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Bilancio, 21 miliardi di euro contro il caro energia. Meloni: “Due priorità, imprese e famiglie”

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Una manovra che a detta del Presidente del Consiglio, si basa “su un approccio prudente e realista che tiene conto della situazione economica”. Risorse complessive pari a 35 miliardi di euro, il 60% vanno a sostegno delle misure per contrastare il caro energia che impatta su tessuto produttivo e famiglie.

Azione di Governo per far fronte all’emergenza energia

Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio (DPB). Gli interventi più sostanziosi tutti per fronteggiare il caro energia.

Il valore complessivo delle misure messe in campo dal Governo è pari a circa 35 miliardi di euro.

Una manovra, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, che si basa “su un approccio prudente e realista che tiene conto della situazione economica, anche in relazione allo scenario internazionale, e allo stesso tempo sostenibile per la finanza pubblica, concentrando gran parte delle risorse disponibili sugli interventi a sostegno di famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione”.

Durante la conferenza stampa di stamattina, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato che “Alla base della manovra, che può contare complessivamente su 35 miliardi di euro, ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo e, dall’altra parte la giustizia sociale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi”.

Misure contro il caro energia, 22 miliardi per sostenere il tessuto produttivo e le famiglie

Come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energetivore e fino al 35% per le non energivore“, ha spiegato il Premier.

Le risorse destinate alle misure contro caro energia per i primi tre mesi del 2023, che consentiranno di aumentare gli aiuti a famiglie e imprese allargando anche la platea dei beneficiari, ammontano a oltre 21 miliardi di euro.

Nel dettaglio, si legge nel documento, è confermata l’eliminazione degli oneri impropri delle bollette, rifinanziato fino al 30 marzo 2023 il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale che per bar, ristoranti ed esercizi commerciali salirà dal 30% al 35%, mentre per le imprese energivore e gasivore dal 40% al 45%.

Per il comparto sanità e per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico locale, stanziati circa 3.1 miliardi.

Per le famiglie più fragili confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro.

Misure urgenti in materia di accise e IVA sui carburanti

Via libera alla rimodulazione delle aliquote accisa agevolate e conferma la sospensione, fino al 30 novembre 2022, dell’applicazione dell’aliquota di accisa sul cosiddetto “gasolio commerciale”.

Inoltre, il Governo ha deciso di rinnovare le risorse destinate al contributo straordinario per garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali in relazione alla spesa sostenuta per utenze di energia elettrica e gas.

Si incrementa infine anche il Fondo istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti destinato a fronteggiare gli aumenti dei prezzi dei carburanti e dei prodotti energetici, in relazione all’erogazione di servizi di trasporto pubblico locale e regionale di passeggeri su strada, lacuale, marittimo e ferroviario.