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Big data, a Bologna il nuovo data center del centro Ue per le previsioni meteo

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Il Council dell’ECMWF, riunitosi a Reading, in Inghilterra, ha scelto Bologna come nuova sede per i suoi suprcomputer e il data center. In Emilia-Romagna si concentra il 70% della capacità di calcolo e di storage nazionale.

È stata scelta la città di Bologna come sede per il nuovo data center dell’ECMWF, il Centro europeo per le previsioni meteo a medio termine (European Centre for Medium-range Weather Forecasts). L’area individuata dal progetto italiano è il Tecnopolo di Bologna, di proprietà della Regione Emilia Romagna, che sarà messa a disposizione a titolo gratuito per fornire l’infrastruttura.

La notizia è arrivata mercoledì ed è stata così commentata dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli: “Il Ministero si è speso ed è stato parte attiva nel reperimento di risorse per la ‘rilocazione’ del Centro e per i negoziati internazionali, che sono stati seguiti direttamente in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero della Difesa ed il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare”.

Il progetto italiano è stato giudicato il migliore da un panel di revisori internazionali chiamati a valutare le proposte pervenute dagli Stati membri per la nuova sede del Centro. La decisione finale è stata presa dal Council del ECMWF, riunitosi a Reading, in Inghilterra, attuale sede del Centro.

È stata premiata l’eccellenza italiana e del territorio bolognese – ha dichiarato la ministra – un territorio sul quale oltre all’Università sono già concentrate le sedi di importanti enti di ricerca, dal Cnr all’Infn, dall’Inaf all’Ingv. Senza contare, poi, il centro di supercalcolo Cineca che potrà mettere a disposizione del nuovo Centro l’esperienza maturata sia nell’ambito della gestione dei Big Data che quella specifica relativa alle previsioni meteo”.

Un punto di forza del nostro progetto è stato rappresentato dalle rilevanti opportunità di sinergie tecnico-scientifiche che si potranno realizzare in Emilia-Romagna tra l’ECMWF e i numerosi centri di ricerca presenti sul territorio regionale e nazionale”, ha affermato l’assessore regionale alla Ricerca e all’università, Patrizio Bianchi.

In Emilia-Romagna si concentra poi il 70% della capacità di calcolo e di storage nazionale, grazie alla presenza di Cineca e INFN e altri istituti di ricerca nazionali, e il territorio regionale ospita una delle più importanti comunità europee sul tema di big data, con oltre 1.700 ricercatori coinvolti”.

Per quanto riguarda il data center, l’edificio all’interno è attualmente in ristrutturazione ed è già stato destinato dal Comune a ospitare organizzazioni di ricerca e innovazione. Al Centro dati dell’ECMWF verrebbe assegnata da subito un’area di 9 mila metri quadri, compresa la zona per i supercomputer al piano terra e per gli uffici. Una disponibilità di spazi che potrà essere ulteriormente ampliata, con altri 6 mila metri quadri e con la possibilità di ospitare altre attività di ricerca correlate.

Da qui a giugno verranno definiti gli aspetti tecnici legati al cosiddetto ‘accordo di sede’.

A livello nazionale, l’Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia in termini di persone impiegate in attività di Ricerca&Sviluppo, oltre 52 mila. L’Emilia-Romagna può vantare l’innovativa Rete Alta Tecnologia, che raggruppa 82 laboratori di ricerca e 14 centri per l’innovazione. Bologna inoltre è anche il principale hub italiano di ricerca e conoscenza in materia di meteo e cambiamento climatico: i principali istituti di ricerca e le più importanti agenzie nel settore meteorologico e climatico si trovano proprio a Bologna (CMCC, CNR, ENEA), come anche la più rilevante Community europea per la ricerca e l’innovazione climatica (Istituto europeo di tecnologia – Climate-Kic), che ha aperto da poco una sede a Bologna.

L’ECMWF è una organizzazione intergovernativa sostenuta da 20 Stati membri europei e finanziata con 100 milioni di euro. In questi mesi il Council ha condotto l’istruttoria tra le città candidate, alla ricerca della soluzione ottimale per ricollocare il proprio centro dati. Le altre città in lizza oltre a Bologna erano Exeter (Uk), Slough (Uk), Lussemburgo, Espoo (Finlandia), Akureyri (Islanda); a queste si è aggiunta l’opzione di mantenere il Data Center a Reading.