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Il Canada e le armi, Oggi si decide il futuro di Puigdemont e Junqueras, Bitcoin usati per riciclare denaro in GB

Canada, un sondaggio mostra che la maggior parte dei canadesi vorrebbe vietare le armi nella aree urbane

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Un recente sondaggio mostra che la maggior parte dei canadesi auspicherebbe il totale divieto di detenzione di armi nei centri urbani del paese. Il sondaggio, realizzato da Ekos Research Associates, rivela che il 69 per cento degli intervistati e’ d’accordo con l’affermazione “penso che ci dovrebbe essere un divieto severo sulle armi nei centri urbani”. Il consenso piu’ alto, riferisce il quotidiano canadese “Toronto Star”, si e’ raggiunto nella Provincia del Quebec (76 per cento), il piu’ basso in quella di Alberta (48 per cento). Il Partito liberale del premier Justin Trudeau sta lavorando ad una legge che tenga fede alle promesse fatte in campagna elettorale per inasprire i divieti sulle armi, non vietarle del tutto, una misura che nessun partito in Canada promuove. Sebbene l’uso di armi non sia all’origine di ogni crimine nel paese, si e’ registrato un aumento della violenza collegata all’uso di armi. Un’indagine statistica dello scorso mese mostra che dopo il 2102, il 2016 ha segnato uno spartiacque nello stabilire che le sparatorie sono alla base degli omicidi in Canada. L’istituto di statistica del Paese (Statistics Canada) ha anche precisato che il 2016 e’ stato il terzo anno consecutivo in cui e’ cresciuto il numero di omicidi legati all’uso di armi da fuoco. Inoltre nel 2014, 587 persone si sono tolte la vita usando un’arma, un numero in crescita rispetto all’anno precedente. Sul tema, esiste una netta differenza tra i canadesi che vivono in aree urbane e coloro che risiedono in campagna. Questi ultimi fanno uso di armi per cacciare o per proteggersi, vivendo in aree isolate non sempre velocemente raggiungibili dalle Forze dell’ordine.

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Usa, il presidente attacca l’Fbi dopo la dichiarazione di colpevolezza del suo ex consigliere Flynn

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump ha definito il Federal Bureau of Investigation (Fbi) “marcio” e “fazioso” in una serie di tweet domenica 3 dicembre, solo due giorni dopo, fa notare il quotidiano “Wall Street Journal”, che il suo ex consigliere alla Sicurezza nazionale, Mike Flynn, si e’ dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi e ha deciso di collaborare con il procuratore speciale Robert Muller nell’inchiesta che “alza la posta” nella cerchia dei collaboratori e dei membri della famiglia di Trump. Obiettivo delle invettive del presidente, l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, che Trump ha licenziato a maggio scorso. Comey, nella testimonianza resa sotto giuramento, ha dichiarato che Trump gli chiese di “lasciar perdere” Flynn, una mossa che potrebbe essere giudicata come intralcio alla giustizia nell’ambito di un’inchiesta federale. Il presidente ha negato di aver mai fatto una simile richiesta bollando la ricostruzione di Comey come “fake news” (notizie false) e l’ex direttore come un “bugiardo”. In effetti, secondo la senatrice del partito democratico Dianne Feinstein, numerosi segnali lasciano pensare che il procuratore Mueller stia mettendo insieme un’accusa di intralcio alla giustizia contro Trump. Ma il tweet che potrebbe inguaiare il presidente e’ quello in cui sostiene che non poteva che licenziare Flynn dato che aveva mentito al vice presidente Mike Pence e all’Fbi. Una dichiarazione che lascia intendere che Trump era a conoscenza che Flynn aveva mentito all’Fbi ancor prima di licenziare Comey. A far da scudo a Trump e’ arrivato l’intervento del suo avvocato, John Dowd, che si e’ preso la responsabilita’ di aver scritto quel tweet.

