiamo stare attenti alla sicurezza della tecnologia. Deve essere allenata con algoritmi con particolari bias, altrimenti arriviamo ad una maggiore distorsione della realtà, più di quella che già esiste. In futuro – ha affermato Mazzini – dovremmo scrivere noi delle linee guida sull’uso dell’IA, da utilizzare all’interno del Cerchio ICT, per un uso consapevole di queste soluzioni tecnologiche. Come regione Emilia Romagna l’abbiamo usata nella classificazione del protocollo e in alcune chatbot, ma anche in atti molto ripetitivi in maniera sperimentale. Oggi stiamo lavorando alla creazione di telecamere intelligenti rispettose della privacy, per dare delle mappe di parcheggio cittadine, mirate ad esempio sulle esigenze dei disabili. Abbiamo bisogno di tecnologie che non costino troppo, per favorire il dispiegamento dell’innovazione, senza il bisogno di trattare i dati personali, perché la privacy non è toccata. L’intelligenza deve essere piccola per stare su piccoli oggetti, come le telecamere intelligenti che potrebbero essere molto utili per i cittadini”.