i numeri

Aziende meccaniche, il settore vale 500 miliardi

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Dopo un primo semestre 2022 incerto, nella seconda parte dell’anno sono arrivati segnali negativi dalle aziende. I motivi sono da ricercarsi soprattutto nell’incremento dei prezzi dell’energia e nelle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime.

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In Italia il comparto occupa 1,6 milioni di lavoratori, 105mila le aziende

La meccanica è il cuore della manifattura italiana. Per capirlo è sufficiente citarne i numeri principali: 105mila aziende che impiegano 1,6 milioni di addetti (solo la Germania ha più lavoratori, 4,5 milioni) e che generano un fatturato complessivo di 500 miliardi di euro. Un settore industriale chiave, che gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista produttivo, occupazionale e strategico, dato che frutta oltre 220 miliardi come export e produce ricchezza (misurata con il valore aggiunto) per circa 110 miliardi di euro. Sulla produzione di macchinari, autoveicoli, moto, navi e treni si è basato gran parte del rilancio industriale dell’Italia nel ‘900 (basti pensare all’Ansaldo, a Finmeccanica o alla Fiat). E ancora oggi, anche se trasformate nei nomi e negli assetti societari, esistono numerose realtà che trainano l’economia nazionale. Vediamo quindi quali sono le principali aziende meccaniche in Italia per fatturato.

FCA Italy fattura 21,9 miliardi di euro

La prima tra le aziende meccaniche italiane per fatturato, oltre che automaticamente anche prima tra quelle del settore automotive, è FCA Italy (21,9 miliardi di euro nel 2021). Detiene alcuni degli storici marchi automobilistici italiani (Abarth, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional e Lancia) anche se, come noto, adesso fa parte della multinazionale olandese Stellantis, al pari di FCA US, Citroën, Opel e Peugeot. Nella classifica generale delle aziende con i fatturati più alti in Italia FCA Italy è al quarto posto, dietro solo a Enel (84,1 miliardi), Eni (76,6) e Gse – Gestore dei servizi energetici (54,4).

Leonardo (ex Finmeccanica) ha oltre 50 mila dipendenti

Erede di Finmeccanica, la holding di Stato fondata nel 1948 dall’IRI per l’industria meccanica e cantieristica, oggi Leonardo ha un fatturato di 14,1 miliardi di euro, un utile netto di 587 milioni e oltre 50 mila dipendenti. Produce veicoli militari e civili, elicotteri, sistemi per la difesa, l’aerospazio, la sicurezza e la protezione delle informazioni. Attraverso Telespazio (una società partecipata), Leonardo è anche tra i principali operatori della gestione di satelliti e servizi satellitari. Un primato rilevante di Leonardo è anche la leadership nel settore delle armi a livello europeo. Nella classifica dei 100 produttori mondiali di armi per ricavi, infatti, Leonardo si piazza al dodicesimo posto; al primo se si considera la sola Ue.

Il numero di dipendenti di Saipem è cresciuto dell’8,5% in un anno

Con 6,9 miliardi di euro, Saipem è la terza azienda meccanica italiana per fatturato. Il gruppo è specializzato nella costruzione di oleodottigasdotti e perforazioni petrolifere, sia onshore che offshore. Nasce come fornitore di servizi per Eni, il colosso statale del gas e del petrolio che ha svolto un ruolo di primo piano nel boom economico italiano del secondo dopoguerra. Dispone di nove cantieri di fabbricazione, opera in oltre 70 paesi e impiega 32 mila persone. Tra il 2020 e il 2021 il numero di dipendenti di Saipem è cresciuto dell’8,5%: circa 2.500 posti di lavoro in più, un risultato ben superiore a quello fatto registrare dalle altre aziende del settore.

Fincantieri ha costruito più di 7 mila navi

Leader mondiale per la progettazione e costruzione di navi da crociera e tra i principali complessi cantieristici internazionali, Fincantieri è un leader della meccanica italiana. Nel 2021 ha fatturato 6,8 miliardi di euro, impiega 10 mila dipendenti diretti solo in Italia (sono 20 mila quelli all’estero) e a oggi ha costruito oltre 7 mila navi. Nonostante la forte espansione a livello internazionale come rete produttiva (dispone di 18 stabilimenti in quattro continenti), Fincantieri continua a ospitare il proprio know-how e i centri direzionali in Italia (la sede principale è a Trieste) e il 71,6% delle sue azioni sono detenute da CdP Industria (Cassa depositi e prestiti). Oltre a costruire navi per i maggiori operatori crocieristici, Fincantieri è fornitore unico della Marina Militare Italiana e partner di spicco della US Navy e di altre Marine estere.

Iveco ha 24 stabilimenti produttivi in 11 paesi

Iveco è la quinta azienda meccanica italiana per fatturato: 12,6 miliardi di euro. Tutto nacque nel 1975, quando cinque aziende europee del settore (tre italiane, una francese e una tedesca), decisero di unire le forze per dare vita a Iveco. Oggi è leader internazionale per la fabbricazione, la vendita e l’assistenza di un’ampia gamma di veicoli industriali, leggeri, medi e pesanti. Distinguendosi anche per un approccio aperto alle più moderne tecnologie in fatto di alimentazioni, incluse le motorizzazioni ibride ed elettriche. Iveco impiega circa 25 mila dipendenti in tutti i continenti e dispone di 24 stabilimenti presenti in 11 paesi, sei centri per la ricerca e lo sviluppo e strutture commerciali attive in oltre 160 paesi.

Nel 2022 la produzione metalmeccanica ha subito un calo

Il 2022 del settore metalmeccanico è stato caratterizzato da luci e ombre. Dopo un primo semestre incerto, nella seconda parte dell’anno sono arrivati segnali negativi. I motivi, similmente a ciò che è accaduto in altri comparti industriali, sono da ricercarsi soprattutto nell’incremento dei prezzi dell’energia e nelle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, dovute principalmente al conflitto russo-ucraino. In media, nei primi nove mesi del 2022, la produzione metalmeccanica è diminuita dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2021. I maggiori cali hanno riguardato la fabbricazione di prodotti in metallo (-3,9%) e quella di macchine e apparecchi elettrici (-2,8%). Sono aumentate, invece, le produzioni di computer, radio, tv e strumenti medicali (7,2%) e di mezzi di trasporto diversi da autoveicoli e rimorchi (+3,5%).

I dati si riferiscono al 2021
Fonte: Federmeccanica e Mediobanca