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Medio Oriente, consigliere Usa Kushner ritiene possibile un accordo di pace tra Israele e Palestina, ma resta ambiguita’ su collocamento ambasciata Usa

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Jared Kushner, consigliere della Casa Bianca e genero del presidente statunitense Donald Trump, ritiene che un accordo di pace duraturo tra Israele e Palestina sia a portata di mano, malgrado le crescenti tensioni nella regione in seguito all’annunciata decisione del presidente di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come la capitale di Israele. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”. Kushner, intervenuto il 3 dicembre scorso, al Forum Saban, la conferenza annuale sulle politiche per il Medio Oriente organizzata a Washington dalla Brookings Institution, si e’ detto ottimista sulle speranze di stringere l’accordo. Non ha fornito, tuttavia, alcun dettaglio sul piano all’esame, tantomeno sulla tempistica nel renderlo noto. Esperti di politica medio orientale ritengono che eventuali avanzamenti nella direzione di un accordo di pace potrebbero essere bruscamente interrotti questa settimana se Trump decidera’ di mantenere l’idea di dichiarare Gerusalemme la capitale israeliana. Secondo la legge, il presidente ha tempo fino a lunedi’ per decidere se firmare un ordine per mantenere l’ambasciata statunitense a Tel Aviv o se spostarla a Gerusalemme, come ha ripetutamente annunciato. Come altri suoi predecessori, Trump ha evitato finora di “traslocare” la sede diplomatica Usa a Gerusalemme per evitare di pregiudicare il tentativo di un possibile accordo di pace.

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Spagna, due giudici decideranno oggi il futuro di Puigdemont e Junqueras

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Il magistrato della Corte Suprema spagnola Pablo Llarena decidera’ nelle prossime ore se mettere fine alla detenzione preventiva di Oriol Junqueras e degli altri nove ex membri della deposta Generalitat catalana. Al contempo il Tribunale di primo grado di Bruxelles decidera’ se accettare la richiesta di estradizione formulata dal governo spagnolo nei confronti di Carles Puigdemont e degli altri quattro ex consiglieri espatriati insieme a lui nella capitale belga. Junqueras e gli altri otto esponenti incarcerati, esclusi Meritxell Borras e Lordi Cuixart, insieme a Puigdemont e agli altri politici riparatisi nel Belgio, sono tutti candidati alle prossime elezioni previste per il 21 dicembre con i partiti di Junts per Catalunya o Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc). La notizia e’ stata ripresa oggi da tutti i principali quotidiani spagnoli, da “El Pais” a “El Mundo”, passando per “Abc” e “La Vanguardia”. Tutti sottolineano il valore simbolico delle prossime elezioni che rappresentano una sfida per il sistema istituzionale dello Stato spagnolo. Le elezioni dovrebbero servire infatti a collocare tutte le parti politiche in una nuova realta’ politico-economica. Al momento non esiste un programma comune ai tre candidati indipendentisti, la cui sfida ora e’ quella di aggiudicarsi collettivamente il 50 per cento dei voti. I sondaggi prevedono una campagna elettorale vertiginosa a partire dalla mezzanotte di oggi, momento in cui iniziera’ ufficialmente la corsa ai voti per i candidati. “Il 21-D sara’ un test per conoscere la capacita’ di mobilitazione politica su un problema specifico. La societa’ catalana non e’ mai stata, dal momento del ripristino della democrazia, motivata come in questo momento”, ha dichiarato Narciso Michavila, sociologo e presidente di Gad3 citato dal quotidiano “Abc”.

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Gran Bretagna, il Partito laburista rischia di cadere nelle mani dell’estrema sinistra

