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Bonus cultura, ok dal Governo per i libri ma via dalla lista concerti e cinema

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Dopo il vertice di ieri sera tra Conte, Di Maio e Salvini, sono confermati i 500 euro, ma i giovani li potranno spendere solo per libri e ebook.

Novità per il Bonus Cultura di 500 euro per i giovani che compiono 18 anni nel 2018: i soldi ci sono, ma la lista della spesa si accorcia. Secondo quando riportato stamane dal Corriere della Sera, il bonus potrà essere speso per l’acquisto di libri, che siano di carta o ebook, ma non per altro.

A quanto pare (ma al momento c’è più di un’incertezza leggendo i giornali), fuori dalla lista della spesa, stando all’articolo del quotidiano, rimangono i biglietti del cinema e del teatro, i Dvd e i cd musicali, compresi i biglietti per i concerti.

In qualche modo, è come se il Governo avesse seguito le indicazioni emerse dall’esame della spesa in cultura, fin qui registrata, grazie all’erogazione dei 500 euro ai neodiciottenni che dal 2016 ne sono stati beneficiari.

In effetti, dando un’occhiata ai dati ufficiale del Ministero per i Beni e le attività culturali, la voce più grossa è sempre quella dell’acquisto di libri.

Tra settembre 2017 e giugno 2018, ad esempio, su 290 milioni di euro di fondo disponibile per il Bonus Cultura, ne sono stati spesi solo 110 milioni, di cui 71,9 milioni in libri, 13,7 milioni in musica, 11,5 milioni in concerti, 9,6 milioni in cinema, 1,5 milioni in formazione e poco più di un milione in biglietti per il teatro.

Stesso discorso se diamo un’occhiata al 2017, sono stati spesi 162 milioni di euro (sempre molti di meno rispetto alla dotazione del fondo), di cui 133,2 milioni in libri, 14,2 milioni in biglietti per concerti e 12 milioni in biglietti per il cinema.

Come si vede, l’acquisto di libri è la voce di gran lunga più scelta dai ragazzi, ma ciò non toglie che se si vuole promuovere cultura tra i giovani non si possono escludere il cinema ed il teatro, e non si può eliminare neanche la musica.

Certo, si può rivedere il sistema di accesso dei giovani alle sale o ai concerti, si può rimodulare la spesa, ma è vitale per l’industria culturale nel suo insieme e per la qualità dell’offerta culturale ai giovani che tali voci rimangano all’interno del Bonus Cultura.

C’è ancora una fascia troppo grande di popolazione tra i 15 ed i 29 anni che non studia, non si informa, non lavora, non partecipa alla vita sociale e democratica del Paese. I cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) che, secondo dati Eurostat, sono pari al 24,1 per cento della popolazione giovanile italiana (contro una media europea del 13%), in totale più di 3 milioni di individui.

Non è solo un discorso economico e di mercato, non è solo una misura che dà ossigeno all’editoria come al teatro, al cinema come ai musei, questi 500 euro hanno un alto valore sociale e civile, perché il sostegno all’accesso equo alla cultura deve essere sempre accompagnato da un’offerta il più possibile varia, plurale e di qualità.

In un mondo globalizzato e complesso come quello in cui viviamo, con le grandi sfide che non possiamo mancare di affrontare nel più breve tempo possibile, avere a disposizione una pluralità di punti di vista e una buona “cassetta degli attrezzi” intellettuali (in fondo la cultura non è questo?), da trasformare in competenze e capacità personali, è una grande risorsa per le generazioni più giovani.

Per ulteriori informazioni relative al Bonus Cultura visitare il sito web ufficiale 18app.italia.it e le sue pagine social.