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Banda Ultralarga, il Governo punta sull’Enel?

Come già ventilato nelle scorse settimane su Key4biz, il Governo punta ad affidare a Enel la regia della banda ultralarga.

La conferma arriva oggi da un articolo pubblicato su Repubblica, secondo cui la mossa di Palazzo Chigi è volta a mettere l’ex monopolista Telecom Italia con le spalle al muro nella partita della fibra.

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L’intento del Governo, secondo Repubblica, sembra quindi riaffermare il ruolo statale nelle grandi reti d’ infrastrutture tlc ed Enel è il veicolo ad hoc individuato per realizzare questo piano.   L’utility a controllo pubblico (controllata dal ministero del Tesoro ndr.) e guidata da Francesco Starace aveva annunciato il 14 aprile, nel piano sulla banda ultralarga, la sua disponibilità ad avviare sinergie con gli operatori Tlc per accelerare i tempi, offrendo le proprie infrastrutture per la posa della fibra soprattutto nelle aree del paese a fallimento di mercato.      

Il Governo sembra ora orientato sulla compagnia di rete elettrica per la cabina di regia del progetto. Il punto di forza dell’utility è sicuramente la capillarità e la ramificazione della sua rete. Infatti, il cavo elettrico raggiunge tutte le case e basterebbe soltanto affiancare alla rete già esistente la fibra ottica. Operazione in cui Enel sarebbe comunque facilitata e spronata ad agire, dal momento che deve sostituire i vecchi contatori elettronici (33 milioni di contatori in Italia ndr.) installati nei primi anni del 2000, con i nuovi contatori digitali di seconda generazione, dotati di SIM per la trasmissione dati di ogni singola utenza e che pertanto ricadranno in via naturale nella sfera dell’Internet delle Cose.        

Secondo il documento di aprile inviato ad AGCOM, l’Enel opererebbe sia sui Cluster C e D e le aree industriali attraverso la ‘posa’ dei cavi in fibra ottica anche sui tralicci elettrici già esistenti. Mentre, per i Cluster A e B, Enel punta alla sinergia con le reti e i cabinet già esistenti e con i piani di sviluppo degli operatori di telecomunicazioni.   L’ipotesi di una reale entrata di Enel nella partita della fibra potrebbe far vacillare la posizione di Telecom Italia in quanto investitore in solitaria.      

A questo si aggiunge anche la questione –determinante- della tempistica. Enel avrebbe infatti dato a intendere di essere disponibile a lavorare in tempi stretti. In tre anni e con parte dei 6,5 miliardi di euro di fondi messi a dipsosizione dal Governo, sarebbe possibile cablare l’intero paese rispettando le direttive europee, che prevedono la copertura a 100% del 50% della popolazione entro il 2020.      

Questo significherebbe anche accelerare l’archiviazione della ‘vecchia’ infrastruttura in rame, mantenendo il controllo dello Stato e non dei singoli operatori sulle reti di nuova generazione.      

Molteplici i commenti in giornata, a partire dalla presidente dell’Enel Patrizia Grieco che alle domande sul  coinvolgimento della società elettrica nel piano per la banda ultralarga ha risposto “L’energia è il nostro mestiere e questo faremo. Certo è chiaro che le infrastrutture devono evolvere anche nel mondo dell’energia”    

A seguito il commento critico su Twitter da parte del giornalista Oscar Giannino a cui poi ha risposto il sottosegretario allo Sviluppo, Antonello Giacomelli.      

Non passa inosservato il commento di risposta al tweet di Renzi da parte di Franco Bassanini, presidente di Cdp e Metroweb

In tardo pomeriggio anche Angelo Marcello Cardani, presidente Agcom ha commentato la lettera ricevuta dall’Enel alcune settimane: “Io appartengo alla scuola che privilegia la concorrenza rispetto a qualsiasi intervento: se aumenta è un fatto positivo di per sé”. Ha poi continuato, “se l’Enel dice che potrebbe farlo vuol dire che si è fatta due conti e che la cosa è fattibile”. “La rete”  ha concluso Cardani, “può essere sviluppata in mille modi, ma se arriva qualcuno che dice ‘lo faccio io a un prezzo competitivo va benissimo”.

“Il Governo, che in questi mesi rispondeva no alle sollecitazioni del Movimento 5 stelle ad investire in un piano per la banda ultra larga con una rete pubblica, sembra ora aver fatto un repentino cambio di rotta”, lo affermano i deputati della commissione Telecomunicazioni e Trasporti del M5S.

L’apertura ad Enel – proseguono i pentastellati – non vorremmo che si trattasse solo di una mossa strategica per indurre Telecom a ripensare al proprio ruolo in Metroweb dopo gli eventi delle scorsesettimane. Certo, rileviamo il segnale positivo, che se confermato, evidenzierebbe l’importanza strategica dell’infrastruttura pubblica di cui il Paese ha bisogno. Registriamo come nella discussione delle due mozioni sul tema alla Camera e al Senato il Governo, al contrario di quanto proposto dal MoVimento, abbia sempre negato la possibilità di un intervento pubblico che ora invece sembra propiziare. Se il Governo presenterà un piano serio e che preveda tempi certi con un marcato ruolo pubblico nella realizzazione dell’infrastruttura a banda ultralarga in tutte le aree del Paese (e non solo in quelle più remunerative), noi faremo la nostra parte” concludono i deputati a 5 stelle.

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