La strategia

Canone Rai in bolletta, ma è davvero un modello anti evasione?

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Tra ritardi, rimborsi e caos nei call center, il canone Rai in bolletta considerato dal governo un esempio della strategia antievasione. Ma è proprio così?

La controversa decisione del governo Renzi di collegare il canone Rai in bolletta elettrica con la Legge di Stabilità 2016 è ormai considerata come un esempio da citare agli italiani: contrastare l’evasione si può e, quando ci si riesce, si paga tutti meno.

Resta però che la gran parte degli italiani resta scontenta di versare questi soldi per una programmazione che non piace. I palinsesti sono infarciti di repliche e anche i talk show politici hanno fatto il loro tempo e adesso appaiono, tranne qualche eccezione, poco moderni.

Adesso il canone lo pagheranno tutti, certo. L’evasione è stata notevolmente ridotta ma forse non si è affrontato il problema di fondo, perché non ci si è ancora chiesti: perché gli italiani non pagavano il canone?

E’ la Rai a non piacere?

Giovedì il Cda Rai comunicherà i dati ufficiali del gettito generato dal canone anche se ci sono ancora tanti italiani che non lo hanno ricevuto e che dovranno quindi pagarlo entro il 31 ottobre in un’unica soluzione con l’F24.

Nel 2016 il canone è stato ridotto da 113,50 euro a 100 euro e dal 2017, come ha annunciato sabato scorso Matteo Renzi, scenderà a 90 euro.

E così, mentre ai piani alti di Viale Mazzini sono in agitazione perché questo comporterà un ammanco per le casse Rai di circa 100 milioni di euro per il prossimo anno, il governo gongola e sbandiera il canone in bolletta come un modello efficace per contrastare l’evasione.

Secondo il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, l’inserimento del canone nella bolletta permetterà un recupero di evasione per oltre 300-400 milioni di euro all’anno.

Secondo uno studio 2015 di Mediobanca, l’inserimento del canone in bolletta – ipotizzando un calo del tasso di evasione intorno al 5% rispetto al 30,5% attuale – consentirebbe alla Rai di fatturare oltre 2,8 miliardi di euro quest’anno.

Finora, grazie all’inserimento dell’imposta sulla bolletta della luce, lo Stato ha incassato 1 miliardo di euro (dati aggiornati a settembre).

Aveva quindi ragione il Sottosegretario Giacomelli quando nel 2014 aveva proposto di dimezzare il canone e inserirlo in bolletta subito stoppato dal Governo, Renzi in primis che voleva invece cancellarlo, e dalle associazioni dell’energia.

Oggi, tra indicibili difficoltà, previsioni che non tornano, caos nei call center, rimborsi e ritardi, il canone in bolletta viene considerato dal governo come un modello della lotta all’evasione.

Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ospite di Uno Mattina su Rai1 per illustrare la manovra del governo, ha detto chiaramente: “Da inizio anno ci sono stati 4 miliardi” di entrate in più anche dalla lotta all’evasione, “tutti paghiamo meno, e il canone Rai è un esempio di questa strategia”.

Sulla stessa linea anche Paolo Savini, Direttore Centrale Gestione Tributi dell’Agenzia delle Entrate, che sempre a Uno Mattina ha detto dichiarato che il canone conteggiato nella fattura elettrica “sta permettendo di recuperare l’evasione e questo consente di ridurne il costo per tutte le famiglie”.

Ridurre il costo significa però meno risorse per la Rai che sta già rifacendo i conti per il nuovo piano industriale.