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Biennale di Venezia 2025, c’è un’architettura ‘vivente’ stampata in 3D

In occasione della 19ª edizione della Biennale di Architettura di Venezia, WASP e l’architetta Nof Nathansohn della MIT School of Architecture hanno collaborato alla realizzazione di una struttura stampata in 3D con suolo locale e arricchita con semi, dando vita a un’architettura pensata per crescere e fiorire nel tempo.

Per la realizzazione del progetto, Nof Nathansohn e il suo team sono stati ospitati presso la sede di WASP nell’ambito del programma WASP Residency, dove, insieme al team WASP, hanno utilizzato la nuova Crane WASP Scara per stampare il suolo locale raccolto nel comune di Massa Lombarda, dove è situata la sede di WASP.



Grazie al suo giunto meccanico, che ne amplia significativamente il raggio d’azione, la Crane WASP Scara può stampare in prossimità di strutture esistenti come muri e formazioni naturali, così come di organismi viventi come gli alberi.

La struttura, situata presso la sede di WASP, è presentata nella sezione Natural dell’Arsenale della Biennale di Architettura di Venezia attraverso un reportage fotografico e video che ne documenta la realizzazione.

To Grow a Building – Stampa 3D di un’Architettura Vivente

To Grow a Building si colloca al confine tra la precisione della meccanica e l’imprevedibilità affascinante della natura. Grazie a un’innovativa tecnologia di stampa 3D, il progetto dà forma a strutture realizzate con materiali a base di terra e arricchiti con semi selezionati, che una volta stampati si attivano trasformando le forme statiche in architetture viventi.

Ispirandosi all’intelligenza delle comunità vegetali,To Grow a Building rilegge l’architettura come un organismo vivente. La progettazione nasce da dati botanici: ogni elemento tiene conto delle esigenze delle piante — luce, umidità, dimensioni da adulte, cicli stagionali e relazioni con le specie vicine. Il risultato è un ecosistema armonioso, pensato per far convivere e prosperare le piante in modo naturale e integrato.

Questi edifici non si oppongono al tempo, ma lo accolgono: germogliano, crescono e infine ritornano alla terra. I semi che germinano fanno penetrare le radici nella struttura architettonica, non come intrusi, ma come un rinforzo naturale che crea forza grazie alla collaborazione biologica.

Questa nuova installazione comprende 14 diverse specie di piante, una struttura di 5 metri di diametro e circa 8 chilometri di percorso di stampa. La selezione dei semi celebra la saggezza locale e le necessità ecologiche, favorendo la biodiversità proprio quando i nostri ambienti urbani ne hanno più bisogno.

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