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Blockchain, la nuova frontiera sono le assicurazioni

di Roberto Capocelli, Privacy Italia, giornalista specializzato in economia e relazioni internazionali |

La blockchain sta attirando l’attenzione di multinazionali, governi e agenzie finanziarie. In particolare alle assicurazioni permetterebbe, di semplificare il processo dei reclami, di abbassare i premi, e di aiutare gli assicuratori a creare delle copertura di nicchia fino ad oggi non raggiunti.

Le chiamano cryptocurrencies, ma sono molto più che semplici valute.

Spuntate come funghi sulla scia dell’avvento dei Bitcoin, le cripto-monete poggiano su una tecnologia chiamata blockchain inventata da un anonimo che si cela dietro il nome fittizio di Satoshi Nakamoto.

La blockchain sta attirando l’attenzione di multinazionali, governi e agenzie finanziarie; la ragione di questo crescente interesse sta nella sua capacità potenziale di trasformare settori e industrie ben consolidati.

La blockchain, infatti, è un protocollo che si basa sul ben noto sistema di criptografia a chiave asimmetrica per creare una banca dati caratterizzata da due qualità principali: quella di essere sicura e verificabile allo stesso tempo.

La blockchain permette dunque di raggiungere un obiettivo chiave, cioè la creazione un meccanismo di fiducia su internet senza bisogno di un’autorità centrale.

La capacità intrinseca nella tecnologia blockchain di inviare, ricevere e archiviare in maniera sicura, verificata e irreversibile informazioni di varia natura ha il potere di modificare il modo in cui le imprese gestiscono le transazioni digitali.

I settori che possono essere trasformati per sempre da questa tecnologia sono vari: l’Estonia ad esempio, paese all’avanguardia sul digitale in Europa, ha appena introdotto un sistema di identità digitale basato proprio sulla blockchain, per permettere alle aziende straniere di registrarsi e fare business nel paese baltico.

Ma la stessa tecnologia è usata anche per garantire l’autenticità dei vini, quella delle opere d’arte e, presto, potrebbe giungere al mercato delle assicurazioni: la blockchain permette, infatti, di semplificare il processo dei reclami, di abbassare i premi, e di aiutare gli assicuratori a creare delle copertura di nicchia fino ad oggi non raggiunti.

Mentre, infatti, esistono già una serie di piattaforme che permettono di scambiare beni in maniera temporanea (si pensi ad AirBnB), manca ancora la capacità di creare un record pubblico condiviso che permetta di assicurare le attività e i beni presenti sulle piattaforme.

Per ovviare a questo vuoto, Deloitte e Lemonway hanno recentemente introdotto un sistema basato proprio sul blockchain denominata che si chiama LenderBot: si tratta di una “micro-assicurazione” che consente agli utenti di creare accordi assicurativi tra privati attraverso la piattaforma Messenger di Facebook. La blockchain serve proprio come sistema di garanzia a sostituzione della terza parte garante (agenzia assicurativa) nel contratto tra individui che vogliono scambiare beni online.

La corsa alla prossima frontiera della blockchain è aperta.