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Bruxelles valuta nuove norme per limitare l’impatto dell’AI sul posto di lavoro

Un pacchetto di nuove norme per regolare il lavoro in tempi di AI è al vaglio della Commissione Ue. Il pacchetto previsto per l’anno, battezzato Quality Jobs Act, potrebbe contenere regole per limitare la presenza e l’uso dell’AI in posizioni decisionali e in ogni caso nuove regole per la gestione degli algoritmi e dello smart working. Di seguito un passaggio significativo del documento in discussione.

Circoscrivere il ruolo degli algoritmi nelle decisioni aziendali

La roadmap pubblicata oggi prevede che la norma potrebbe contrastare appunto la presenza eccessiva dell’AI sul posto di lavoro, specialmente l’uso di software di Intelligenza Artificiale per la gestione dei lavoratori. Tanto più che secondo un recente studio commissionato dall’Esecutivo europeo evidenzia che un’azienda su quattro usa già gli algoritmi di AI per prendere decisioni che impattano sull’attività dei lavoratori.

Tema già dibattuto con Uber

La Ue ha già discusso e approvato questo genere di utilizzi dell’AI nel caso di servizi forniti da lavoratori di piattaforme come Uber, ad esempio. Ma la Commissione sta meditando di fare un passo in avanti ulteriore.

II Quality Jobs Act vuole inoltre prendere in considerazione il parere di sindacati e datori di lavoro sulle condizioni dello smart working e del diritto di disconnessione.  

Diritto di disconnessione

I sindacati, come riporta Euractiv, auspicano che i dipendenti abbiano il diritto di non essere disturbati dal datore al di fuori dell’orario di lavoro.

Entrambi questi ambiti, in fase di valutazione per l’inclusione nel Quality Jobs Act, sono controversi e la Commissione non ha ancora deciso come affrontarli nella proposta del prossimo anno.

La Commissaria per l’Occupazione, Roxane Mînzatu, ha detto oggi che vorrebbe esaminare la trasparenza dell’utilizzo dell’AI sul posto di lavoro, nonché valutare i limiti etici e la proporzionalità per quanto riguarda gli utenti della tecnologia.

Tema trasversale Lavoro-Digitale

“Si tratta di una serie di argomenti che non sono trattati nel quadro attuale, che riguarda principalmente la sicurezza dei prodotti e non il rapporto tra il datore di lavoro che impiega l’AI e il lavoratore”, ha aggiunto a proposito dell’AI Act dell’UE.

Qualsiasi nuova regolamentazione in questo ambito riguarderebbe anche un’altra divisione della Commissione, la DG CONNECT, guidata dalla Commissaria alla Sovranità Digitale Henna Virkkunen. Riguardo al suo rapporto con Virkkunen, Mînzatu ha detto che stanno lavorando a stretto contatto, suggerendo che condividono una visione “coerente” sulla necessità di un ambiente affidabile per promuovere l’adozione dell’AI.

Per quanto riguarda il potenziale diritto alla disconnessione, la palla è nel campo della Commissione, poiché i colloqui tra datori di lavoro e sindacati sono falliti nel 2023. Da allora, l’esecutivo dell’UE ha ascoltato le opinioni di entrambe le parti e dovrà cercare di riunirle nella prossima proposta.

Anche la commissione per l’occupazione del Parlamento ha recentemente chiesto nuove norme vincolanti sull’AI sul lavoro, sebbene la relazione non sia ancora stata approvata in plenaria, dove potrebbe essere bloccata da gruppi politici incentrati sulle imprese.

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