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Blockchain, l’Ue lo vuole nell’agenda del G20 di Buenos Aires e investe 340 milioni nel biennio 2018-2020

Le criptovalute, o valute virtuali, sono al centro di un ampio dibattito internazionale: grande risorsa o minaccia? L’Unione europea vuole vederci chiaro, perché se da un lato le cryptocurrencies consentono rilevanti risparmi economici, migliori livelli di sicurezza e tracciabilità delle transazioni economiche, dall’altro espongono organizzazioni, enti, imprese e cittadini a una molteplicità di rischi ancora tutti da valutare nel concreto.

E proprio su tali criticità e opportunità di crescita si è tenuta ieri a Bruxelles una tavola rotonda dedicata alle criptovalute, a cui hanno partecipato il vicepresidente della Commissione Ue all’euro Valdis Dombrovskis, assieme a rappresentanti di banche centrali, regolatori e esperti del settore.

Al di là delle pur evidenti prospettive di guadagno per i mercati, nel suo speech Dombrovskis ha dichiarato: “Le valute virtuali possono essere oggetto di forti speculazioni, esponendo consumatori a grossi rischi, inclusa la perdita degli investimenti. Per questo le allerta ai consumatori devono essere chiare e frequenti”.

Sull’argomento è stato chiesto un ampio confronto internazionale, soprattutto da Germania, Francia e Banca centrale europea, con focus sulle regole e gli strumenti di supporto e l’occasione buona è data dal prossimo G20 di Buenos Aires di marzo.

Sostanzialmente, l’Ue crede nella bontà della tecnologia e nelle ricadute positive in diversi settori industriali ed economici, ma teme i possibili rischi insiti nel suo utilizzo: “Dobbiamo vedere come le criptovalute sono trattate dagli attuali regolamenti europei e valutare la situazione”, ha precisato il vicepresidente della Commissione in una nota ufficiale riportata dall’Ansa.

La Commissione europea continuerà a monitorare questi mercati con altri stakeholders al livello Ue e internazionale. Siamo pronti ad intraprendere un’azione basata su una valutazione del rischio e opportunità, e seguendo le discussioni internazionali decideremo come procedere rispetto alla tavola rotonda di oggi“.

Bruxelles considera la blockchain come una delle tecnologie chiave e abilitanti per la trasformazione digitale e il rafforzamento del mercato unico digitale dell’Unione europea. A febbraio 2018, in occasione della presentazione ufficiale dell’Osservatorio e del Forum dell’Ue sulle criptovalute, sono stati annunciati investimenti in progetti blockchain per 340 milioni di euro nel biennio 2018-2020.

Proprio in quell’occasione, è stato Dombrovskis ad affermare che “tra le numerose tecnologie che stanno dando impulso all’innovazione digitale, la blockchain offre la possibilità di trasformare in profondità i mercati e i servizi finanziari. L’Osservatorio e forum sulla blockchain ne seguirà gli sviluppi e contribuirà all’elaborazione delle nostre politiche in questo ambito”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, che ha sostenuto: “Tecnologie come la blockchain possono aiutarci a ridurre i costi, rafforzando nel contempo la fiducia, la tracciabilità e la sicurezza. Presentano enormi potenzialità nel rendere più sicure le transazioni sociali ed economiche effettuate online, in quanto offrono protezione contro possibili attacchi ed eliminano la necessità di intermediari. Intendiamo sfruttare l’importante bacino di talenti e l’eccellenza delle start-up in Europa per diventare una regione leader a livello mondiale nello sviluppo della blockchain e negli investimenti necessari a garantirne la diffusione”.

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