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Big tech e violazione dei dati, le sanzioni del GDPR saranno riviste

Se la sanzione comminata a una grande multinazionale fosse di valore troppo basso, uguale a quella proposta per una piccola impresa, l’effetto deterrente della sanzione stessa verrebbe vanificato dalla sua scarsa capacità di incidere sul bilancio aziendale. Questo è uno dei casi in cui cambierà la modalità di calcolo delle sanzioni amministrative previste dal GDPR, per renderle anche in armonia con tutti i Paesi tenuti a rispettare il Regolamento Ue sulla protezione dei dati.

Un altro esempio: ci sarà la distinzione dei soggetti che hanno commesso un solo errore da quelli che invece continuano imperterriti a violare le norme a tutela dei dati personali degli interessati, come a volte accade nel telemarketing o in altri settori.

Queste ed altre proposte di modifica sono contenute nelle nuove linee guida adottate in via provvisoria dall’EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati), sulle sanzioni comminate per le violazioni del GDPR. Società private, enti pubblici, associazioni e tutte le persone interessate avranno tempo fino a lunedì 27 giugno per inviare i loro commenti e proposte di modifica.

Le 5 nuove modalità proposte dai Garanti privacy Ue per il calcolo delle sanzioni del GDPR

I Garanti per la protezione dei dati personali europei hanno quindi proposto un aggiornamento delle metodologie adottate, suddividendo le modalità di calcolo in cinque fasi. 

La versione finale delle nuove “linee guida sul calcolo delle sanzioni amministrative” sarà definita dai Garanti privacy europei in seno all’EDPB al termine della consultazione pubblica, tenendo conto dei riscontri inviati dagli stakeholder per uniformare le modalità applicative del GDPR in tutta Europa.

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