Key4biz

Banda ultralarga, Europa in ritardo. la Ue investa di più in fibra FTTH. Il caso Italia

L’Ue deve considerare le reti in fibra ottica Ftth come infrastrutture strategiche su cui investire a lungo termine poiché se gli stati membri sono in ritardo rispetto all’area asiatica nello sviluppo della banda larga è anche a causa dell’assenza di una chiara politica industriale. E’ quanto sostiene la società di consulenza Analysys Mason in un rapporto sulla banda ultra larga appena pubblicato “Full-Fibre access as strategic infrastructure: strengthening public policy for Europe” (scarica il report in PDF).

Reti FTTH più efficienti

Secondo lo studio le reti Ftth (fibra fino a casa) risultano nettamente più efficienti da un punto di vista energetico rispetto alle altre reti in rame o via cavo giocando un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi digitali e ambientali dell’Europa.

Nell’analisi si sottolinea che nessun’altra tecnologia di rete fissa o wireless si avvicina alle prestazioni, all’affidabilità e alla prevedibilità proprie delle tecnologie in fibra. In Italia la nascita di Open Fiber, si legge ancora nel rapporto, è stata l’elemento chiave per lo sviluppo del mercato italiano ed ha portato ad una riduzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori e delle imprese.

Cosa fare per favorire la fibra FTTH

In generale, nei Paesi dove le infrastrutture sono state considerate strategiche (ad esempio la Svezia e i paesi nordici, meno in Germania e Regno Unito) secondo Analysys Mason, i risultati sono molto positivi. Per favorire lo sviluppo della fibra fino a casa, il rapporto mette l’accento su alcune ‘raccomandazioni’: facilitare la condivisione di infrastrutture esistenti, i processi autorizzativi, lo switch-off delle reti in rame e in cavo coassiale e il reperimento di forza lavoro qualificata, l’utilizzo di politiche fiscali e l’adozione di politiche più ‘dirigistiche’ a favore dell’Ftth.

Le raccomandazioni del report sono chiare: per favorire lo sviluppo delle nuove reti bisogna investire e considerare le infrastrutture di rete come una priorità nazionale; bisogna favorire l’accesso disaggregato (unbundled) a reti multiple in fibra; favorire dei franchise regionali con sistemi premianti; coordinare la condivisone delle reti nelle aree rurali; pensare ai target infrastrutturali; incentivare la rottamazione del rame; creare un collegamento con le policy ambientali.

Le conseguenze del Covid-19

Il Covid-19 ha messo in evidenza il ruolo chiave che ricopriranno le reti in fibra ottica per la ripresa economica europea. Il traffico online nel Vecchio continente passa per il 90% sulle reti fisse ed è per questo che le reti in fibra sono vitali per la gigabit society ma anche per lo sviluppo del WiFi6 di nuova generazione e per le nuove reti 5G. Le reti FTTH consumano meno e sono le migliori per la green agenda della Ue. Ma l’Europa al momento è indietro nello sviluppo delle reti full fibre.

Nella Ue gap di 65 miliardi all’anno per l’ultrabroadband

Secondo stime della DG Connect della Commissione Ue, mancano all’appello 65 miliardi di euro all’anno per centrare gli obiettivi di copertura a banda ultralarga fissati dal Bruxelles entro il 2025. E’ per questo che secondo Analysys Mason l’Unione Europea dovrebbe usare un atteggiamento più dirigista, un pugno di ferro più saldo per spingere i paesi membri a rispettare i target di copertura. Il ruolo dello Stato nelle economie dei paesi sta crescendo un po’ in tutta Europa come conseguenza della pandemia e l’interesse si sta spostando sempre più verso investimenti strategici e strutturali di lungo periodo, come le reti ultraveloci.

Il caso Italia

Il rollout della fibra da parte di Open Fiber ha provocato una serie di cambiamenti strutturali nel mercato italiano a banda larga:

Pesa l’incertezza sulla proprietà di una eventuale società unica della rete. Incertezza che non favorisce nemmeno lo sviluppo della copertura mentre continuano le schermaglie societarie.

Exit mobile version