Finestra sul mondo

Bachelet pronta a lanciare nuova Costituzione in Cile, La Fed annuncia rialzo tassi di interesse, Theresa May rifiuta un accordo con l’Ue

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Cile, presidente Bachelet pronta a lanciare nuova Costituzione

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – La presidente uscente del Cile Michelle Bachelet ha confermato che prima di abbandonare l’incarico, entro due settimane, consegnera’ al parlamento il progetto di una nuova Costituzione. Un testo che potrebbe contenere anche indicazioni per eliminare la differenza negli stipendi tra uomini e donne. “Ci sono molte aree in cui dobbiamo ancora progredire e sicuramente, prima che io finisca il mandato di governo inviero’ il progetto della nuova Costituzione”, ha detto la presidente citato dal quotidiano “La Tercera”. Bachelet, che inaugurava il IV foro globale “Imprese per la parita’ di genere: il futuro del lavoro nell’agenda 2030”, ha detto che occorre pensare a “come garantire che il tema del divario salariale non dipenda dalla volonta’ degli individui”. Per questo, ha proseguito il capo di stato, “c’e’ un gruppo di costituzionalisti che sta studiando se nella Carta possiamo inserire indicazioni che dicano che le donne e gli uomini debbano avere a parita’ di lavoro parita’ di stipendio. Per Bachelet – che trasmettera’ il mandato a l presidente eletto Sebastian Pinera l’11 marzo -, le diseguaglianze di genere “costituiscono una delle maggiori sfide che la comunita’ internazionale affronta nel mercato del lavoro. E’ per questo fondamentale dare euna risposta migliore perche’ e’ sul mercato del lavoro che si gioca il grosso delle entrate delle persone” ed e’ quindi terreno centrale “per qualsiasi strategia di sviluppo inclusivo che si decida di implementare”.

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Usa, presidente Fed annuncia rialzo tassi di interesse secondo i programmi

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Federal Reserve, Fed (la Banca centrale statunitense) Jerome Powell ha mostrato oggi un maggiore ottimismo sull’economia statunitense per il 2018 ed ha annunciato che la Fed intende mantenere il programma di rialzo graduale dei tassi di interesse. Il quotidiano “Wall Street Journal” riferisce che oggi, durante la sua audizione alla Commissione per i servizi finanziari della Camera dei rappresentanti, Powell ha anticipato che il suo outlook personale e’ di “un’economia rafforzata da dicembre 2017”. Nel rispondere ad una domanda sui tassi di interesse Powell ha detto che non intende “dare giudizi affrettati” sull’aumento a quattro interventi Fed sui tassi, rispetto ai tre preannunciati. Il presidente ha anche giudicato positivamente la crescita dei salari che alimentera’ i consumi e promuovera’ la produttivita’ e non si e’ detto particolarmente preoccupato dalla volatilita’ dei mercati poiche’ non avra’ conseguenze sul percorso di crescita dell’economia. Economie estere piu’ forti, poi, sono per Powell un’opportunita’ di espansione delle esportazioni statunitensi e della manifattura Usa. Sull’inflazione Powell auspica che raggiunga il 2 per cento nel medio periodo contemporaneamente ad un’accelerazione della crescita dei salari. La Fed continuera’ – ha concluso Powell – a mantenere “un equilibrio per evitare il surriscaldamento dell’economia e il rialzo dell’inflazione oltre il 2 per cento”.

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Usa, Corte suprema si esprime contro cauzione per i detenuti per immigrazione irregolare

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – La Corte suprema degli Stati Uniti si e’ pronunciata ieri sulle detenzioni per ragioni di immigrazione irregolare stabilendo che quel tipo di detenuti non ha diritto ad udienze periodiche per il rilascio su cauzione. Si sono cosi’ espressi cinque giudici, i membri piu’ conservatori, su nove, riferisce il quotidiano “New York Times”. Nella motivazione della sentenza, la Corte, che ha sostenuto che le leggi sull’immigrazione non autorizzano quel genere di udienze, ha rinviato il caso alla Corte d’appello federale del Nono Circuito di San Francisco, indicandole di esaminare se la Costituzione Usa possa contemplare udienze per il rilascio su cauzione. Il Nono Circuito si era gia’ pronunciato sostenendo che le udienze per la cauzione sono obbligatorie dopo sei mesi per determinare se i detenuti, che non sono a rischio fuga, tantomeno rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica, possono essere rilasciati mentre i loro procedimenti proseguono. La sentenza si fondava sulle leggi per l’immigrazione e non la Costituzione.

