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Canone Rai: platea ‘utenti elettrici’ sovrastimata? Gettito a rischio

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Secondo la Slc-Cgil la platea di 22 milioni utenti elettrici che devono pagare il canone Rai è gonfiata e per questo le stime di extra gettito previste sono a rischio.

La platea degli “utenti elettrici” che devono pagare il canone, vale a dire il numero di contratti domestici elettrici attivati per la prima casa, stimata in circa 22 milioni, in realtà potrebbe essere di molto inferiore. Secondo una dettagliata analisi della Slc-Cgil, per vari motivi, fra cui la mancata sottrazione dalla platea degli utenti addebitabili dei non possessori di apparecchi (più di un milione), dei morosi (pari a circa il 4% degli utenti elettrici) e di coloro che pagano la bolletta elettrica ma non il canone Tv (ma non si sa ancora quanti sono), il totale dei paganti potenziali rischia di essere sovrastimata, mandando a monte le previsioni di entrata in sede di legge di stabilità 2016, pari a 1 miliardo e 741 milioni di euro.

Per il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi i dati sulla prima tranche del canone in bolletta di luglio (acconto di 70 euro) sono positivi.

L’evasione del canone in passato era al 27%, ma secondo il sindacato con una morosità attorno al 7% i ricavi per la RAI “saranno praticamente gli stessi di quelli ottenuti nel 2013, ultimo anno senza prelievi forzosi del Governo sul canone RAI”.

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Previsioni

 

Rispetto alla cifra di un miliardo e settecento milioni circa totalizzata dal canone negli ultimi anni, con la nuova formula di pagamento nella bolletta elettrica le previsioni di gettito aggiuntivo sono intorno ai 500 milioni di euro. Queste entrate extra dovrebbero andare per il 60% alla Rai, e il 40% al fondo di riduzione fiscale per la tassa sulla prima casa. Dal 2017 l’eventuale quota di maggior gettito da destinare alla Rai si fermerà al 50%. Dagli incassi eccedenti rispetto agli anni precedenti si attingeranno fino a cento milioni di euro per il periodo 2016-2018 per alimentare un fondo speciale per le Tv locali.

 

Casistiche particolari

Secondo la Slc-Cgil, le casistiche particolari riscontrate in questa prima fase di contestazione dopo il primo addebito in bolletta del canone a luglio sono principalmente:

– più utenze di tipo “domestico residenziale” intestate allo stesso soggetto o ad altri soggetti dello stesso nucleo familiare, pur avendo di fatto la residenza anagrafica soltanto in un determinato luogo,

– utenze identificate dalla tipologia residenziale e adibite invece ad altri usi (condominio, magazzino, ecc.),

– utenze intestate a persone decedute (da diverso tempo, e senza che sia stata avviata alcuna richiesta di voltura da parte degli eredi).

 

Stima Canone Rai in bolletta elettrica

In primo luogo, il sindacato ha preso come punto di partenza il concetto di “utenti elettrici”, vale a dire la platea di italiani che ha in essere un contratto con le aziende erogatrici di elettricità domestica come prima casa. Un numero ballerino, vista la pletora di enti erogatori e “i loro ritardi nel comunicare i dati”, si legge nella nota del sindacato, ma quantificabile in circa 22 milioni secondo le stime più accreditate, per quanto “sovrastimate”.

A questi 22 milioni bisogna sottrarre gli utenti che hanno trasmesso dichiarazione di non possesso di apparecchi atti a ricevere il segnale radiotelevisivo, che ad oggi sono vicine al milione e 200 mila unità. Vanno sottratti anche i 300 mila anziani esenti.

Bisogna operare una ulteriore sottrazione di utenti morosi che ad oggi non può essere definita; le compagnie elettriche stimano la morosità in circa il 4% ma esiste la concreta possibilità che alcuni utenti, in special modo quelli che non hanno il canone elettrico direttamente addebitato in banca (ovvero il 60% del totale) possano pagare solo la bolletta elettrica e non il surplus del canone.