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Banda ultralarga, Stefano Pileri (Italtel) ‘Crea occupazione e incoraggia la trasformazione digitale’

Dotarci di infrastrutture di altissima velocità di comunicazione risponde in primo luogo alla necessità di abilitare la trasformazione digitale delle imprese, secondo il modello della “Fabbrica Connessa” del Piano nazionale per l’Industria 4.0, ma è funzionale anche alla promozione e la modernizzazione della sanità attraverso i modelli di telemedicina e di diagnosi a distanza, nonché alla crescita di qualità e competitività delle nostre città tramite il paradigma delle smart cities.

La banda ultralarga (BUL), in fin dei conti, è la tecnologia che abiliterà la trasformazione digitale nel nostro Paese e di tutti gli altri. Un processo che impatta la società non solo in ambito produttivo ed economico, in termini generali, ma anche in quello provato, relativo alle nostre vite, alla quotidianità di ciascuno di noi.

Ne sono espressione l’impennata dell’ecommerce, i nuovi modelli di intrattenimento basati sul gaming online e sulla fruizione del video Ultra HD (4K) in streaming, il diffondersi di modalità di lavoro remoto come lo smart working, il boom del banking e dell’insurance basati su oggetti e persone connesse.

La conseguenza diretta di questo scenario è la crescita esponenziale del numero di terminali e di sensori intelligenti utilizzati in ogni abitazione, un fatto che di per sé spinge ad una maggiore domanda di fibra e banda ultralarga mobile.

BUL e occupazione

Un altro aspetto non secondario nella realizzazione del piano per l’ultra broadband in Italia sono le ricadute occupazionali sul breve e lungo termine. Prendendo parte al convegno “Italia a tutta fibra: scenari e prospettive dello stato della banda larga in Italia e nel mondo”, Stefano Pileri, amministratore delegato di Italtel, ha affermato che “tali ricadute si possono stimare in 15.000 tecnici per la costruzione della rete FTTH e 10.000 tecnici per le attività di delivery e assurance, in buona parte aggiuntivi rispetto a quelli già occupati oggi, con un trend di crescita che proseguirà per almeno un triennio”.

Si tratta di dati Anitec-Assinform del 2017 , quelli riportati dal CEO nel suo intervento al convegno di Roma e sulle pagine del sito web di Italtel, che si focalizzano su una “componente rilevante” di questa nuova occupazione, che è costituita da “professionalità specialistiche per gli aspetti di pianificazione e progettazione delle infrastrutture e dei tracciati dei cavi”.

Figure professionali con competenze di tipo informatico che si aggiungono ad altre più specifiche di progettazione civile, elementi strutturali, analisi georadar e minimizzazione dell’impatto sul territorio”, ha precisato Pileri.

Alla manodopera necessaria per realizzare le infrastrutture e addetta alla posa e giunzione dei cavi ottici, si affiancano figure professionali nuove, “con compiti legati alle attività di monitoraggio e misura della qualità di quanto viene realizzato, in quanto le reti ottiche sono chiamate ad assicurare prestazioni estremamente elevate”.

L’amministratore delegato ha poi sottolineato il ruolo chiave della banda ultralarga anche per l’avvio della trasformazione digitale dell’economia nazionale: “una grande opportunità per trovare soluzioni di semplificazione e snellimento delle procedure amministrative”.

IoT economy

Ulteriore elemento di rilievo per la crescita, l’occupazione e l’innovazione dei territori è secondo Pileri “il progressivo sviluppo di building “intelligenti”, cioè di edifici progettati e realizzati nativamente secondo criteri di ottimizzazione infrastrutturale e di efficienza energetica utilizzando le soluzioni tecnologiche offerte dalla domotica e dall’Internet of Things”.

Oggi, il mondo della produzione industriale, ha spiegato il manager, sfruttando la disponibilità di infrastrutture ultra veloci e sicure, unitamente allo sviluppo dell’Internet delle cose, potrà cogliere le opportunità offerte dall’industry 4.0 e affrontare progetti di trasformazione digitale nell’ambito produttivo: “La diffusione di internet e delle nuove tecnologie IoT a tutti i livelli di una fabbrica permette di ripensare al modo di fare impresa e rendere possibile una piena integrazione dei processi per avere più efficienza, produzioni flessibili e personalizzate e di conseguenza aumento della competitività”.

Si tratta di un generale cambiamento del modo di produrre, che può risultare strategico per una nazione ancora fortemente industriale come l’Italia per recuperare competitività sui mercati internazionali.

Gli ambiti in cui si prevedono i maggiori impatti sono quello dell’energia, delle città digitali e della salute: “L’aumento della vita media, e dunque anche delle malattie croniche spinge il sistema sanitario verso un migliore utilizzo delle cure remote e digitali, basate sull’IoT”, ha spiegato Pileri.

L’adozione di fonti energetiche alternative, per loro natura discontinue, richiede un ammodernamento dell’intero sistema di distribuzione dell’energia in logica smart grid”.

In conclusione, ha precisato il CEO Italtel, “la vita sociale urbana può trarre giovamento dalla diffusione dell’IoT per il miglioramento del sistema di mobilità, la gestione della sostenibilità ambientale, l’innalzamento dei livelli di sicurezza”.

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