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Il Partito laburista britannico sta facendo fronte ad una delle peggiori crisi della sua storia, rischiando di cadere sotto il controllo dell’estrema sinistra: e’ la drammatica denuncia lanciata dall’ex vice-leader del partito, Roy Hattersley, che per lanciare il suo allarme ha scelto le pagine del periodico di area “The Observer”, l’edizione settimanale del quotidiano laburista “The Guardian” in edicola ieri domenica 3 dicembre. In Gran Bretagna, denuncia Hattersley, il socialismo democratico sta rischiando di soccombere all’offensiva condotta congiuntamente dagli esponenti del sindacalismo piu’ radicale all’interno della centrale unica Unite e dalla corrente di estrema sinistra Momentum: l’obbiettivo e’ quello di far fuori tutti coloro che non si accodano abbastanza entusiasticamente alla linea dell’attuale leader James Corbyn. Hattersley, che “The Oberver” presenta come “un grande del partito”, nel suo intervento si spinge fino ad accusare l’ala sinistra di “sovvertire” la democrazia interna e di portare il Labour ad una spaccatura verticale come non si vedeva da almeno trent’anni. Il “casus belli” scatenante e’ la selezione del candidato laburista per le prossime elezioni suppletive di Watford: il comitato locale aveva escluso dalla lista per le primarie interne l’esponente della sinistra sindacale Mike Hedges, sostenuto appunto dalla corrente Momentum ma ritenuto “inadeguato” dalla base; ma poi era intervenuto il Comitato esecutivo nazionale (NEC) del partito, in cui i sostenitori di Corbyn hanno la maggioranza, per imporre il reintegro di Hedges tra i possibili candidati. In reazione, i militanti locali di Watford hanno scritto una lettera ai vertici del partito denunciando la scelta a favore dei Hedges imposta, a loro dire, dalle “guardie rivoluzionarie” di Corbyn: da un lato c’e’ il leader del partito che dice di volere piu’ democrazia interna, per coinvolgere maggiormente i simpatizzanti; dall’altro lato pero’ ci sono intanto i militanti della sua corrente Momentum, che intervengono a rovesciare le scelte della base ogni qual volta queste non corrispondono alle loro indicazioni. “Sembra di stare in Corea del Nord”, hanno scritto i laburisti di Watford nella loro “lettera aperta”, “e non in un partito che fa solo finta di voler essere democratico”.

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Gran Bretagna, i trafficanti di droga usano i Bitcoin per riciclare denaro

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – La polizia britannica lancia l’allarme, i trafficanti di droga usano i Bitcoin ed altre cripto-monete per riciclare denaro: lo scrive oggi lunedi’ 4 dicembre il quotidiano inglese “The Times” riferendo la denuncia fatta dall’ispettore Tim Court del reparto frodi di Scotland Yard. Secondo quanto ha denunciato l’ufficiale della Metropolitan police di Londra, i trafficanti utilizzano i circa 70 bancomat di cripto-monete presenti nella capitale britannica per convertire in Bitcoin i contanti in loro possesso frutto di attivita’ criminali: una volta convertito in cripto-monete, i soldi possono poi essere spesi o spostati in giro per il mondo liberamente e fuori da ogni controllo; alcuni di questi bancomat consentono di convertire contanti fino a 500 sterline (circa 560 euro, ndr) senza alcun bisogno di fornire le proprie generalita’. Per questo motivo Scotland Yard sta cercando sempre piu’ la collaborazione delle autorita’ giudiziarie e di polizia di altri paesi per identificare e sequestrare alle bande criminali beni acquistati con i Bitcoin: le monete virtuali sono stati create con intenti onesti, spiega l’ispettore Court, “ma ora sembra che siano diventate uno strumento del mondo criminale”; alcune cripto-monete sono concepite addirittura per nascondere le transazioni, rendendo ancora piu’ difficile per le forze dell’ordine determinarne l’origine. Lo afferma anche Raj Samani, capo ingegnere di McAfee e consulente di Europol, che al “Times” ha dichiarato: “Non c’e’ dubbio che le valute digitali facilitino il riciclaggio di denaro sporco; ora inoltre vengono usate anche per i reati piu’ “tradizionali”, come ad esempio per il pagamento di droghe ed altri prodotti illegali. Per i criminali, il denaro contante non e’ piu’ la prima scelta”. L’articolo del “Times” suggerisce che alla base del recente clamoroso aumento di valore dei Bitcoin ci siano proprio le caratteristiche che attraggono le attivita’ criminali: solo la scorsa settimana Europol ha scoperto oltre 1.700 transazioni illegali di denaro effettuate con monete digitali per un valore superiore ai 27 milioni di sterline (oltre 30 milioni di euro, ndr). Per tutti questi motivi, annuncia il quotidiano inglese, il governo britannico intende intervenire contro l’utilizzo dei Bitcon e delle altre cripto-valute a fini di riciclaggio ed evasione fiscale, adottando all’inizio dell’anno prossimo misure che obbligheranno le piattaforme di scambio ed i provider di portafogli digitali ad accertare l’identita’ dei loro clienti ed a comunicare alle autorita’ di polizia ogni attivita’ sospetta, proprio come gia’ sono tenute a fare le banche.

