Ultrabroadband

Banda ultralarga, Londra bacchetta Openreach ‘Rete mista rame-fibra inadeguata’

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Il ministro UK per il Digitale Matt Hancock dice che la banda ultralarga nel paese dovrà essere realizzata completamente in fibra anche per supportare lo sviluppo del 5G.

La banda ultralarga nel Regno Unito dovrà essere “completamente in fibra (Full fiber)” e anche se oggi la rete esistente in rame (di Openreach ndr) riveste un ruolo importante, “per il futuro una soluzione che punti sul rame fino agli edifici (FTTP Fiber to the premises) non è adeguata”. Lo ha detto ieri Matt Hancock, il Ministro UK per il Digitale alla Broadband Stakeholder Group 2017 Conference, esprimendo così la posizione del governo di Londra sulla tecnologia prescelta per colmare il gap a banda ultralarga che pesa sul paese, che conta su un misero 3% di copertura ‘full fiber’ del territorio.

La dichiarazione di Matt Hancock è una replica a Openreach, che non più tardi di due giorni fa aveva presentato un piano strategico che prevede di coprire 10 milioni di edifici in tecnologia FTTP (Fiber to the building) entro la metà del 2020 – un progetto di rete mista rame-fibra, per un valore compreso fra 3 e 6 miliardi di sterline – chiedendo peraltro al regolatore Ofcom di alzare le tariffe di accesso Wholesale locale (Wla) alla sua rete, per spalmare sui clienti wholesale gli investimenti. Clienti wholesale fra cui spiccano grossi provider come BT, Sky, Vodafone, TalkTalk.

Openreach è la società indipendente della rete separata da BT, che peraltro ne detiene il controllo al 100%.

Una proposta, quella di Openreach, che il Governo di Londra, per bocca del ministro Hancock, ha prontamente rispedito al mittente ieri, ribadendo che la rete su cui punta il paese è completamente in fibra.

E’ duplice, secondo Hancock, il successo futuro della separazione legale di Openreach da BT. “Da un lato, BT, tramite Openreach, deve aumentare i finanziamenti sull’infrastruttura full fiber del paese – ha detto il ministro – in secondo luogo, Openreach deve rispondere maggiormente alle esigenze dei suoi clienti, siglando più accordi con aziende diverse da BT, e mostrarsi più proattiva con gli altri player, ad esempio aprendo l’accesso ai suoi condotti e ai suoi tralicci. Come già richiesto dall’Ofcom, anche il Governo vuole che Openreach fornisca un accesso migliore ai dati relativi ai suoi canali e ai suoi tralicci per pianificare i nuovi network”.

C’è da dire che Openreach  in questo periodo è in rotta con il regolatore britannico Ofcom e con la stessa EE, braccio mobile del gruppo BT, a causa dell’introduzione di nuovi servizi basati su fibra spenta (dark fiber) disegnati dall’Ofcom per accrescere la concorrenza e abbassare i prezzi. Ofcom vuole che Openreach consenta alle compagnie Tlc sue clienti di connettere i loro apparati di rete alla sua rete in fibra ottica (anche in prospettiva 5G). Ma dopo un appello vinto in tribunale, Openreach non sembra propensa ad aprire la sua rete alla concorrenza.

Ed anche per questo che il ministro Hancock ieri ha detto che vede con favore l’opera di riposizionamento di Openreach, che dopo la separazione da BT ha un suo Cda indipendente, ma nel contempo si è detto “preoccupato dalla tempistica con cui BT Group sta implementando la separazione. Senza sigificativi passi Avanti in tempi stretti, dovremo chiedere l’intervento dell’Ofcom perché ciò avvenga per accelerare la realizzazione di un futuro full fiber”.

Dorsali in fibra saranno necessarie con crescente densità “per le connessioni 5G”, chiude il ministro, secondo cui full fiber e 5G non sono alternative fra loro: “Anche se il 5G può garantire alte velocità al tuo telefonino, la quantità di spettro disponibile resta limitata, per questo fibra e 5G sono tecnologie complementari”.