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Belgacom accusa: spiata dall’intelligence britannica dal 2011

L’attacco dell’agenzia d’intelligence britannica GCHQ ai danni di Belgacom, principale operatore in Belgio, è iniziato nel 2011 e non nel 2013 come si pensava.

Questo è quanto rivelano in un reportage il giornale belga De Standaard insieme a NRC Handelsblad e the Intercept website. Le informazioni sono state rese note sabato dall’ex collaboratore NSA Edward Snowden, le cui rivelazioni hanno fatto scoppiare il cosiddetto ‘datagate’. Quello che si evince dai dati emersi è preoccupante.

Nel 2011 la GCHQ aveva hackerato i computer di tre ingegneri Belgacom monitorando indisturbato, da quel momento in poi, tutte le comunicazioni e il traffico dati dell’operatore belga.

Il motivo per il quale Belgacom sarebbe da addurre al ruolo centrale, che la compagnia ha in quanto snodo centrale in Europa e punto di contatto di centinaia di altre compagnie del settore.

Soltanto nel 2013, a fronte di un miglioramento della sicurezza del sistema, l’attività illegale di monitoraggio dati è stata scoperta, portando la compagnia di telecomunicazioni a pretendere spiegazioni da Westminster, che ovviamente non ha voluto rilasciare nessun commento a riguardo..

Il monitoraggio della compagnia belga avrebbe portato alla GCHQ una quantità di traffico dati inimmaginabile, rivela il De Standaard.

 

L’agenzia di intelligence è stata quindi in grado di intercettare le comunicazioni di singoli clienti Belgacom, tra i quali esponenti della NATO e membri dell’ UE oltre a migliaia di persone nel continente europeo.

La vicenda ha scatenato indignazione dei cittadini che non si sentono abbastanza tutelati . Infatti,  il caso Belgacom, riporta in primo piano il problema della tutela della privacy e delle intercettazioni telefoniche. Una questione ancora irrisolta e, che continuerà a crescere di pari passo con la necessità compulsiva di maggiore sicurezza nel mondo.

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