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Banda ultralarga. Quei cabinet in strada, concorrenza o disservizio? Botta e risposta su Twitter

Il protagonista indiscusso di oggi è Raffaele Tiscar, Vice Segretario Generale di Palazzo Chigi, nonché coordinatore del piano banda ultralarga del Governo.

Dopo aver abbandonato il suo profilo Twitter alle ortiche, congedandosi addirittura a dicembre scorso con un messaggio durissimo contro Telecom Italia – “Come può Telecom Italia essere il nostro campione nazionale dell’innovazione se insiste sul rame?” – lo ritroviamo in gran forma stamattina, con un bel tweet altrettanto provocatorio, “Questa è la competizione infrastrutturale: a ognuno il suo cabinet. Anche in questo siamo unici, purtroppo!” accanto ad una foto misteriosa che ritrae via Faraggiana a Novara, assiepata da street cabinet dei vari operatori telefonici.

Ammetto di essere rimasto sconcertato di fronte alla reazione di Raffaele Tiscar ad un mio tweet di risposta. Avevo infatti ricordato al responsabile del Governo per la strategia BUL che è lui, e non altri, a dover affrontare queste tematiche, e per tutta risposta ho ricevuto un tweet di ritorno che recitava così: ”@dariodenni è il tragico risultato di una regolazione sbagliata, non materia di Governo!”.

Riassumo i termini: secondo Raffaele Tiscar, la colpa di quanto da egli stesso denunciato (anche con la foto pubblicata nel tweet) è dell’AGCOM, rea di aver favorito quello stato di fatto con la regolamentazione (approvata dall’Europa) orientata ad una concorrenza infrastrutturale basata sul fiber to the cabinet, che, secondo Raffaele Tiscar, deve evidentemente avere come risultato visibile quella crescita di armadi di strada sui marciapiedi valutata con tanto disprezzo.

Per dirimere questo rimpallo di competenze siamo andati a verificare su Google Maps una foto della stessa via a Novara scattata a fine 2011 dalla Google Car. Non vi è traccia alcuna di armadi.

E’ evidente che la foto pubblicata dal Vicesegretario di Palazzo Chigi è più recente.

Che significa questo?

Significa che, se la foto di Tiscar è attuale (e siamo certi che sia tale), in soli tre anni, se non di meno, la concorrenza infrastrutturale, indotta dalla regolazione dell’AGCOM (indicata evidentemente come inidonea da Raffaele Tiscar) ha portato la fibra ottica dove non c’era nulla, se non il contenitore rosso portalettere delle Poste e il vecchio cabinet di Telecom Italia, senza l’addizione verticale.

Dal confronto emerge dunque che nella foto attuale postata da Raffaele Tiscar ci sono gli operatori e il nuovo cabinet con “sopralzo” (della fibra) di Telecom Italia, e questo segnala che la concorrenza infrastrutturale ha indotto anche Telecom Italia ad ampliare le linee ed il bacino servito in quella zona.

Insomma, se le condizioni di Novara, rappresentate in quella foto, si potessero estendere all’intero territorio nazionale, avremmo che in soli due anni si potrebbe cablare il Paese portando le connessioni da 30 fino a 100 mega, lasciando al mercato il suo corso dove funziona (come a Novara) e allo Stato la sua parte dove non c’è mercato.

La foto mostra dunque (e aggiungeremmo invece) che la regolazione da parte di AGCOM ha funzionato bene ed che ha favorito il mercato.

Almeno a Novara.

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