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Francia, i Repubblicani in cerca di un nuovo leader

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – I militanti dei Repubblicani voteranno domenica al primo turno delle elezioni che designeranno il futuro presidente di quel partito francese. “Libe’ration” dedica un lungo articolo in apertura dell’edizione odierna a Laurent Wauquiez, grande favorito dello scrutinio. Un candidato “molto a destra” la cui capacita’ di riunire il partito e’ “fortemente in discussione” afferma il quotidiano. Le previsioni parlano di una partecipazione che dovrebbe oscillare tra i 50 mila e i 60 mila votanti. Un numero nettamente inferiore rispetto ai 155 mila che votarono per Nicolas Sarkozy nel 2014 o i 175 mila del 2012. Secondo alcuni dirigenti del partito le cause sono riconducibili alla scarsa attenzione mediatica di queste elezioni anche se altri riconoscono il calo di attenzione da parte di molti elettori, che dopo la sconfitta alle ultime presidenziali hanno preferito passare dalla parte del presidente Emmanuel Macron. In caso di scarsa affluenza, il futuro capo dei Re’publicains fatichera’ ad imporre la legittimita’ del suo ruolo. I pesi massimo della destra francese guardano con diffidenza Wauquiez e non sembrano disponibili a fare nessuna concessione al loro futuro leader. Le sue posizioni sono spesso giudicate troppo estreme e per questo alcuni dirigenti fanno fatica ad accettare il suo programma.

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Francia, successo dei nazionalisti alle elezioni territoriali in Corsica

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Grande successo del partito nazionalista “Per la Corsica” al primo turno delle elezioni territoriali dell’isola. La stampa francese dedica ampio spazio all’argomento, sottolineando il “maremoto” elettorale scatenato dalla lista, che ottiene il 45,36 per cento delle preferenze. Restano dietro le due liste di destra, rispettivamente al 14,97 per cento e al 12,77 per cento, mentre la Re’publique en Macrche, il partito del presidente Macron, conferma le sue difficolta’ ad affermarsi sul territorio con uno scarso 11,26 per cento. “Le Monde” afferma che questo risultato stupisce gli stessi rappresentanti, nonostante fossero i grandi favoriti. Secondo “Les Echos” ci sono “ampie possibilita’” che questo risultato venga confermato anche al secondo turno, previsto per la prossima domenica”. “Oggi la Corsica invia un segnale molto forte a Parigi e lo fa con una voce ampiamente maggioritaria: vogliamo la pace, vogliamo la democrazia, vogliamo costruire un’isola emancipata”. Lo afferma il leader di “Per a Corsica”, Gilles Simeoni, in un messaggio inviato al presidente francese Emmanuel Macron. “Le Figaro” osserva che un probabile “fronte repubblicano” al secondo turno formato dalle due liste di destra potrebbe non essere sufficiente per arginare l’avanzata dei nazionalisti. “E’ la prova che le manovre per costruire una coalizione eterogenea per fare sbarramento ai nazionalisti sono state sanzionate” ha dichiarato Simeoni. “Le Monde” riconosce che Se questo successo si dovesse confermare, il prossimo passo sara’ quello di rivolgersi al presidente Macron “per avere piu’ autonomia”.