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Spagna, il governo lascia alla Corte Suprema la decisione sull’investitura di Sanchez

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Il governo spagnolo e’ convinto che Jordi Sanchez, numero due della lista di Junts per Catalunya, non riuscira’ a essere eletto presidente della Generalitat catalana. La speranza dell’esecutivo e’ infatti che l’investitura venga ostacolata dalla Corte suprema, che non permettera’ a un cittadino in detenzione preventiva di essere nominato presidente. Lo riferiscono oggi i principali quotidiani spagnoli, che aggiungono come l’esecutivo ritenga che il presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, non proporra’ Sanchez se la Corte Suprema dovesse invalidarne la candidatura, non concedendogli il permesso di partecipare alla sessione plenaria. Il ministro della giustizia ha chiesto al blocco indipendentista di indicare un candidato in grado di assumere pienamente l’incarico. “E’ inimmaginabile pensare a un presidente di un governo autonomo in fuga dalla giustizia e al di fuori della Spagna ed e’ anche difficile pensare a un presidente di una comunita’ che e’ in carcere e non puo’ esercitare le proprie funzioni”, ha dichiarato il ministro spagnolo della Giustizia Rafael Catala’, che conclude: “Tuttavia, detto questo, spetta ai deputati parlamentari prendere questa decisione e sapranno se Sanchez e’ il candidato piu’ appropriato per soddisfare gli interessi dei catalani”.

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Brexit, la premier Theresa May rifiuta un accordo con l’Ue che “minaccia l’integrita’ del Regno Unito”

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Ancora una volta la Gran Bretagna e l’Unione Europea si scontrano a causa della Brexit: oggi mercoledi’ 28 febbraio Bruxelles pubblichera’ un documento-guida per le trattative in cui, secondo le indiscrezioni, si insiste perche’ l’Irlanda del Nord resti in ogni caso all’interno dell’unione doganale europea dopo il divorzio della Gran Bretagna dall’Ue. La richiesta della Commissione europea potrebbe persino creare una situazione assurda dal punto di vista del governo di Londra: nel caso che la Brexit portasse ad un ristabilimento dei controlli doganali, non ci sarebbe un confine tra l’Irlanda del Nord britannica (o Ulster) e la Repubblica d’Irlanda a sud, ma diventerebbe necessaria una frontiera tra l’Ulster ed il resto del Regno Unito. Ovvio che contro una simile ipotesi la premier britannica Theresa May ieri si e’ trovata costretta ad alzare la voce: Londra non accettera’ mai, ha detto, un accordo che “minaccia l’integrita’ della Gran Bretagna”. Come se non bastasse, la traccia messa a punto dalla Commissione di Bruxelles per le trattative pretende che in caso di future divergenze sull’applicazione degli accordi sara’ essere la Corte di giustizia europea ad avere l’ultima parola, sentenziando quale debba essere la giusta interpretazione dei trattati ed obbligando la Gran Bretagna ad uniformarvisi: ce n’e’ abbastanza, dal punto di vista di Londra, per definire inaccettabile la bozza preparata da Bruxelles. A questo punto la May ha avvertito che cosi’ facendo si mette a rischio di fallimento le trattative in corso per un accordo sul cosiddetto “periodo di transizione”, che dovrebbe essere siglato dal prossimo vertice dei leader dell’Unione Europea a meta’ marzo; e secondo la premier britannica c’e’ anche il pericolo di rinviare a tempo indefinito i negoziati sul futuro delle relazioni tra Gran Bretagna e Ue.

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Medio Oriente, ministro degli esteri francese a Mosca per discutere della crisi siriana

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Ieri il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, era a Mosca per incontrare il suo omologo russo, Serghei Lavrov, nel quadro delle discussioni in merito a una tregua umanitaria in Siria. Lo riporta “Le Figaro”, ricordando che per Le Drian si tratta della terza visita nella capitale russa da quando e’ a capo del Quai d’Orsay. Il colloquio e’ durato circa un’ora e mezza, ed e’ stato seguito da una conferenza stampa. “I due uomini si danno del tu e mostrano una certa familiarita’ con i giornalisti nonostante la situazione in Siria accentui il disaccordo” scrive il quotidiano. Il ministro francese ha ricordato i cinque obiettivi comuni ai due paesi: lotta al terrorismo, ricerca di una soluzione politica sotto l’egida dell’Onu, gli sforzi per evitare una crisi regionale e internazionale della crisi siriana, il rispetto delle frontiere attuali e la necessita’ di intavolare delle discussioni. Lavrov ha assunto un atteggiamento “offensivo”, attaccando soprattutto la stampa internazionale, colpevole di “ripetere quello che dice Washington”. Per il ministro russo l’esercito siriano ha semplicemente risposto agli attacchi dei ribelli. “Spero che i responsabili di questi tiri si prenderanno le loro responsabilita’ e ammetteranno la necessita’ di soddisfare le esigenze del Consiglio di sicurezza dell’Onu” ha detto Lavrov.

