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Bonus verde ed ecobonus in manovra, stimati 28 miliardi di investimenti

Ieri è stata varata dal Consiglio dei Ministri la nuova Legge di Bilancio 2018. In attesa della sua approvazione da parte del Parlamento, sono diverse le misure in essa contenute per la crescita, il lavoro e la sostenibilità, a partire dalla stabilizzazione dell’ecobonus e all’istituzione di un bonus verde.

Leggendo il comunicato del Governo, al capitolo competitività si legge: “Sono confermate molte misure di contenimento della pressione fiscale e sviluppo, già contenute nella precedente legge di bilancio, quali le agevolazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed energetica, il superammortamento e l’iperammortamento”.

L’ecobonus è un’agevolazione fiscale (detrazioni Irpef/Ires) destinata a chi sostiene spese per gli interventi di riqualificazione energetica, sia in casa, sia negli edifici condominiali, sia in ufficio o in negozio e capannoni industriali.

Il bonus verde, invece, è una nuova misura che prevede la detrazione al 36% per la cura dei giardini e dei terrazzi, più in generale per la “sistemazione a verde” di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari private di qualsiasi genere (terrazzi, giardini, anche condominiali), anche mediante impianti di irrigazione, nonché a lavori di recupero del verde di giardini di interesse storico.

Di fatto una misura contro l’inquinamento, per iniziare a ricoprire di verde le nostre città e per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Basti pensare che, secondo stime del CNR, i duemila ettari di verde della Città di Milano sono in grado di assorbire fra le 60 e le 100 tonnellate di PM10 e gas ogni anno.

Come ha scritto ieri sul suo profilo Facebook Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente e Territorio della Camera, e Presidente onorario di Legambiente: “Positiva la misura annunciata, a partire dall’estensione dell’ecobonus all’eliminazione dell’amianto, dall’utilizzo del credito d’imposta anche per favorire le certificazioni statiche degli edifici, premessa per dare corpo al fascicolo di fabbricato, dalla semplificazione della cedibilità del credito, allargando le varie forme di incentivazioni anche all’edilizia pubblica e alle imprese”.

Secondo i dati del servizio studi della Camera dei Deputati e del Cresme, ha poi precisato Realacci, “quest’anno le varie forme di incentivazione (credito di imposta, ecobonus, sismabonus) produrranno 28 miliardi di investimenti e circa 400mila posti di lavoro fra diretti e indotto”.

In effetti, dalle stime elaborate dal Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio (Cresme), si stima che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato 16 milioni di interventi dal 1998 al 2017, ossia il 62% del numero di famiglie italiane stimato dall’ISTAT pari a 25,9 milioni.

Sulla base delle dinamiche registrate nei primi sette mesi dell’anno, le previsioni per il 2017 indicano un volume di spesa complessivo di 28 miliardi di euro, imputabili per 3.249 milioni di euro alla riqualificazione energetica e per 24.781 milioni al recupero edilizio.

Nello stesso periodo, si legge nello studio del Centro ricerche pubblicato a settembre, le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 264 miliardi di euro, di cui 229,4 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e 34,6 miliardi la riqualificazione energetica. Il dato a consuntivo per il 2016 indica un volume di investimenti pari a 28.243 milioni di euro veicolati dagli incentivi riconducibili a 3.309 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 24.934 milioni di euro per il recupero edilizio.

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