Concorrenza

Banda ultralarga: il parere dell’Antitrust ci porterà a Bruxelles?

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Sarebbe poco proporzionale pretendere che tutte le aziende di tlc europee fossero tagliate fuori dalla partita della banda ultralarga perché verticalmente integrate

Eccesso di zelo.

Questa è l’impressione che si ricava dal parere richiesto dalla Segreteria Generale di Palazzo Chigi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sulla Strategia italiana sulla banda ultralarga (approvata dal governo ai primi di marzo) ed appena pubblicato nel bollettino dell’Antitrust (Bollettino n° 10 del 30 Marzo 2015, AS 1180, pagg. 117-19).

In questo documento si legge fra l’altro che ”…la separazione proprietaria tra rete “essenziale” e servizi presenta evidenti pregi sotto il profilo concorrenziale, dal momento che rimuove ab origine gli incentivi ad attuare condotte discriminatorie sotto il profilo economico e tecnico da parte del gestore della rete e costituisce, dunque, la più solida base per consentire il pieno rispetto del principio della parità di trattamento”.

Se così fosse, in verità, nessun operatore verticalmente integrato, ossia presente sia all’ingrosso che al dettaglio, potrebbe ricevere denaro pubblico per realizzare reti a banda ultralarga.

I maliziosi potrebbero dedurne che questa preclusione sembra ritagliata su misura su Metroweb la quale, in questa vicenda, dà l’impressione di essere giudice in causa propria o, se si vuole, blandamente in conflitto di interessi.

Il punto però è che vi è un certo massimalismo in questo parere (è questa l’impressione di qualche attento osservatore), perché la giurisprudenza europea non sembra richiedere così tanto.

Del resto, sarebbe davvero poco proporzionale pretendere che tutte le aziende di telecomunicazioni europee fossero tagliate fuori da questa partita solo perché verticalmente integrate.

Bruxelles si accontenta del fatto che, nelle zone grigie (quelle che non sono un deserto totale di iniziativa imprenditoriale), esse aprano la rete ai terzi a prezzi orientati al costo e si astengano dal fornire di servizi al dettaglio.

Tutto qui.

E’ plausibile immaginare, quindi, che se la stessa domanda verrà formulata dalle imprese a Bruxelles essa riceverà, prevedibilmente, una risposta assai meno intransigente di quella ottenuta a Roma.

Staremo a vedere.

P.S. Non è elegante plaudirsi da soli, ma dalle indiscrezioni trapelate sul caso EI Towers pare che l’AGCM si appresti a vietare l’operazione, perché suscettibile di creare una posizione dominante.

Umilmente, Key4biz aveva sostenuto il 26 febbraio (Mediaset-RaiWay: ecco perché non si può fare. Anche il governo sbaglia mira) che questo sarebbe stato l’esito, battendo sul tempo tutta la concorrenza (grandi testate nazionali, settimanali e testate online) – e senza detenere una posizione dominate!