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Francia, aumentano le tensioni per le riforme preparate dal governo del presidente Macron

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, si confronta con l’aumento delle tensioni sociali. Ne parla la stampa transalpina, spiegando che le varie riforme in cantiere promettono forti proteste da parte dei lavoratori e dei sindacati. “Les Echos” si concentra su quella del sistema ferroviario, spiegando che il governo ha cancellato dal testo le misure piu’ discusse per non lasciare spazio alla contestazione sindacale. I sindacati contano di unire i vari settori creando una protesta omogenea e compatta. “Il metodo Macron e’: voi parlate, io decido” ha spiegato Laurent Berger, presidente del sindacato della Cfdt. “Le Figaro” ricorda gli altri progetti di riforma, come quello riguardanti la funzione pubblica. In questo settore per il momento “niente e’ stato fissato”, a parte la “filosofia generale della trasformazione”. Secondo il quotidiano, il presidente ha deciso di “attaccare i temi che fanno arrabbiare”. In programma anche una revisione dell’indennita’ di assicurazione e della formazione professionale. Temi, questi ultimi, sui quali il ministero del Lavoro vuole intavolare delle discussioni con i partner sociali.

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Germania, la relazione sugli armamenti riporta sulla difensiva il ministero della Difesa

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Il rapporto annuale sugli armamenti e lo stato delle Forze armate tedesche della commissione Difesa doveva essere pubblicato nell’autunno 2017. Ora, quasi una settimana dopo che il Commissario alla Difesa del Bundestag, il socialdemocratico Hans-Peter Bartels (Spd), ha denunciato la pessima situazione delle Forze armate, il ministero si mantiene sulla difensiva. Il presidente della commissione Difesa, il socialdemocratico Wolfgang Hellmich (Spd), ha chiesto la presentazione del rapporto di 106 pagine sulla capacita’ operativa dell’esercito, e secondo il ministero, il bilancio e’ ancora negativo: l’obiettivo di una operativita’ del 70 per cento dei sistemi ordinari in dotazione alle Forze armate non e’ ancora stato raggiunto. Solo 12 dei 30 elicotteri Tiger sono operativi, cosi’ come 13 elicotteri NH90 su 37. La situazione e’ simile nella Marina, dove su sei sottomarini uno solo e’ parzialmente operativo. L’Esercito non sembra stare molto meglio. Solo 42 su 75 obici semoventi sono pronti per l’uso, e solo 105 su 244 dei carri armati Leopard 2 sono operativi, di cui 44 sono necessari per la partecipazione tedesca nella missione della Nato Munster 9. Di questi al momento ne sono operativi solo 9. L’ispettore generale Volker Wieker ha riconosciuto che le Forze armate tedesche potranno prendere parte alla missione probabilmente solo a partire da luglio di quest’anno. Il ministro della Difesa, la cristiano democratica Ursula von der Leyen (Cdu), ha negato ogni responsabilita’ per questa situazione in un’intervista rilasciata alla “Passauer Neue Presse”: “Non possiamo rimediare in pochi anni a 25 anni di gestione”, ha affermato il ministro, che pero’ guida le Forze armate da oltre cinque anni.

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Le compagnie energetiche tedesche a difesa del Nord Stream 2

