L'acquisizione

BreakingDigital. Ecco perché Nikkei rileva il Financial Times

di Michele Mezza, (docente di Culture Digitali all’Università Federico II Napoli) - mediasenzamediatori.org |

I giapponesi di Nikkei hanno speso un miliardo di euro non tanto per il prestigio della testata, quanto per il modello digitale impresso al giornale due anni fa dal direttore Lionel Barber

Cosa comprano i giapponesi di Nikkei con più di un miliardo di euro speso per il grande quotidiano britannico?
Una grande redazione una grande influenza? Si certo.

Una grande eco globale? Anche.

Ma soprattutto comprano il piano Digital First del direttore Lionel Barber.
Circa due anni fa, Barber riunì la sua prestigiosa redazione e annunciò un programma di riorganizzazione filosofica del giornale.

BreakingDigital, rubrica a cura di Michele Mezza (docente di Culture Digitali all’Università Federico II Napoli) –mediasenzamediatori.org. Ultimo libro pubblicato Giornalismi nella rete, per non essere sudditi di Facebook e Google,Donzelli editore. Analista dei processi digitali e in particolare delle contaminazioni social del mondo delle news. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

In una lettera inviata a tutti i suoi giornalisti così scriveva il direttore del Financial Times: “…In primo luogo, va detto che è morto per sempre il processo produttivo del giornale mutuato dagli anni Settanta, che ha subito cambiamenti solo nel tempo solo per aggiungere edizioni locali nel corso della notte. In futuro il giornale cartaceo deriverà dal web e non viceversa. Il nuovo FT cartaceo sarà prodotto da un piccolo team specializzato che lavorerà a fianco di un più folto team integrato e dedicato a tempo pieno alla versione web…“.

Una vera rivoluzione copernicana nel cuore dell’ortodossia aristotelica.
La lettera di Barber arrivava in contemporanea ad altre lettere che negli stessi giorni venivano consegnate ai redattori del Guardian, del New York Times e del Washington Post.

E quella che nel mio libro Giornalismi nella rete (giornalisminellarete.donzelli.it) definisco ” la rivolta dei direttori che segue la rivoluzione dei lettori“.

Il filo conduttore è il cambio concettuale dell’idea di giornale, dove vige una nuova legge, una legge che brutalmente il direttore del Guardian Alan Rusbridger getta in faccia ai suoi giornalisti: “Oggi i lettori ne sanno più di noi”.
Per questo, nella sua lettera Digital First Barber chiede  ai suoi giornalisti di “disancorarsi dalle news” nell’edizione cartacea per trasferire il valore aggiunto di un’informazione di analisi e commenti permanentemente all’inseguimento delle notizie sul web.
Una strategia che ha portato in solo 18 mesi il Financial Times a diventare il primo quotidiano digitale del mondo con 2/3 delle sue 720 mila copie circolanti indotte dagli abbonamenti digitali.
Questo è oggi il patrimonio che comprano i giapponesi di Nikkei: un gruppo di giornalisti moderni che guida proficuamente la transizione in digitale, una testata prestigiosa che parla all’intera comunità finanziaria del mondo, e una potenza tecnologica che trasforma ogni notizia in un report personalizzabile.
Questa è la vera lezione per ogni editore e soprattutto per ogni giornalista che continua a guardare rancorosamente il web.