Pluralismo

Causeries. Attacco a Google dalla Germania: un segno che può condizionare Oettinger e mobilitare l’Antitrust UE

di Stefano Mannoni |

Già da qualche tempo in Germania ci si chiede perché in materia di pluralismo il fattore internet sia più o meno ignorato a favore di giornali e televisioni

Causeries è una rubrica settimanale sulle criticità dei mercati della convergenza e il loro rapporto con le grandi tematiche della regolazione, curata da Stefano Mannoni, professore di Diritto delle Comunicazioni presso l’Università di Firenze. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Non mi era mai capitato finora di assistere a un attacco contro Google di questa ampiezza e chirurgica precisione.

Torsten Fricke e Ulrich Novak hanno pubblicato un libro dal titolo Dossier Google: Come il gruppo americano altera i dati, manipola il Mondo e distrugge il lavoro, Herbig, Munchen, 2015.

Ciò che colpisce di questo libro non è l’atto di accusa del pubblico ministero, ma piuttosto le sue conclusioni che puntano tutte sul diritto costituzionale tedesco e non su quello comunitario.

L’art. 5 della Costituzione tedesca assicura il diritto dell’individuo di esprimersi liberamente, la libertà di stampa e di informazione, della radio etc. “nei limiti delle disposizioni di legge generale”.

Ebbene gli autori, citando il Prof. Dörr, non si appellano all’UE per mettere la museruola a Google, ma proprio a una interpretazione estensiva, o piuttosto aggiornata di questa disposizione che finora ha concentrato la sua attenzione sui mezzi classici di comunicazione.

Ora, dicono, è l’ora di Google.

E non si tratta solo di pluralismo, ma anche della garanzia dei diritti fondamentali del cittadino.

C’è il pericolo, che il consumatore non trovi più ciò che cerca, ma piuttosto, che trovi quello che Google vuole. Bisogna pertanto garantire che la macchina con il suo algoritmo siano neutrali e indipendenti autenticamente, ciò che non sembra corrispondere alla realtà”.

E senza mezzi termini vengono chiamati in causa i politici tedeschi che, quanto a regolazione di internet, non si sono finora distinti.

Brutto segno per Google.

Perché la giurisprudenza costituzionale tedesca, se messa sotto pressione, può intervenire anche prima che il Parlamento e le Regioni (che hanno una consistente competenza in materia).

Certo è che, se questa polemica è destinata a montare, Il commissario UE Günther Oettinger avrà il suo bel daffare a mantenere la linea blanda che sta perseguendo verso i motori di ricerca.

E’ già da qualche tempo che in Germania ci si chiede perché, nel soppesare le soglie del pluralismo, il fattore internet sia più o meno ignorato a favore di giornali e televisioni.

Staremo a vedere le prossime puntate.