Sostenibilità

Case green, semaforo verde per la direttiva Ue

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I ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato questa mattina l'accordo raggiunto con l'Eurocamera lo scorso dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare dell'Unione a emissioni zero entro il 2050. L’Italia ha votato contro.

Adottata la direttiva rafforzata sulla prestazione energetica degli edifici

Fissare obiettivi ambiziosi per ridurre il consumo energetico complessivo degli edifici in tutta l’UE, tenendo conto delle specificità nazionali, ma allo stesso tempo contribuire a migliorare la salute e la qualità della vita delle persone. A questo mira la direttiva rafforzata sulla prestazione energetica nell’edilizia, un’altra pietra miliare del Green Deal europeo, adottata definitivamente dalla Commissione europea.

I ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato questa mattina l’accordo raggiunto con l’Eurocamera lo scorso dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare dell’Unione a emissioni zero entro il 2050.

Migliorare la prestazione energetica degli edifici è fondamentale per conseguire la nostra ambizione in materia di neutralità climatica e per rafforzare l’indipendenza energetica dell’Europa. Le ristrutturazioni sono investimenti in un futuro migliore. Confido che questa direttiva rafforzata consentirà agli Stati membri di stimolare un’ondata di ristrutturazioni in tutta l’UE, rispettando nel contempo la diversità del parco immobiliare dell’UE”, ha dichiarato Kadri Simson, commissaria per l’Energia.

Come si legge in una nota stampa, ogni Stato membro adotterà la propria traiettoria nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Per gli edifici non residenziali, si dovranno ristrutturare il 16% di quelli con le prestazioni peggiori entro il 2030 e il 26% entro il 2033.

Il principio “emissioni zero”

Nelle intenzioni di Bruxelles, il dispositivo dovrebbe stimolare la domanda di tecnologie pulite prodotte in Europa, creare posti di lavoro, investimenti e crescita, favorire il miglioramento delle abitazioni dei cittadini, promuovere l’istituzione di sportelli unici per la consulenza sulla ristrutturazione degli edifici e ulteriori disposizioni sui finanziamenti pubblici e privati.

Al cuore della direttiva il principio delle “emissioni zero”, che dovrà divenire la norma per gli edifici di nuova costruzione: “Tutti gli edifici residenziali e non residenziali di nuova costruzione devono avere zero emissioni in loco da combustibili fossili, dal 1º gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri edifici di nuova costruzione, con la possibilità di deroghe specifiche”.

Ulteriori cardini della legge sono le nuove disposizioni per eliminare progressivamente i combustibili fossili dal riscaldamento negli edifici e promuovere la diffusione di impianti solari, tenendo conto delle circostanze nazionali.

Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che i nuovi edifici siano “pronti per l’energia solare”. Le sovvenzioni per l’installazione di caldaie autonome alimentate a combustibili fossili non saranno consentite a partire dal 1° gennaio 2025.

La direttiva promuoverà infine la diffusione della mobilità sostenibile grazie alle disposizioni in materia di pre-cablaggio, punti di ricarica per veicoli elettrici e parcheggi per biciclette.

L’entrata in vigore e la posizione italiana

A questo punto ci sono solo gli ultimi passaggi burocratici. La direttiva riveduta sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore nelle prossime settimane e agli Stati membri non rimarrà quindi che recepirla nella legislazione nazionale.

E’ una direttiva bellissima, ambiziosa, ma alla fine chi paga? Noi abbiamo esperienze in Italia in cui pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato, cioè tutti gli altri italiani e diciamo che è un’esperienza che potrebbe insegnare qualcosa“, ha detto il nostro ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, oggi a Lussemburgo per l’Ecofin.

Italia e Ungheria hanno votato contro l’intesa, mentre Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.