L'Analisi

Brexit, effetti ‘devastanti’ per cinema e tv in UK

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L’uscita del Regno Unito dall’Ue produrrà effetti ‘devastanti’ per l’industria dell’audiovisivo.

L’industria del cinema e della tv britannica è ancora sconvolta per la clamorosa vittoria del ‘leave’ (52% contro 48%).

Il settore si era apertamente schierato contro la Brexit e ora teme fortemente per il futuro.

L’Unione europea non è solo il principale partner commerciale nel Regno Unito ma fornisce anche milioni di sterline di aiuti al mercato e strutture per la coproduzione.

Il finanziamento previsto dal Programma Ue MEDIA solo per il periodo 2007-2013 prevedeva per l’audiovisivo UK 111 milioni di sterline (110 mln di euro).

A marzo un portavoce della Commissione Ue aveva dichiarato a Screen che “Europa Creativa (la più recente iterazione del Programma MEDIA) ha supportato 227 organizzazioni culturali e creative e compagnie dell’audiovisivo in UK, tra cui 52 sale del network Europa Cinemas, e la distribuzione cinematografica di 84 film britannici in altri Paesi europei, per un totale di 40 milioni di euro”.

L’incertezza per la sterline fa temere chi aveva sempre investito in UK.

Secondo un’analisi di Screen, i risultati del referendum hanno immediatamente determinato il calo del prezzo delle azioni di diversi broadcaster nazionali come ITV o Sky ma anche di player mondiali come Vivendi o eOne.

Michael Ryan, presidente della Independent Film & Television Alliance e partner di GFM Films, ha commentato: “La decisione di uscire dall’Ue è un duro colpo per l’industria cinematografica e televisiva britannica. La produzione di programmi televisivi e cinematografici è un business molto rischioso e costoso e serve la certezza delle regole”.

“Questa decisione – ha aggiunto – ha appena fatto saltare in aria la nostra fondazione. Oggi non sappiamo più come funzioneranno i nostri rapporti con i coproduttori, finanziatori e distributori, se ci saranno nuove tasse per noi nel resto d’Europa, come verrà gestito il finanziamento alla produzione”.

“Il Regno Unito – ha detto ancora – è sempre stato un collaboratore forte e vibrante per l’economia, tutto questo sarà probabilmente devastante per noi”.

La scorsa settimana la Creative Industries Federation – che conta 1000 membri tra i quali Fox, Aardman, Lionsgate, Channel4, NBC Universal e Disney – ha riferito che secondo un recente sondaggio il 96% dei suoi componenti ha votato ‘Remain’ per ragioni che vanno dalla libertà di movimento al FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) e ad altre forme di finanziamento o al desiderio di partecipare al tavolo delle cruciali negoziazioni IP.

Un collettivo di produttori di alto livello UK all’inizio della settimana aveva avvertito dei rischi di un’uscita del Regno Unito dalla Ue.

Il Ceo della Creative Industries Federation, John Kampfner, ha garantito che l’organizzazione giocherà un ruolo positivo nella salvaguardia del futuro delle arti, dell’industria creativa e della cultura. Sarà di vitale importanza, quindi, che tutte le parti lavorino insieme per assicurare gli interessi del settore su questioni come l’accesso ai finanziamenti e la tutela dei talenti.