L’Ue vuole mappare i suoi cavi sottomarini e valutare tutti i rischi a cui sono esposti. Risultati in autunno
Quasi mai pensiamo a ciò che collega l’Europa al resto del mondo, fino a quando qualcosa si rompe. Eppure, sul fondo degli oceani, si estende una vasta rete fragile e invisibile che regge praticamente tutto ciò che facciamo online. I cavi sottomarini trasportano il 99% del traffico Internet intercontinentale e sono sempre più cruciali anche per il futuro energetico dell’Unione. Non sono solo autostrade digitali: sono infrastrutture essenziali per mantenere accese le luci, far circolare i dati e tenere in piedi le nostre economie.
Proprio per questo, l’Unione europea (Ue) ha deciso di agire in modo deciso. Quest’anno, il Gruppo di Esperti informale per le Infrastrutture di Cavi Sottomarini Sicure e Resilienti ha raggiunto un traguardo importante: l’accordo su una mappatura a livello Ue e su una valutazione coordinata dei rischi.
Virkkunen: “Una guida europea per garantire infrastrutture sicure e resilienti”
Si tratta della prima pietra miliare per attuare concretamente il Piano d’Azione dell’Ue sulla Sicurezza dei Cavi, collegato anche alla Raccomandazione sui Cavi 2024, e i risultati verranno pubblicati nell’autunno del 2025.
Come ha dichiarato con chiarezza Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità Tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia: “Concordare la mappatura delle infrastrutture e una valutazione dei rischi coordinata è il primo elemento chiave per attuare il nostro Piano d’Azione dell’Ue sulla Sicurezza dei Cavi. Questa guida a livello europeo aiuterà a garantire che queste infrastrutture, da cui tutti dipendiamo, siano sicure e resilienti”.
Il Gruppo di Lavoro, stress test dei cavi e progetti prioritari
La mappatura parte da fonti pubbliche e costruisce un quadro dettagliato dell’infrastruttura europea dei cavi sottomarini. Raccoglie dati su capacità, specifiche tecniche, proprietà, localizzazione dei punti di approdo, incidenti registrati e informazioni sui processi di posa, manutenzione e riparazione. Tutto questo consente di identificare i punti deboli e indirizzare al meglio gli interventi.
Parallelamente, l’Unione ha avviato anche una valutazione dei rischi coordinata. L’analisi tiene conto dei pericoli fisici, come danni da ancore o eventi naturali, ma anche delle minacce cyber, in particolare nei punti di approdo e nei sistemi digitali che gestiscono le reti.
Vengono considerati sia eventi accidentali che intenzionali, oltre a fattori legali, tecnici e di filiera che potrebbero ostacolare una risposta efficace in caso di crisi.
Il gruppo di lavoro comprende tutti gli Stati membri dell’Ue, la Commissione europea e l’Agenzia europea per la cybersicurezza (ENISA). Insieme, stanno ora passando alla fase operativa successiva: definire delle linee guida per stress test delle reti di cavi sottomarini, creare un Cable Security Toolbox—una cassetta degli attrezzi di misure tecniche, politiche e regolatorie per ridurre i rischi—e stilare un elenco di Progetti Prioritari di Interesse Europeo (CPEI), ovvero investimenti infrastrutturali da sostenere in quanto strategici.
Una questione di sovranità infrastrutturale
Ciò che rende questa iniziativa nuova non è solo l’approccio tecnico, ma anche la sua portata strategica. I cavi vengono trattati come infrastrutture fondamentali sia dal punto di vista digitale che energetico, e l’approccio è pienamente coordinato a livello europeo. Il messaggio è chiaro: questa è una questione di sovranità infrastrutturale e sarà trattata come tale (ma anche una questione geopolitica).
Il senso di urgenza è giustificato. Negli ultimi anni si è registrato un aumento degli incidenti ai cavi, e ogni interruzione può avere conseguenze gravi: dal blocco dei servizi bancari alla perdita di connettività tra paesi, fino al rischio di paralizzare scambi energetici. Inoltre, dato che molti cavi sono di proprietà privata o straniera, l’Europa si trova esposta anche a rischi geopolitici legati al controllo di queste infrastrutture critiche.
Il rapporto atteso per l’autunno 2025 non sarà solo un inventario, ma un documento strategico che guiderà le politiche future. Mettere in sicurezza i cavi sottomarini non è più una questione tecnica per addetti ai lavori: è un pilastro fondamentale della sovranità digitale, della stabilità economica e della resilienza geopolitica dell’Unione Europea.