Lo studio

Batterie, la contraffazione fa danni in Europa per 180 milioni di euro

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In Italia questa tipologia di reato comporta danni economici al settore per 18 milioni di euro, diretta conseguenza di una contrazione delle vendite calcolata attorno all’1,5%.

Il mercato dei sistemi di accumulo di energia elettrica perde ogni anno l’1,8% delle vendite a causa della contraffazione, che equivale ad un buco di 180 milioni di euro, a cui vanno aggiunti ulteriori problemi di sicurezza e di sostenibilità ambientale.

Parliamo delle batterie più tradizionali, fino a quelle dei nostri smartphone e tablet, dei droni, dei robot commerciali e dei veicoli elettrici.

Il dato è emerso dal nuovo studio dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), condotto in in collaborazione con l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, secondo cui anche in Italia questa tipologia di reato comporta danni economici al settore per 18 milioni di euro, diretta conseguenza di una contrazione delle vendite calcolata attorno all’1,5%.

Il paese meno colpito dalla contraffazione delle batterie, in termini relativi, è la Finlandia, con lo 0,8% delle vendite perse, mentre la Lituania è il paese più colpito col 5%.

Guardando al resto d’Europa, i Paesi più colpiti sono la Spagna, con il 4,6% delle vendite mancate e un danno pari a 32 milioni di euro, la Lettonia, sempre con il 4,6%, la Grecia col 4,5% e danni per 5 milioni di euro, Cipro (4,4%), Bulgaria (4,4%) e Belgio (4% e 3 milioni di euro di danni).

Problemi di natura ambientale e per la sicurezza

I fabbricanti di batterie per automobili devono rispettare rigorose specifiche tecniche per soddisfare le aspettative dei consumatori in termini di prestazioni e sicurezza.

I prodotti sono infatti progettati per evitare perdite di elettroliti (potenzialmente dannose non solo per i circuiti presenti nei dispositivi, ma anche per i tessuti dell’organismo). Inoltre, una valvola di sfogo monouso nella guarnizione della batteria scarica la pressione interna alla batteria stessa in caso di eccesso di uso, in modo da impedire che questa esploda.

Talvolta queste caratteristiche di sicurezza mancano nelle batterie contraffatte, mettendo a rischio l’utente.

Le batterie e gli pneumatici contraffatti possono anche causare danni all’ambiente, perché i materiali utilizzati per la fabbricazione di pezzi contraffatti potrebbero non soddisfare gli standard di sicurezza e non essere sempre conformi agli standard di tutela ambientale e al piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare, nel quale sono previste misure che riguardano l’intero processo industriale, dalla produzione alla gestione dei rifiuti, compresi il riciclaggio e il riutilizzo.

Sostenibilità, riciclo e riuso

E proprio in chiave di economia circolare, molti dei componenti delle batterie possono essere riciclati, evitando così il rilascio di sostanze pericolose nell’ambiente e fornendo materiali pregiati.

La direttiva 2006/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 settembre 2006, relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori («Direttiva batterie») – si legge nel documento – vieta la commercializzazione di pile contenenti talune sostanze pericolose e stabilisce degli obiettivi per la raccolta e il riciclaggio, attribuendo ai produttori la responsabilità per la gestione dei rifiuti di batterie”.

Purtroppo, non è noto in che misura i produttori di batterie contraffatte rispettino queste norme.

In generale, nell’Unione europea la vendita dei falsi fa perdere ogni anno 2,4 miliardi di euro per mancate vendite da parte dei legittimi produttori, con il taglio di circa 8.400 posti di lavoro per mancate assunzioni.