Lo studio

Cambiamenti climatici in città, servono 29 mila miliardi di dollari per le infrastrutture strategiche globali. Il Report sull’Italia

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“Climate smart city”, città climaticamente neutre per salvare vite umane ed evitare disastri materiali ed economici che, con il passare del tempo, diverranno inevitabili se non si interviene subito. Servono più risorse e nuove infrastrutture più resilienti ai cambiamenti climatici nelle aree: efficienza energetica, rinnovabili, trasporti pubblici, mobilità elettrica, trattamento acqua e rifiuti.

I costi degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia aumentano rapidamente e in modo esponenziale al crescere dell’innalzamento della temperatura nei diversi scenari, con valori compresi tra lo 0,5% e l’8% del Pil a fine secolo.

L’impatto del climate change sul nostro Paese, entro il 2100, aumenterà la disuguaglianza economica tra regioni e riguarderà praticamente tutti i settori dell’economia nazionale.

Il Report e l’analisi dei rischi

Le perdite maggiori sono attese nelle reti e nella dotazione infrastrutturale del Paese, nell’agricoltura e nel settore turistico nei segmenti sia estivo che invernale, ma i cambiamenti climatici richiederanno anche numerosi investimenti e rappresentano quindi un’opportunità di sviluppo sostenibile che il Green Deal europeo riconosce come unico modello di sviluppo per il futuro.

Considerazioni fondamentali per comprendere il futuro prossimo che aspetta tutti noi e che sono contenute nel nuovo Rapporto pubblicato dalla Fondazione CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, con il titolo “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia”.

Clima in città: tra aumento delle temperature e della mortalità

In seguito all’incremento nelle temperature medie ed estreme, alla maggiore frequenza (e durata) delle ondate di calore e dei nubifragi, bambini, anziani, disabili e persone più fragili saranno coloro che subiranno maggiori ripercussioni in ambiente urbano.

Sono attesi, infatti, incrementi di mortalità per cardiopatie ischemiche, ictus, nefropatie e disturbi metabolici da stress termico e un incremento delle malattie respiratorie dovuto al legame tra i fenomeni legati all’innalzamento delle temperature in città (isole di calore) e concentrazioni di ozono (O3) e polveri sottili (PM10).

In città, dove vive il 56% degli italiani, le temperature estive aumenteranno progressivamente e, durante le ondate di calore più severe, la temperatura potrebbe raggiungere uno scarto con le zone extraurbane compreso i un’anomalia di +5/+10°C.

Il numero delle notti tropicali in città, cioè con temperature con scendono mai sotto i +20°C, aumenteranno di numero, secondo lo studio: mediamente +18 notti tropicali d’estate entro il 2050.

Lo studio individua inoltre un forte legame tra aumento delle temperature e delle ondate di calore in città, inquinamento e degradamento della qualità dell’aria.

Il cambiamento climatico in tutta Italia

Più in generale, i diversi modelli climatici sono concordi nel valutare un aumento della temperatura fino a +2°C nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010).

Nello scenario peggiore l’aumento della temperatura può raggiungere i +5°C.

Nel contempo, si stima una diminuzione generale delle precipitazioni estive nelle regioni del Centro e del Sud Italia e un aumento di eventi con precipitazioni intense. In tutti gli scenari, comunque, aumenta il numero di giorni caldi e dei periodi senza pioggia.

Gli investimenti in infrastrutture strategiche

In questo scenario, è fondamentale tornare ad investire massicciamente in infrastrutture “climate smart”, strategiche per affrontare i cambiamenti che ci attendono, per aumentare la resilienza economica del Paese e per garantire i massimi livelli di sicurezza ai cittadini.

Un Rapporto delle Nazioni Unite, dal titolo “Catalyzing Private Sector Investment in Climate Smart Cities”, ha quantificato gli investimenti in infrastrutture critiche, relative a sei aree strategiche, in 29.400 miliardi di dollari entro la fine del secolo.

Efficienza energetica, fonti energetiche rinnovabili, trasporti pubblici puliti, mobilità elettrica, tecnologie e tecniche di nuova generazione per il trattamento dei rifiuti e la gestione delle risorse idriche, sono le sei aree chiave su cui, sempre secondo lo studio, i Governi e gli investitori privati si dovrebbero concentrare nei prossimi anni.

Ogni dollaro investito in queste infrastrutture garantirà ricavi per 4 dollari. E’ stato calcolato che spendere soldi in resilienza urbana in 279 città prese in esame da un Report Lloyds potrebbe generare un apporto al PIL nazionale di 73 miliardi di dollari l’anno.

Se non si procedere su questa strada e si preferirà non fare nulla, entro il 2030 i danni in città causati dagli impatti dei cambiamenti climatici potrebbero ammontare a 314 miliardi di dollari l’anno.