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Bonus mobilità, 120 milioni di euro per l’acquisto di biciclette e altri mezzi elettrici. Arriva il “mobility manager”

Nel decreto rilancio approvato dal Governo Conte c’è il bonus mobilità e tutto o quasi quello che era stato annunciato in questi ultimi giorni per rivedere in generale il modo in cui ci si sposta in città.

Ci sono i soldi per il bonus e ulteriori agevolazioni per una nuova mobilità, più pulita e meno caotica, qualche dubbio sulle nuove regole stradali.

Per i cittadini che abitano in Comuni con oltre 50 mila abitanti, come Città metropolitane, capoluoghi di regione e provincia, c’è quindi la possibilità di accedere al “bonus mobilità”, “pari al 60 per cento della spesa sostenuta e comunque non superiore a euro 500, a partire dal 4 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020”.

Sono anche specificate le risorse su cui fare affidamento: “Si prevede lo stanziamento di ulteriori 50 milioni di euro per l’anno 2020, per un totale di 120 milioni di euro per tale annualità”.

Cosa acquistare con il bonus

Il bonus è concesso per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli per la mobilità personale “a propulsione prevalentemente elettrica”, come segway, hoverboard, monopattini e monowheel.

Una misura spendibile anche per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa, a uso individuale, escluso il car sharing e il car pooling.

Si prevede inoltre che il bonus “venga riconosciuto per la rottamazione della tipologia di autovetture e di motocicli altamente inquinanti dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020”.

Nuove regole

Nei giorni scorsi si era molto parlato di nuove regole per il traffico, con maggiore attenzione a chi va in bicicletta e sugli altri mezzi di mobilità personale, come monopattino o segway.

Nel decreto è specificato che “il decreto amplia la normativa vigente che prevede il finanziamento di progetti per la creazione, il prolungamento, l’ammodernamento e la messa a norma di corsie riservate per il trasporto pubblico locale, ricomprendendo anche le piste ciclabili”.

Un punto questo su cui molto si sono battute tutte le associazioni di settore, da quelle ambientaliste ai ciclisti, che temevano un dietrofront dell’esecutivo sulla possibilità per le città di rivedere il regolamento stradale.

Considerando che un gran numero di cittadini sceglierà di muoversi in bicicletta, segway, hoverboard, monopattini e monowheel, è chiaro che bisognerà riorganizzare il traffico, con corsie se non riservate, almeno preferenziali.

A riguardo alcune grandi città come Torino e Milano, stanno già lavorando per ridisegnare fisicamente la segnaletica stradale, introducendo le bike lane (spazio ricavato sulla corsia di destra per far confluire il traffico da mobilità alternativa) e la linea avanzata al semaforo.

Un modo diverso di iniziare a immaginare una nuova mobilità, non solo più pulita perché tendente alle zero emissioni di gas climalteranti, ma soprattutto più sicura per chi sta in strada e per i pedoni stessi.

Il mobility manager

Dopo la riunione di ieri con i Comuni (Anci) e il via libera alla nuova mobilità e il bonus contenuti nel decreto rilancio, Roberto Traversi, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, ha commentato le misure finalmente approvate.

Incentivare l’acquisto delle biciclette comporterà un sempre maggiore utilizzo del mezzo in alternativa ad altri, come ad esempio auto e bus – ha aggiunto – consentendo forme di distanziamento sociale e una diminuzione dell’inquinamento atmosferico”.

Si è inoltre voluta valorizzare la figura del ‘mobility manager’ – ha precisato Traversi – da prevedere nelle città metropolitane, in un capoluogo di Provincia ovvero nei Comuni con oltre 50.000 abitanti”.

Un esperto di cui si sente parlare da un po’, ma che da questo momento assume un inquadramento ufficiale, tanto da esser considerato a tutti gli effetti una nuova figura professionale.

Tra i suoi compiti c’è il supporto professionale continuativo alle attività di decisione, la pianificazione, la programmazione, la gestione e la promozione di soluzioni ottimali di piani e interventi di mobilità sostenibile.

Resta da chiarire qual è il livello di autonomia nelle scelte, il ruolo all’interno delle amministrazioni locali, il rapporto con gli organi decisionali cittadini, se avrà o meno delle risorse assegnate su cui contare per l’attuazione dei piani di mobilità.

Tutte domande a cui si dovranno dare delle risposte chiare per evitare fraintendimenti, rallentamenti e perdite di tempo prezioso. La mobilità cittadina è parte integrante della qualità della nostra vita.

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