Un’infrastruttura vitale e vulnerabile
Ogni giorno, oltre 10.000 miliardi di dollari attraversano silenziosamente il fondo degli oceani. Non su navi o aerei, ma su sottili cavi in fibra ottica che collegano continenti e mercati. Il 99% del traffico internet globale – inclusi pagamenti finanziari, scambi borsistici e transazioni interbancarie – dipende da questa rete invisibile di oltre 500 cavi sottomarini.
La loro importanza è tale che un’interruzione anche di pochi minuti potrebbe causare danni economici colossali, come nel caso ipotetico di un trasferimento da 100 milioni di sterline bloccato da un sabotaggio. Eppure, malgrado la loro centralità, la sicurezza di questi cavi è tutt’altro che garantita.
Incidenti e minacce crescenti
Il 25 dicembre 2024, la petroliera Eagle S (bandiera delle Isole Cook, parte della cosiddetta “flotta ombra” russa) ha danneggiato cinque cavi nel Golfo di Finlandia. Se non fosse stato per l’intervento della Guardia di Frontiera finlandese, le conseguenze sarebbero potute essere catastrofiche.
L’evento è stato seguito con attenzione anche da Jaakko Weuro, capo dell’Autorità Finlandese per la Stabilità Finanziaria (RVV), che ha dichiarato: “Se fossero stati colpiti altri cavi, la stabilità finanziaria della Finlandia sarebbe stata compromessa.”
Il problema non è isolato, si legge in un approfondimento di Nathan Eddy per Data Center Knowloede: altri incidenti sospetti hanno coinvolto i cavi nel Mar Baltico, nel Mar Rosso e vicino a Taiwan. Secondo Roger Grimes, esperto di cybersecurity per KnowBe4, le infrastrutture sottomarine sono ormai diventate un obiettivo geopolitico. I rischi non riguardano solo i danni fisici, ma anche attacchi informatici ai nodi terrestri dove i cavi si connettono alla rete.
La lezione della Finlandia: serve un piano B, perché i satelliti non possono sostituire i cavi sottomarini
La Finlandia è tra i pochi Paesi che stanno seriamente preparando un sistema di backup per garantire la continuità dei pagamenti in caso di blackout digitale. Come spiegato da Elisabeth Braw, ricercatrice senior presso l’Atlantic Council e consulente per Gallos Technologies, in un articolo pubblicato dal Financial Times, il Paese scandinavo dal 2022 lavora a una soluzione rudimentale, ma ipoteticamente efficace, per consentire almeno la funzionalità minima del sistema bancario anche in caso di mancato accesso ai cavi internazionali.
Come sottolinea Weuro: “I satelliti non possono sostituire i cavi. Sono costosi, lenti e poco adatti a gestire l’enorme flusso di dati finanziari”.
Nonostante ciò, la maggior parte dei Paesi – inclusi Regno Unito e Stati Uniti – non dispone ancora di piani strutturati per fronteggiare un simile scenario. Banche e governi dovrebbero seguire l’esempio finlandese, integrando gli stress test attuali (come SIMEX nel Regno Unito o Sheltered Harbor negli USA) con simulazioni di guasti ai cavi sottomarini.
Un settore in espansione, ma sotto pressione
Secondo il report 2024 di Analysys Mason, gli investimenti nelle infrastrutture sottomarine cresceranno da 7,96 miliardi di dollari nel 2023 a 9,80 miliardi nel 2029. Il boom è trainato sia dalla crescente domanda di servizi digitali e cloud, sia dall’urgenza di rafforzare la resilienza nazionale. Giganti come Google, Amazon, Meta e Microsoft stanno costruendo rotte transcontinentali per supportare workload AI e data center, ma anche Paesi come il Vietnam iniziano a investire per evitare l’isolamento digitale.
La domanda di cavi sottomarini è in continua crescita a livello mondiale, soprattutto per i servizi internet e il trasporto di energia elettrica, in particolare generata dagli impianti eolici offshore. Secondo il Report di Market and Markets, il valore del mercato globale dei cavi sottomarini dovrebbe crescere ad tasso medio annuo (Cagr) del 10% circa tra il 2024 ed il 2029.
La pubblicazione stima il valore del mercato di riferimento passare dai 18,2 miliardi di dollari attesi per la fine del 2024 ai 29,7 miliardi di dollari del 2029.
Strategie per mitigare il rischio: diversificazione delle infrastrutture, sorveglianza e manutenzione
Come suggerisce Sharat Sinha, CEO di Airtel Business, “Servono almeno tre cavi per ogni percorso critico”. Alcuni operatori combinano fibra terrestre e cloud per creare reti ibride più resistenti. Gli hyperscaler spingono anche verso nuove architetture come il spatial division multiplexing, che raddoppia la capacità dei cavi.
Oggi esistono solo 22 navi riparatrici nel mondo (di cui solo due battenti bandiera USA). È essenziale aumentare la flotta e snellire le procedure di autorizzazione per le riparazioni. Tecnologie come monitoraggio acustico distribuito (DAS) e manutenzione predittiva AI aiutano a individuare i problemi in tempo reale.
Integrazione energia–dati e collaborazione globale
Alcuni progetti, come quello tra l’Isola di Man e il Regno Unito, uniscono trasporto elettrico e trasmissione dati, condividendo costi e migliorando la resilienza sia digitale che energetica.
Serve un approccio integrato tra banche, governi, operatori, assicuratori e società di manutenzione. Il rischio di sabotaggio o guasto deve essere trattato al pari di quello informatico o sistemico.
I cavi sottomarini sono il sistema nervoso dell’economia digitale globale. Senza di essi, Londra e New York non sono solo isolate: sono paralizzate. La minaccia non è teorica, ma reale. L’unica risposta possibile è la preparazione e la prontezza, ma anche il poter contare su infrastrutture critiche autonome e resilienti.
Space & Underwater, il videoreportage della 1^ edizione della Conferenza internazionale dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia.
La 2^ edizione si terrà il 3 dicembre 2025.