La BCE accelera sul progetto dell’Euro digitale: prime transazioni possibili nel 2027, emissione nel 2029
La Banca Centrale Europea (BCE) compie un passo decisivo verso l’Euro digitale, annunciando il passaggio alla fase successiva del progetto. La decisione del Consiglio direttivo, riunito oggi a Firenze presso la Banca d’Italia, segna la conclusione della fase preparatoria avviata nel novembre 2023 e l’avvio dei lavori tecnici e operativi che porteranno, entro il 2029, alla possibile emissione della nuova forma di moneta elettronica europea.
Un progetto strategico per l’Europa
Il Governing Council della BCE, guidato da Christine Lagarde, che proprio ieri girava per i banchi del mercato a Firenze, in particolare al mercato di Sant’Ambrogio, sorprendendosi degli elevati prezzi dei beni alimentari in vendita (“più alti dell’inflazione media che abbiamo adesso, che si attesta sul 2%”), ha approvato il passaggio alla fase operativa dopo il completamento con successo dei test e delle analisi preliminari.
L’obiettivo è chiaro, si legge nella nota stampa odierna: preservare la sovranità monetaria europea, rafforzare la sicurezza economica dell’Unione e garantire ai cittadini e alle imprese una forma di pagamento digitale pubblica, complementare al contante.
Secondo la BCE, l’Euro digitale non sostituirà le banconote ma ne rappresenterà l’equivalente elettronico, mantenendo i principi di semplicità, privacy e affidabilità propri del denaro fisico. Sarà disponibile in tutta l’area euro e utilizzabile per i pagamenti quotidiani, online e offline, assicurando un accesso universale ai mezzi di pagamento dell’Eurosistema.
Tempistiche e prossime tappe
Il calendario è ambizioso. Se il Parlamento europeo e il Consiglio UE approveranno la Regolamentazione sull’Euro digitale nel corso del 2026, la BCE prevede di avviare un programma pilota a partire dalla metà del 2027. L’intero Eurosistema dovrebbe poi essere pronto per una prima emissione nel 2029.
I lavori si concentreranno su tre aree principali:
- Prontezza tecnica – sviluppo delle infrastrutture digitali, test di sistema e selezione dei fornitori;
- Coinvolgimento del mercato – collaborazione con banche, esercenti e consumatori per definire il rulebook e sperimentare le soluzioni;
- Supporto legislativo – assistenza tecnica alle istituzioni europee nel processo normativo.
Un investimento per la competitività e la sicurezza europea
Il progetto avrà un costo complessivo stimato in circa 1,3 miliardi di euro fino alla prima emissione, con costi operativi annui pari a circa 320 milioni di euro dal 2029 in poi. Come per la stampa delle banconote, anche l’euro digitale sarà considerato un bene pubblico, i cui costi saranno compensati dai ricavi di signoraggio.
Christine Lagarde ha definito l’iniziativa “un passo storico per rendere l’Euro, la nostra moneta comune, adatto al futuro”. Con l’adozione dell’Euro digitale, l’Europa punta a rafforzare la propria autonomia strategica nel campo dei pagamenti, oggi dominato da grandi player extraeuropei e a ridurre la dipendenza dalle piattaforme private internazionali.
L’utilizzo dell’euro digitale per i pagamenti giornalieri, si legge nella documentazione che è pubblicata sul sito della Bce, non metterà a repentaglio la stabilità finanziaria e “con un limite ipotetico di 3.000 euro” a testa questo non avverrà nell’Euro zona, anche in uno scenario di crisi, “altamente improbabile ed estremamente conservativo”, è sottolineato.
Perché l’Euro digitale è cruciale per l’economia europea
Negli ultimi anni, l’aumento dei pagamenti elettronici e il calo dell’uso del contante hanno evidenziato la necessità di una forma di moneta pubblica digitale, sicura e accessibile. L’euro digitale risponde a tre esigenze strategiche:
- Sovranità e sicurezza: garantisce che i cittadini possano continuare a usare una moneta emessa dalla banca centrale anche nell’era digitale;
- Competitività e innovazione: crea un’infrastruttura europea per i pagamenti che stimolerà la concorrenza e ridurrà i costi per imprese e consumatori;
- Inclusione finanziaria: assicura accesso ai pagamenti digitali anche a categorie vulnerabili o in aree meno servite.
Come ha sottolineato Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE e presidente della Task Force sull’euro digitale, “questo non è solo un progetto tecnico, ma un impegno collettivo per rendere il sistema monetario europeo più resiliente e innovativo”.
L’Euro digitale rappresenta una svolta epocale nella storia della moneta unica. Non si tratta solo di un’evoluzione tecnologica, ma di una scelta politica e strategica per il futuro dell’Europa: un passo verso una finanza più sicura, trasparente e indipendente, capace di affrontare le sfide di un’economia sempre più digitale e globale.
