Digital economy

Blockchain, ChinaEU intervista Da Hongfei (NEO) ‘Adozione massiccia entro 3 anni’

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Il fondatore di NEO in tour per l’Europa. Intervistato dal direttore di ChinaEU, Claudia Vernotti, ha spiegato l’importanza dell’open source per lo sviluppo e l’affermazione della tecnologia blockchain e ha valutato come positive, in chiave anti-riciclaggio e anti speculazione, le misure regolatorie fin qui adottate.

In molti pensano ormai che la blockchain sarà in breve tempo una soluzione in grado di trasformare la nostra economia, imponendo nuovi modelli di business, un po’ come è stato con il boom di internet. Secondo Da Hongfei, fondatore di NEO, una delle più importanti criptovalute al mondo in termini di capitalizzazione, “la blockchain si affermerà definitivamente nel giro di 3 anni”.

Intervistato a Bruxelles da Claudia Vernotti, direttore di ChinaEU, in occasione della Smart economy Expo, manifestazione svoltasi presso il Parlamento europeo il 2 ed il 3 maggio scorsi, Hongfei ha chiarito meglio il suo pensiero sulla tecnologia: “E’ certamente ancora troppo presto per parlare di adozione massiccia, ma basteranno tre anni per assistere all’esplosione della blockchain”.

NEO è una delle criptovalute più popolari al mondo e allo stesso tempo è piattaforma. Dal 2014 ad oggi, si è rapidamente confermata nella Top 10 delle monete virtuali a maggiore capitalizzazione sul mercato.

Tutto è nato nel 2011, all’epoca lavoravo a Tokyo per un Istituto finanziario, con l’uscita del Bitcoin ho cominciato a studiare e comprendere il mondo delle criptovalute, fino a quando siamo entrati nel mercato con la nostra valuta virtuale”, ha raccontato il ceo di NEO.

Prima vera blockchain open source cinese, secondo il portale d’informazione locale China Electronics News, NEO sarebbe addirittura in vantaggio su criptovalute ben più popolari, tra cui il Bitcoin.

Lo stesso Governo di Pechino, secondo quanto riportato da cointelegraph.com, ha stilato una classifica delle valute elettroniche più rilevanti e tra i primi cinque posti c’è proprio quella fondata da Hongfei: Ethereum, Steem, Lisk, NEO e Komodo.

NEO, ha spiegato l’imprenditore, “non è una vera e propria criptovaluta, è più uno strumento pensato per collegare il mondo fisico con quello delle valute virtuali. Diciamo che è una soluzione progettata per supportare e far crescere l’economia reale”.

L’imprenditore cinese ed il suo team hanno visitato diverse capitali europee, incontrando accademici ed esperti, dichiarando a ChinaEU che il ‘Vecchio continente’ è pronto per sviluppare progetti blockchain maturi, anche in chiave open source, e aggiungendo “che è un bene per i progetti pubblici il confronto diretto con le comunità locali ed i territori”.

I tentativi di regolamentazione in atto non sono poi visti come un problema, “ciò che si è fatto sino ad ora è positivo per prevenire le speculazioni, regolamentare un ambito del genere non è un vero ostacolo allo sviluppo della tecnologia che è alla base della blockchain”.

Tornando a NEO, la sua stessa struttura rende tale strumento particolarmente conforme alle normative, “perché a differenza di altre piattaforme come Ethereum, ogni soggetto/entità che vi opera sopra è dotata di un’identità digitale verificabile e autenticabile. In tal modo, i regolatori e gli enti preposti alla vigilanza, in caso di problemi, potranno rapidamente identificare ogni transazione e chi c’è dietro, mentre allo stesso tempo saranno rispettati sia la protezione dei dati, sia le norme antiriciclaggio”.

Riguardo ai provvedimenti presi negli ultimi mesi da Pechino contro le criptovalute e questo tipo di finanza digitale, Da ha dichiarato che, in fondo, “tali misure particolarmente repressive hanno avuto il merito di colpire e prevenire dannose speculazioni e attività fraudolente”.

Pensando alle varie ICO, molti progetti hanno evidentemente sfruttato la blockchain per raccogliere fondi in maniera poco trasparente e dubbia, di conseguenza, non valutiamo come negative qeuste misure, ne come un ostacolo allo sviluppo futuro della tecnologia, soprattutto in un contesto open source”.

Sull’Europa, infine, togliendo di mezzo ogni dubbio su eventuali policy troppo stringenti in arrivo, “noi non ne vediamo e probabilmente non sono neanche attese dal mercato”, il fondatore di NEO , nel suo tour tra le grandi Capitali, è poi rimasto particolarmente colpito da alcune piazze: “Amsterdam, ad esempio, ha una comunità di sviluppatori molto attiva, mentre Zurigo ha dimostrato grande interesse verso NEO. Stesso discorso a Bruxelles, dove abbiamo incontrato la comunity degli sviluppatori e un gruppo di parlamentari”.

E’ stato fondamentale parlare con queste persone – ha concluso Hongfei – perché ognuna, nel proprio ruolo, potrà contribuire in maniera rilevante alla diffusione della blockchain. Abbiamo avuto l’impressione che c’è tanta gente in Europa che vuole essere coinvolta in questo processo innovativo, anche grazie all’esistenza di una cultura diffusa e forte dell’open source”.