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Call Center, incentivi per l’occupazione giovanile solo alle imprese di ‘qualità’

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L’emendamento presentato in legge di Bilancio dalla senatrice Pezzopane vuole limitare l’applicazione dell’incentivo strutturale all’occupazione giovanile alle sole imprese di call center che siano in possesso della certificazione di qualità.

Limitare l’applicazione dell’incentivo strutturale all’occupazione giovanile alle sole imprese di call center che siano in possesso della certificazione di qualità e requisiti specifici quali l’adempimento di obblighi fiscali, rispetto dei contratti collettivi e l’utilizzo di personale qualificato.

L’emendamento presentato in legge di Bilancio dalla senatrice Pezzopane incontra da sempre gli sforzi di Assocontact, l’Associazione che rappresenta le società che gestiscono servizi di Contact Center, verso una maggiore regolamentazione del settore.

“La decontribuzione strutturale per i nuovi assunti deve essere un premio per le aziende virtuose. Serve una garanzia che questo strumento, utile per l’occupazione, non venga sfruttato per praticare politiche di dumping sui prezzi. Per questo riteniamo molto efficace limitare l’applicazione della norma solo alle aziende in possesso di certificazione”, dichiara Paolo Sarzana, presidente Assocontact.

La proposta, in linea con gli interventi delle precedenti leggi di bilancio, vuole anche contribuire a contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni. Si prevedono infatti benefici a fronte di requisiti di qualità, che passino anche per un personale debitamente formato e aggiornato. Uno strumento che si pone a tutela di lavoratori e consumatori.

Inoltre, l’attivazione di un Osservatorio nazionale permanente per i call center si propone come mezzo di risoluzione delle problematiche che il settore è costretto ad affrontare quotidianamente.

Tra i compiti dell’Osservatorio, la formazione di personale altamente qualificato grazie a misure volte ad incentivare l’occupazione e interventi mirati per la ricerca, l’innovazione e il processo di digitalizzazione.

Contro le chiamate moleste, poi, l’istituzione di un codice etico di condotta per le imprese da adottare per il rispetto di consumatori e committenti. Sindacati, organizzazioni nazionali di categoria e associazioni dei consumatori lavoreranno insieme con l’obiettivo di offrire servizi e lavoro di qualità.