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Brexit, violata la privacy dei cittadini: dati personali raccolti per scopi pubblicitari

Tutta ancora da scoprire l’indagine in corso portata avanti da un gruppo di avvocati per la protezione dei dati personali. Secondo l’accusa, il partito conservatore britannico avrebbe chiesto ai cittadini di partecipare ad una campagna online a favore dell’uscita della Gran Bretagna dall’Union europea, la celebre “Brexit”.

Secondo gli avvocati, però, i dati chiesti ai cittadini (nome, cognome, indirizzo di residenza, indirizzo email, codice avviamento postale e altro ancora) sulla pagina “MPs can’t pick and choose which votes to respect. But some are. Don’t let them get away with it”, non venivano trattati in base a quanto stabilito dalle leggi britanniche in materia di privacy, ma sfruttati per attività di profilazione e per sviluppare messaggi pubblicitari personalizzati.

Secondo l’esperto sulla protezione dei dati personali e la tutela della privacy, Robin Hopkins, interrogato da Good Law Project, se gli utenti chiamati a partecipare alla campagna pro-Brexit non sono informati a dovere sulle finalità della campagna e ad essi non è chiesto il consenso informato al trattamento dei dati, è probabile che il Partito conservatore possa incappare in una causa relativa alla violazione delle leggi che regolano la privacy in Gran Bretagna.

Secondo Hopkins, ci sono purtroppo tutte gli indizi per un uso distorto delle informazioni personali dei cittadini in occasione di questa campagna pro-Brexit.

Studiando la pagina dedicata alla Brexit e pubblicata su internet da parte del partito conservatore, emerge chiaramente l’insufficiente informazione al pubblico in relazione alle finalità del trattamento dei dati personali.

Good Law Project ha ribadito dalle pagine del quotidiano The Guardian tutte le sue preoccupazioni in relazione alle pratiche illecite di gestione dei dati personali e all’impatto negativo che queste avranno sugli stessi processi democratici nel Regno Unito.

Questo tipo di preoccupazioni non sono nuove in Gran Bretagna. Erano già emerse proprio in occasione del voto per il referendum sulla Brexit, quando la propaganda conservatrice, che seguiva le indicazioni dello stratega Dominc Cummings (oggi consigliere speciale del Primo ministro Boris Johnson), ha utilizzato tecniche di micro-targeting per sfruttare i dati personali con lo scopo di sviluppare annunci online personalizzati, anche su Facebook.

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