l'analisi

Cavi sottomarini: +1,6 milioni di km nel mondo entro il 2040 e +36% di riparazioni annue

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Un nuovo rapporto di TeleGeography e Infra-Analytics prevede un aumento del 48% dei chilometri di cavi dispiegati negli oceani di tutto il mondo entro i prossimi 15 anni, necessario adeguare nuove flotte per le riparazioni.

Si allunga la rete globali di cavi sottomarini e nasce la nuova era della manutenzione subacquea

I cavi sottomarini sono la spina dorsale della connettività globale: trasportano oltre il 99% del traffico dati intercontinentale e supportano l’economia digitale mondiale. Ma il loro futuro, secondo l’ultimo report congiunto di TeleGeography e Infra-Analytics, è tutt’altro che sicuro, sia in termini fisici, sia geopolitici.

Entro il 2040, la rete globale crescerà del 48%, superando i 2,4 milioni di chilometri, con un incremento stimato del 36% nel numero di riparazioni annue.

A fronte di questi numeri, il settore della manutenzione si trova davanti a una duplice sfida strutturale: rinnovare una flotta navale ormai vetusta e garantire tempi di intervento compatibili con la crescente criticità delle infrastrutture digitali.

Le sfide: una flotta che invecchia, una domanda che cresce

Oggi esistono 62 navi operative per installazione e manutenzione dei cavi sottomarini, di cui solo il 60% costruite appositamente. Tuttavia, il problema non è solo quantitativo, ma soprattutto anagrafico: entro il 2040, 15 di queste navi dovranno essere rimpiazzate, 5 delle quali entro i prossimi cinque anni.
Molte sono state convertite da altri usi, con implicazioni su affidabilità e versatilità.

L’Asia, in particolare il Pacifico Sud-Ovest (Singapore, Indonesia, Mar Cinese Meridionale), rappresenta il punto più critico: nel 2040 sarà responsabile del 49% di tutti i guasti globali ai cavi.
Eppure, la flotta regionale è spesso satura, con tassi di utilizzo superiori al 90% e backlog riparativi che rallentano gli interventi.

Necessari 3 miliardi di dollari di investimenti per una nuova flotta globale

Il report stima che servano circa 3 miliardi di dollari per rinnovare e ampliare la flotta globale. Una cifra significativa, soprattutto considerando che il modello economico attuale (basato su accordi consortili e privati) è spesso insufficiente a garantire ritorni in linea con i rischi.

Inoltre, le regolamentazioni complesse, come le normative cabotaggio in alcuni Paesi (es. Indonesia), e i permessi di riparazione lenti, rendono difficile operare con efficienza. Il risultato? Riparazioni rallentate, incremento dei costi e pressione crescente sulle aziende del settore.

L’espansione della rete di cavi offre però grandi opportunità tra innovazione, sovranità e cooperazione

Ma non è solo una storia di problemi. L’espansione della rete e la digitalizzazione offrono opportunità strategiche:

  • sovranità tecnologica: Paesi come India, Australia e Giappone stanno valutando flotte nazionali per ridurre la dipendenza da operatori esterni.
  • finanza verde: cresce l’interesse verso navi più efficienti e meno impattanti dal punto di vista ambientale.
  • modelli ibridi: il report suggerisce di esplorare strutture miste pubblico-private e una revisione delle attuali forme contrattuali.

Un punto chiave sarà la collaborazione tra governi e industria. Iniziative come l’Advisory Board ITU, il Quad Cable Partnership e il Piano Europeo per la Sicurezza dei Cavi testimoniano l’interesse crescente verso un’infrastruttura ritenuta ormai critica a livello geopolitico.

Investire oggi per evitare il blackout domani?

Il messaggio del report è chiaro: il tempo stringe. Servono scelte coraggiose, investimenti mirati e una visione condivisa.

Se il settore non si adegua alle dinamiche in atto – dall’aumento del traffico dati alla volatilità geopolitica – il rischio è che la prossima crisi non sia causata da una guerra o da un disastro naturale, ma da un cavo guasto che nessuno è pronto a riparare.

Space & Underwater, il videoreportage della 1^ edizione della Conferenza internazionale dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia. La 2^ edizione si terrà il 3 dicembre 2025.

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