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Il Nord Stream 2 e’ il piu’ grande progetto europeo di infrastrutture energetiche e, indubbiamente, il piu’ controverso. Gazprom intende realizzare un secondo gasdotto nel Mar Baltico, insieme ai suoi partner, entro la fine del 2019; il progetto avra’ un costo stimato di circa dieci miliardi di euro. Ma nell’Unione europea (Ue) ci sono molti critici che mettono in guardia contro il Nord Stream 2 e l’eccessiva dipendenza dal gas russo. Il vento politico contrario ha ora spinto i responsabili delle societa’ energetiche Uniper, Wintershall e Omv, Klaus Schaefer, Mario Mehren e Rainer Seele, a rivolgere un appello congiunto tramite il quotidiano “Handelsblatt”: “Il Nord Stream 2 e’ un progetto multi-miliardario di investimenti in infrastrutture d’avanguardia nel gas europeo per garantire l’approvvigionamento di persone e dell’industria in tutta Europa”, recita l’appello. I tre amministratori delegati sottolineano che l’Europa “ha bisogno non di meno, ma di piu’ gas”. Il Nord Stream 2 collega l’Europa occidentale “direttamente e senza alcun rischio di transito” con i grandi giacimenti di gas russi. “Alla fine, il gasdotto creera’ un’altra rotta di trasporto del gas verso l’Europa affidabile, nient’altro”, prosegue la lettera congiunta: “Chi si oppone a Nord Stream 2 indebolira’ la concorrenza e la sicurezza dell’approvvigionamento”. Paesi come l’Ucraina e la Polonia, che sono particolarmente critici nei confronti dell’oleodotto, “non hanno, come monopolisti del transito, alcun interesse a consentire nuove e competitive infrastrutture del gas per l’Europa”. Finora il ministero dell’Economia tedesco era stato a guida socialdemocratica (Spd), ma ora potrebbe essere gestito dai cristiano democratici (Cdu), con Peter Altmaier, che non vedono di buon occhio il progetto. Recentemente l’esperto di politica estera della Cdu Norbert Roettgen, insieme con i colleghi dei Verdi e dell’Fdp, ha dichiarato alla “Frankfurter Allgemeine Zeitung che “Nord Stream 2 fa male all’Europa”, e che il progetto dara’ un “duro colpo” all’Ucraina. Tuttavia non tutti sono dello stesso parere. La Commissione europea ha proposto a novembre di creare una nuova base giuridica per il Nord Stream 2. In base a cio’, le specifiche che si applicano ai gasdotti all’interno del mercato interno della Ue dovrebbero applicarsi anche agli oleodotti dei paesi terzi verso l’Unione. Una societa’ non potrebbe quindi essere sia un fornitore di gas che un operatore delle pipeline, come nel caso di Nord Stream 2 con Gazprom.

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Populismo in Europa, il centro-sinistra ha perso la fiducia degli elettori

28 feb 11:04 – (Agenzia Nova) – Il quotidiano economico britannico “The Financial Times” ha pubblicato un intervento del giornalista Tony Barber, noto come ex direttore del settimanale “The Economist”, sull’ascesa del populismo in Europa e sul parallelo declino dei partiti di centro-sinistra e socialdemocratici. L’occasione e’ la cruciale giornata elettorale di domenica prossima 4 marzo, quando in Italia si svolgeranno elezioni politiche che con ogni probabilita’ vedranno il Partito democratico (Pd) di Matteo Renzi uscire sconfitto dalla coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi e persino dal Movimenti 5 stelle (M5s); e contemporaneamente in Germania gli iscritti al Partito socialdemocratico (Spd) saranno chiamati ad approvare o meno la rinnovata “grande coalizione” con Cristiano democratici (Cdu-Csu) della cancelliera Angela Merkel, nonostante il fatto che la compartecipazione al potere abbia gia’ provocato una emorragia di voti per l’Spd alle elezioni dello scorso mese di settembre. In generale in Europa, scrive Tony Barber, il continuo collasso dei partiti di centro-sinistra gia’ registrato in Francia, in Olanda ed in Repubblica Ceca non sembra arrestarsi ed i trend rischia di proseguire almeno per i prossimi due anni, con le elezioni che nel 2019 si terranno in Belgio, in Ungheria ed in Polonia. Cio’ non significa che le politiche sociali ed economiche di cui le sinistre europee si sono tradizionalmente fatte portatrici stiano perdendo attrattiva: al contrario, gli elettori in Europa desiderano sempre piu’ essere protetti dallo stato sociale contro la precarieta’ del lavoro, l’ineguaglianza e la globalizzazione selvaggia. Il problema e’ che gli elettori semplicemente non si fidano piu’ di quei partiti: nel primo decennio di questo secolo troppi socialdemocratici hanno tollerato i peggiori eccessi del capitalismo finanziario ed hanno lasciato che a pagarne lo scotto fossero le classi meno abbienti. Inoltre gli elettori li accusano di avere poco a cuore le identita’ nazionali e di non aver affrontato i problemi che il fenomeno dell’immigrazione sta suscitando nelle comunita’ locali: la visione progressista ed internazionalista va bene; ma se i partiti di centro-sinistra non saranno in grado di rispondere contestualmente alle preoccupazioni degli elettori per i valori culturali e la pervasiva insicurezza economico-sociale, continueranno a scavarsi la fossa. In qualche modo, la loro crisi e’ anche la crisi piu’ generale della democrazia rappresentativa in Europa. Ma questo non e’ di alcun conforto: se si vuole che i futuri storici non scriveranno che la socialdemocrazia avra’ esaurito la propria missione all’inizio del 21esimo secolo, ora e’ tempo per il centro-sinistra di dare risposte a questioni evitate troppo a lungo.

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