Indagine

Cambio operatore in Italia? Non soltanto questione di prezzo

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Alla base del cambio operatore negli ultimi mesi non soltanto la ricerca di prezzi più contenuti ma anche i problemi di copertura vissuti dalla maggior parte di chi ha deciso di lasciare il vecchio contratto.

Non soltanto una questione di prezzo più basso. Anche una scarsa copertura del segnale mobile è fra i motivi principali che contribuiscono alla maggior parte dei cambi operatore in Italia. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Opensignal nei primi nove mesi del 2020, secondo cui nella maggior parte dei ‘churn’ (abbandoni) poco prima di cambiare i cosiddetti ‘leavers’ (coloro che hanno deciso di lasciare il vecchio operatore) avevano esperito un peggioramento della copertura mobile rispetto al normale.

Grandi brand vs brand secondari

Un altro aspetto emerso dall’analisi riguarda il fatto che mentre i grandi brand TIM, Vodafone e WindTre stanno perdendo clienti, i rispettivi brand low cost — Kena Mobile, ho. e Very Mobile — stanno invece guadagnando utenti.

Mercato saturo

Il cambio operatore è un fattore rilevante in un mercato mobile come il nostro, che non sta più crescendo. Ed è per questo che per acquisire nuovi clienti bisogna per lo più convincerli a lasciare il vecchio operatore, osserva Opensignal.

SIM human in calo

Il numero totale di SIM attive in Italia esclusi i dispositivi machine-to-machine (M2M) è in costante diminuzione da anni. Agcom ha riferito che a fine giugno 2020 l’Italia aveva 78,1 milioni di SIM, escluso quelle M2M, in calo rispetto ai 94,1 milioni di SIM alla fine di dicembre 2012. Agcom registra anche una quantità costante di operazioni di Mobile Number Portability (MNP) – una media di 3,4 milioni di operazioni a trimestre negli ultimi cinque anni, a conferma che il churn è una dinamica vivace del mercato.

Per realizzare la sua analisi, Opensignal ha calcolato la percentuale di “Leavers” che ogni operatore di telefonia mobile ha perso e guadagnato rispetto al numero totale di “Leavers”. Quindi, per ogni operatore di telefonia mobile, ha calcolato la differenza tra queste due percentuali, per trovare il flusso netto di “Leavers”.

MVNO

Oltre al calo di clienti dei grandi brand a favore dei secondary brand di famiglia, Opensignal ha osservato anche  negli ultimi mesi un crescente numero di utenti che si sono spostati verso operatori low cost fra cui Iliad, Poste Mobile e altri MVNO, il che “suggerisce che le attuali sfide economiche causate dalla pandemia COVID-19 stanno aumentando la consapevolezza dei prezzi degli abbonati mobili”, aggiunge Opensignal.

I Leavers di tutti e quattro gli MNO nazionali hanno trascorso in media tra il 64% e il 94% di tempo in più senza un segnale mobile rispetto ai punteggi medi sulle loro reti; hanno anche trascorso meno tempo a connettersi a una connessione mobile 3G o 4G – disponibilità 3G / 4G – e hanno riscontrato una disponibilità 4G inferiore. “I nostri dati suggeriscono quindi che gli utenti che riscontrano debolezza delle reti mobili hanno maggiori probabilità di cambiare il proprio fornitore di servizi mobili”, sostiene Opensignal.