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Banda ultralarga, Annamaria Parente (Pd): ‘Il digitale crea lavoro, bisogna fare presto’

annamaria parente

#diciamocelatutta è l’hashtag lanciato in un recente incontro al Senato con alcune aziende del settore per comprendere cosa blocca l’attuazione degli obiettivi europei sulla banda larga e partire dalle attività di messa in opera della fibra ottica.

Le risorse ci sono: 2200 milioni di euro deliberati dal Cipe, 2 miliardi delle Regioni di fondi europei, da spendere in 5 anni.  Questo piano di investimenti darebbe lavoro nel prossimo biennio a circa 7000 persone oltre alla possibilità, con formazione mirata, di recuperare manodopera da aree in forte disoccupazione.

Il vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dott. Raffaele Tiscar, presente al workshop tenutosi a Roma, ha precisato che le tempistiche previste dal governo con l’avvio dei cantieri sono fissate nei primi mesi del 2016 nelle definite aree a fallimento di mercato o aree bianche, nel 2017 inizieranno i lavori nelle aree grigie con riconversione delle infrastrutture esistenti.

In corso d’opera partirà il supporto economico dello Stato alla domanda, ovvero i voucher destinati a chi sottoscriverà un abbonamento. Per snellire le procedure burocratiche delle autorizzazioni sulle infrastrutture esistenti, che condizionano la posa di un “filo” e del sistema dei pagamenti dei pedaggi sui punti di accesso, ci sarà un decreto del Governo che cambierà proprio il sistema autorizzativo.

Nel workshop si sono susseguiti interessanti interventi dei massimi dirigenti aziendali dell’Ericsson, della Sielte, della Sirti e Aubay che hanno evidenziato le opportunità che il digitale offre sia alle Imprese che ai cittadini.

Si è sottolineato quanto sia importante l’utilizzo della tecnologia dell’informazione, fondamentale per la crescita sociale ed economica di un Paese e che lo sviluppo delle infrastrutture broadband hanno un impatto diretto non solo nella nuova economia digitale, ma anche un effetto moltiplicatore sull’economia locale e quindi sul mercato del lavoro.

Si sono denunciati anche i problemi che hanno le Imprese del settore delle installazioni di rete per gli esosi costi del lavoro non defiscalizzabili e la non corretta gestione delle gare di appalto. Siamo un Paese in trasformazione ma con una lentezza esasperante rispetto ad altri Stati, in ritardo con danni enormi al sistema industriale italiano.

L’Italia non ha bisogno solo di autostrade a tre corsie o treni ad alta velocità, ma di un piano digitale immediato per velocizzare i contatti fra gli operatori economici e far arrivare le connessioni veloci fin dentro le nostre case.

Si è discusso inoltre di poter presentare uno studio di fattibilità per un piano di crescita digitale con infrastrutture e tecnologie di collegamento verticale delle scuole italiane, così come è accaduto in Spagna.

La rivoluzione digitale apre inoltre nuovi spazi per servizi come ad esempio la banca digitale e sistemi di benessere per lavoratrici e lavoratori. Ecco perché è fondamentale accompagnare il piano di investimenti in banda larga con un progetto di occupabilità e di rafforzamento e formazione di risorse umane, indispensabile per le imprese e per il sistema lavoro italiano.

La sinergia tra politiche industriali e di investimento, da una parte, e sviluppo occupazionale e di competenze dall’altra stenta ad essere al centro dell’agenda politica italiana.

É per questo che da più di un anno, insieme ad aziende italiane ed internazionali, ho costituito un Tavolo permanente di ascolto, elaborazione, studi e ricerche. Confronto che è risultato fondamentale durante l’iter parlamentare del Jobs Act, perché ci siamo confrontati con le imprese su temi come le competenze, l’alternanza scuola/lavoro e la creazione di un sistema trasparente di servizi al lavoro.

Il Governo sta dando vita all’Anpal, l’Agenzia Nazionale l’occupazione, come un sistema dinamico e circolare dove chi perde il lavoro può ritrovarlo se adeguatamente formato e sostenuto e dove sia facile per i giovani l’ingresso.

Ed allora la digitalizzazione del Paese diventa il crocevia della sua capacità di innovazione, di competitività, l’ambito in cui si può creare e ricreare lavoro e il terreno dove i nostri figli possono sperimentare l’essere cittadini e cittadine di un mondo globale ed accedere alla conoscenza, all’occupazione, al loro futuro.

Quindi bisogna fare presto a costruire le nostre strade digitali per le imprese, per i cittadini, per la pubblica amministrazione e per un’equità sociale.

Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione parlamentare al  Governo per capire  tempi e modi del più grande cambiamento del nostro tempo:  la rivoluzione digitale.

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