TECH TREND 2020

Blockchain, il 2020 l’anno degli smart contract? Le 5 migliori piattaforme

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Nel 2020, secondo BraveNewCoin, le piattaforme di smart contract cresceranno notevolmente, anche perché “sono la vera rivoluzione della blockchain”, per il sito DevTeamSpace, che elenca le 5 migliori piattaforme per i contratti “intelligenti”.

Negli ultimi mesi le piattaforme di smart contract sono cresciute nonostante un mercato stagnante. Ethereum ha creato un fiorente ecosistema di finanza decentralizzata, anche comunemente conosciuta come DeFi, i titolari di token Tezos possono eseguire il soft-stake su XTZ tramite diverse piattaforme di scambio, Binance Chain ha avviato diversi progetti tra cui il lancio della sua piattaforma e Tron ha annunciato diverse nuove partnership.

Nel 2020, secondo BraveNewCoin, le piattaforme di smart contract cresceranno notevolmente, anche perché “sono la vera rivoluzione della blockchain”, per il sito DevTeamSpace, che elenca le 5 migliori piattaforme per i contratti “intelligenti”.

  1. Ethereum
  2. Hyperledger Fabric
  3. Nem
  4. Stellar
  5. Waves

Ethereum è la piattaforma di smart contract leader nel mondo ed è la scelta migliore per la maggior parte degli sviluppatori. La piattaforma è stata lanciata per la prima volta nel luglio 2015. Da allora è cresciuta a passi da gigante e ora facilita gli smart contract per tutto, dai giochi online alle Initial Coin Offering (ICO). Le ICO sono una forma di finanziamento, utilizzata da startup o da soggetti che intendono realizzare un determinato progetto, resa possibile tramite la tecnologia blockchain.
Ma la piattaforma di Ethereum presenta anche tre svantaggi:

  • Rete sovraccaricata frequentemente, un limite e per chi ha necessità di elaborare rapidamente i contratti.
  • Più costosa di altre piattaforme.
  • Gli sviluppatori hanno riscontrato una serie di problemi di sicurezza con il codice Ethereum. In aggiunta a ciò, un codice di smart contract di scarsa qualità lascia molti contratti esposti agli hacker.

Hyperledger Fabric

In cima alla lista dei concorrenti di Ethereum c’è Hyperledger Fabric. Il progetto Hyperledger è iniziato a dicembre 2015 ed è stato istituito dalla Linux Foundation. È un progetto open source, che ha l’obiettivo dichiarato di supportare lo sviluppo di registri distribuiti basati su blockchain.

Caratteristiche della piattaforma di contratto intelligente Hyperledger:

  • Open source e gratuita da usare.
  • Iscrizione autorizzata.
  • Supportata da IBM.
  • Consente la codifica dei contratti in varie lingue.
  • Prestazioni affidabili.
  • Supporta componenti plug-in.

Svantaggi:

  • Nessun sistema token.

Funzionalità della piattaforma Nem Smart Contract

Nem è stata lanciata il 31 marzo 2015. È preferita da alcuni sviluppatori perché è scritto in Java, uno dei linguaggi di programmazione più utilizzati al mondo. I vantaggi in sintesi:

  • Creato in Java così facile da usare.
  • Nessun linguaggio di programmazione specifico per la piattaforma.
  • Scalabilità.
  • Performance eccellente.

Svantaggi:

  • Comunità di sviluppo più piccola rispetto ad altre piattaforme.
  • Meno strumenti disponibili.
  • Usa il codice della blockchain che lo rende meno decentralizzato.

Stellar

Stellar è stata fondata nel 2014, rendendola una delle più antiche piattaforme di smart contract. Cosa la caratterizza in positivo:

  • Ideale per ICO.
  • Molto economico rispetto a Ethereum.
  • Piattaforma semplice.
  • Buona performance.
  • Ben considerato nel settore.

Svantaggi:

  • Non adatto per lo sviluppo di contratti intelligenti più complessi.

Waves

Lanciata nel giugno 2016, è una piattaforma open source: mira a superare molte delle barriere esistenti che ostacolano l’implementazione di blockchain più mainstream, ovvero velocità e scalabilità. Proprio come Ripple, Wave si è posizionata come una piattaforma per facilitare le operazioni di token. Come tale, è un’altra piattaforma eccellente per gli ICO. Bastano pochi minuti per creare i tuoi token sulla piattaforma. Ecco i vantaggi e svantaggi:

  • Ideale per ICO e corwdsales.
  • Richiede pochissime conoscenze di base per creare i propri token.

Svantaggi:

  • Non è una piattaforma molto versatile.
  • Ancora una base utenti relativamente piccola.

Cosa sono gli smart contract?

Gli smart contract sono, secondo la legge Semplificazioni (11 febbraio 2019, n. 12) che per la prima volta ha indicato la definizione, “programma per elaboratore, che opera su tecnologie basate su registri distribuiti e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse”. In particolare, gli smart contract soddisfano de iure il requisito della forma scritta e diventano così strumenti non soltanto tecnologici, ma strutturali, nelle mani della pubblica amministrazione.

Quali applicazioni

Le applicazioni degli smart contract sono naturalmente innumerevoli: dalla modellazione dei processi interni alla PA, alla notarizzazione di atti e procedure, all’esecuzione automatica di pratiche, all’offerta al cittadino di servizi digitali di nuova generazione, alla tracciabilità e alla trasparenza. È naturalmente essenziale distinguere, tra i possibili scenari d’uso, quelli per i quali l’impiego della blockchain e degli smart contract rappresenti un vantaggio effettivo.

Come sempre, poi, i risultati più interessanti si ottengono “contaminando” le tecnologie: un esempio particolarmente interessante è la combinazione tra smart contract e intelligenza artificiale, dove quest’ultima consentirebbe la rappresentazione di clausole complesse o valoriali, mentre i primi implementerebbero una forma di “accountability”, aprendo così alla rappresentazione di una “personalità algoritmica” anche in senso giuridico.

Verso quale modello?

Una tassonomia minima della blockchain si esaurisce in due modelli principali:

  • blockchain permissionless, o pubblica, se non prevede vincoli per l’accesso;
  • permissioned, o privata, in caso contrario.

Il primo modello garantisce una disintermediazione “pura”, ma potrebbe non rivelarsi ottimale per le esigenze di protezione e controllo del dato tipiche di una pubblica amministrazione, in particolare di quella italiana con il suo complesso equilibrio di competenze.

Ci si evolverà invece, si ipotizza, verso un modello di tipo permissioned, eventualmente articolato in un “arcipelago” di blockchain la titolarità di ciascuna delle quali sia riconducibile a un singolo ente ovvero a un raggruppamento di enti (un ecosistema). Un’architettura di questo genere si presta inoltre ad una organizzazione multi-livello o multi-layer, secondo le esigenze funzionali e organizzative di ciascuna amministrazione. Il “collante” tecnologico potrà essere rappresentato da tecnologie come AION, una piattaforma aperta per lo sviluppo di applicazioni decentralizzate (“dapps”) particolarmente versata nella costruzione di meccanismi di interoperabilità (“token bridge”) tra blockchain anche di natura eterogenea.

È naturalmente vitale garantire una compatibilità sia architetturale sia in termini di governance con gli analoghi sviluppi sia a livello regionale sia, a maggior ragione, a livello comunitario, nell’alveo dei principi generali che regolano la costruzione del Digital Single Market.

Per approfondire:

L’articolo è tratto dall’Book gratuito di Key4biz TechTrend2020. (Scarica l’eBook in PDF)

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