Bonus Sicurezza: cosa prevede la Legge di Bilancio e come ottenerlo
La Legge di Bilancio conferma la disponibilità del Bonus Sicurezza, l’agevolazione fiscale dedicata ai cittadini che desiderano migliorare la protezione della propria abitazione o dei propri immobili. Pochi però lo conoscono e in pochissimi l’hanno richiesto.
Come previsto ai Commi 54-56 (Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici), però, il provvedimento subisce una significativa revisione rispetto agli anni precedenti: vengono ridotti sia il tetto massimo di spesa che la percentuale di detrazione, segnalando un graduale ridimensionamento dell’incentivo.
La sicurezza è un tema sempre più centrale nella vita degli italiani. L’88,8% dei nostri concittadini pensa che sia una sfida collettiva, cui contribuiscono lo Stato, che è il perno centrale, le aziende e i privati cittadini e l’84,9% della popolazione pensa che avere dispositivi di sicurezza fa vivere meglio e stare più tranquilli.
È quanto emerge dal 4° Rapporto dell’Osservatorio Censis-Verisure sulla Sicurezza della Casa, intitolato «La sicurezza al servizio degli italiani», realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno.
Come ha detto Anna Italia, Direttrice di ricerca Censis, però, “solo il 5% della popolazione italiana conosce il bonus sicurezza” e questo perché “gli italiani di fatto non sanno che c’è la possibilità di detrarre una parte delle spese che sono sostenute per sistemi di sicurezza”.
Secondo l’indagine, il 59,7% della popolazione sarebbe interessato a dotarsi di un sistema di allarme, ma è convinto che costi troppo, con percentuali che arrivano al 70,9% tra i meno abbienti.
Che cos’è il Bonus Sicurezza
Il Bonus Sicurezza è una detrazione fiscale sulle spese sostenute per installare o potenziare sistemi di sicurezza atti a prevenire furti, aggressioni o atti illeciti. Si tratta, quindi, di un incentivo destinato ai cittadini che desiderano rendere più sicure le proprie abitazioni, senza essere obbligati a intraprendere lavori di ristrutturazione.
La misura resta infatti slegata da qualsiasi intervento edilizio: è sufficiente effettuare investimenti finalizzati alla sicurezza per poter accedere al beneficio.
Cosa cambia nel 2025
Sono previste nuove condizioni economiche per usufruire del bonus.
Il limite massimo di spesa detraibile scende da 96.000 a 48.000 euro per unità immobiliare, mentre l’aliquota di detrazione passa dal 50% al 36%.
La somma riconosciuta viene ripartita in dieci rate annuali di pari importo, che potranno essere scalate dall’imposta sul reddito (IRPEF) nei successivi anni fiscali.
La riduzione del beneficio lascia intendere che il bonus possa subire ulteriori tagli nei prossimi esercizi o, eventualmente, essere eliminato del tutto. Per questo motivo, chi sta pianificando interventi di sicurezza – come l’installazione di allarmi, porte blindate o sistemi di videosorveglianza – farebbe bene a muoversi entro il 2025, sfruttando le condizioni attualmente più favorevoli.
Quali interventi sono ammessi
Le spese ammesse al Bonus Sicurezza riguardano l’acquisto e l’installazione dei seguenti dispositivi:
- impianti di allarme e sistemi antintrusione;
- videocitofoni e citofoni;
- saracinesche e tapparelle metalliche con bloccaggi;
- porte blindate e grate di sicurezza;
- telecamere e sistemi di videosorveglianza;
- vetri antisfondamento e casseforti.
Tutti gli interventi devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2025, e i pagamenti devono essere tracciabili, eseguiti tramite bonifico “parlante”, carta di credito, debito o bancomat.
Come funziona e come richiederlo
Il Bonus Sicurezza non richiede la presentazione di una domanda preventiva.
L’agevolazione viene riconosciuta direttamente in sede di dichiarazione dei redditi, attraverso la compilazione del modello 730 o Modello Redditi PF (ex Unico).
Per ottenere la detrazione è necessario conservare e indicare i seguenti dati:
- codice fiscale del beneficiario;
- partita IVA o codice fiscale dell’impresa che ha eseguito i lavori;
- causale del versamento e dati del bonifico;
- numero e data delle fatture;
- importo totale delle spese sostenute.
Il pagamento deve avvenire tramite bonifico parlante per detrazioni fiscali, che riporti con precisione la causale e i riferimenti fiscali richiesti.
A chi spetta
Possono accedere al Bonus Sicurezza tutti i soggetti titolari di reddito imponibile IRPEF, senza limiti di reddito.
Tra i beneficiari rientrano:
- i proprietari e i nudi proprietari dell’immobile;
- i titolari di diritti reali di godimento (usufrutto, uso, abitazione, superficie);
- inquilini e comodatari;
- soci di cooperative e soci di società semplici;
- imprenditori individuali, purché l’immobile non sia strumentale all’attività o considerato merce.
Hanno inoltre diritto alla detrazione, se sostengono la spesa e risultano intestatari del pagamento:
- il familiare convivente del proprietario (coniuge, parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo);
- il coniuge separato assegnatario dell’immobile;
- il convivente di fatto (more uxorio), anche se non proprietario dell’abitazione.
Il Bonus Sicurezza rappresenta ancora una valida opportunità per chi intende investire nella protezione della propria abitazione, ma la riduzione delle soglie economiche ne ridimensiona l’impatto.
La scelta del Governo sembra orientata a una graduale razionalizzazione delle agevolazioni edilizie, spingendo i contribuenti a intervenire entro tempi brevi.
Chi desidera potenziare la sicurezza domestica farebbe bene a pianificare gli interventi entro l’anno, sfruttando l’attuale detrazione del 36% e il tetto di 48.000 euro ancora in vigore.