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Germania, l’intelligence mette in guardia dai minori di ritorno dai territori dell’Isis

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – In un’intervista rilasciata all’agenzia stampa tedesca “Dpa”, il capo dell’Ufficio per la protezione della Costituzione, Hans-Georg Maassen, mette in guardia in merito ai rischi legati al rientro nel paese delle donne tedesche che negli scorsi anni hanno aderito allo Stato islamico in Siria e in Iraq e dei loro figli. Secondo Maassen, il servizio di intelligence nazionale tedesco ha difficolta’. “Ci sono minori che sono stati sottoposti al lavaggio del cervello nelle “scuole” dell’Isis e che sono altamente radicalizzati. Per noi questo e’ un problema, perche’ questi bambini e giovani possono essere pericolosi. Le donne che hanno vissuto in questi ultimi anni nelle aree occupate dall’Isis sono spesso radicalizzate, tanto da poter essere definite a tutti gli effetti jihadiste”, ha dichiarato il funzionario dell’intelligence tedesca. Il numero di radicalizzati islamici in Germania e’ piu’ alto che mai: oltre 700 individui. Si tratta di persone che le autorita’ di sicurezza reputano potenziali terroristi. Negli ultimi anni, oltre 950 islamisti dalla Germania si sono recati in Siria e in Iraq per aderire all’Isis, e di questi circa il 20 per cento erano donne. Un terzo e’ tornato in Germania. La grande ondata di ritorno degli uomini non e’ invece ancora iniziata. Maassen ha avvertito che anche se l’Isis fosse completamente respinto, il gruppo terroristico non e’ stato affatto sconfitto. “La caduta geografica dell’Isis in Siria e in Iraq non porta alla scomparsa di quell’organizzazione terroristica”, ha sottolineato, aggiungendo che “c’e’ un califfato informatico globale”.

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Regno Unito, segretario Commercio britannico Greg Clark: “Non vogliamo isolarci”

04 dic 10:59 – (Agenzia Nova) – Il segretario del Commercio britannico Greg Clark ha votato contro la Brexit, ma ha preso atto del parere espresso dai cittadini e punta a mediare la soluzione migliore per il Regno Unito. Di recente ha presentato una strategia di politica industriale per rafforzare la competitivita’ delle aziende britanniche, anche in vista della transizione verso l’economia digitale. In tale ottica, il segretario guarda alla Germania come ad un partner. In un’intervista concessa al quotidiano tedesco “Handelsblatt”, Clark esprime l’auspicio che i negoziati con la Ue non siano lontani da una svolta in vista della quale i regolamenti esistenti dovrebbero continuare ad essere validi. Il segretario ritiene inoltre che lo stato dell’economia britannica sia robusto e che il paese continuera’ a crescere assieme all’occupazione. Londra vuole modernizzare la sua economia, e per conseguire tale obiettivo e’ necessario un ruolo attivo ed energico del governo, sostiene Clark. La Germania e la Gran Bretagna hanno molto in comune. I piani di entrambi i Paesi si basano sulla consapevolezza della necessita’ di un consenso nazionale sulla politica industriale e le istituzioni necessarie. Nel Regno Unito il settore dei servizi e’ senz’altro piu’ sviluppato che in Germania o in altre nazioni, ma in questo settore la produttivita’ e’ difficile da misurare. La Gran Bretagna ha identificato 5 aree per aumentare la produttivita’: in primo luogo la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione; in secondo luogo il miglioramento delle competenze della forza lavoro; in terzo luogo gli investimenti nelle infrastrutture; in quarto luogo migliori opportunita’ di crescita per le piccole imprese, ed infine un miglior equilibrio tra regioni ricche e povere. Gli investimenti finanziati con fondi pubblici dovrebbero aumentare da 9,5 miliardi di sterline a 12,5 miliardi nei prossimi cinque anni. La tecnologia e l’informatizzazione digitale sono un passo necessario per l’industria. “Non vogliamo ritirarci dall’Europa, ma al contrario vogliamo piu’ cooperazione”, ha sottolineato Clark. Londra vuole anche rimanere un centro finanziario aperto al mondo.

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