L'allarme

Canone Rai, rischia di saltare la prima rata a luglio

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Il MiSE non ha ancora emanato il decreto attuativo. Le imprese dell’energia preoccupate: ‘Rischiamo di arrivare impreparati alla scadenza di luglio’.

Rischia di saltare la data di luglio per il primo pagamento del canone Rai in bolletta elettrica.

Ieri è, infatti, scaduto il termine dei 45 giorni che la Legge di Stabilità prevedeva per l’approvazione del decreto attuativo da parte del Ministero dello Sviluppo economico che avrebbe permesso di definire tutti i dettagli di questo grosso cambiamento.

Si allungano quindi i tempi per l’adeguamento alle nuove disposizioni.

Manca anche il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che deve definire le modalità per compilare le autocertificazioni da parte di chi non possiede il televisore.

Dall’Agenzia riferiscono che comunque il provvedimento potrà arrivare “solo dopo il decreto del MiSE”.

Sì, ma quando?

Il MiSE fa sapere che dovrebbe essere emanato presto, ‘in tempi molto brevi’.

E sempre nei prossimi giorni si terrà un incontro tra MiSE, Ministero dell’Economia, Agenzia delle Entrate, Autorità e Acquirente unico per sciogliere i tanti dubbi che continuano ad accompagnare la riforma del canone.

Tra queste anche le difficoltà rese note dai Comuni non raggiunti dal segnale Rai, anche questi dovranno pagare il canone pur non potendo fruire del servizio pubblico radiotelevisivo?

A lanciare l’allarme è adesso Assoelettrica, che riunisce le aziende del settore. “Siamo al 15 febbraio – si legge in una nota diffusa ieri dal presidente Chicco Testama le imprese del settore ancora non sanno come dovranno esigere il canone Rai che il Governo ha voluto inserire nelle bollette dell’energia elettrica”.

“Le imprese non sanno come fare: il rischio è che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio”, continua la nota.

E’ necessario “predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate”, lamenta il presidente di Assoelettrica, e poi bisogna incrociare le banche dati.

Occorre chiarire, tra l’altro, la questione dei ritardati pagamenti, la morosità, l’eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali e i reclami ai contratti per i non residenti.

“Insieme a Utilitalia – conclude la nota – abbiamo preparato un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti, ma il ministero per lo Sviluppo economico ancora non ci ha dato risposta. E il tempo ormai stringe”.

Critiche arrivano pure dal Codacons: “Le famiglie ancora non hanno capito come avverrà il pagamento del canone, chi è tenuto a versarlo e per quali case. E non vogliamo pensare a cosa avverrà in caso di morosità o ritardi nei pagamenti”.

A riguardo tanti timori erano già stati espressi dall’Unione Nazionale Consumatori. In un’intervista a Key4biz il Segretario generale dell’UNC, Massimiliano Dona, dichiarava senza mezzi termini: “Questo è un Paese nel quale le società elettriche hanno già parecchi problemi con la puntualità nell’invio delle bollette dell’energia e del gas, figurarsi se si dà loro un compito aggiuntivo! Sarà il caos”.

Intanto anche Urbano Cairo, editore e proprietario di La7, ha sferrato un nuovo attacco al governo proprio in merito della definizione di servizio pubblico: “Mi sarei aspettato qualcosa in più, ma l’esecutivo non ha fatto nulla”.

Cairo definisce poi uno “scandalo” che alla tv di Stato vengano dati “300 milioni in più, dopo 8 anni di vacche magre e 4 anni in cui la Rai ha fatto un dumping incredibile sui prezzi”.