Key4biz

Autovelox con l’AI, possono individuare anche chi usa lo smartphone alla guida

Autovelox con intelligenza artificiale: riconosce distrazioni (al telefono) e cinture slacciate

La sicurezza stradale entra in una nuova fase tecnologica. Sodi Scientifica, azienda produttrice di sistemi di rilevazione del traffico, ha lanciato il nuovo Autovelox SafeDrive, dispositivo che integra in un autovelox tradizionale algoritmi di intelligenza artificiale (AI) per individuare due delle infrazioni più diffuse e pericolose a livello globale: l’uso del cellulare alla guida e il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza.

Sappiamo bene quanto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti abbia insistito, anche giustamente attraverso la riforma del Codice della Strada, sulla pericolosità dell’uso dello smartphone alla guida, causa di tanti incidenti, molto dei quali purtroppo mortali. L’AI promette di diventare un alleato decisivo per ridurre questa causa di decesso (che riguardano non solo di chi è passeggero di un’automobile, ma anche ciclisti e pedoni).

Come funziona SafeDrive

Il cuore del sistema è un’architettura che combina videocamere ad alta risoluzione, illuminatori a LED a infrarossi e un software di analisi proprietario sviluppato da Sodi Scientifica.

Rilevamento delle infrazioni: la tecnologia distingue fra due comportamenti: “Calling”, l’uso del telefono senza vivavoce durante una chiamata; e “Texting”, l’interazione manuale con app di messaggistica, e-mail o social network.
Gli algoritmi di computer vision analizzano invece i movimenti del conducente, riconoscendo la posizione della mano e la presenza del dispositivo nell’abitacolo.
E attenzione perché, come sappiamo bene, non si può parlare al telefono o mandare/ricevere messaggi neanche se si è fermi al semaforo, on in fila nel traffico.

Cinture di sicurezza: l’AI individua l’assenza della cintura grazie al riconoscimento delle zone anatomiche del busto e della spalla.

Prove fotografiche e OCR: il sistema produce immagini ad alta definizione corredate di metadati (ora, luogo, corsia, velocità). Un modulo di riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) legge automaticamente la targa del veicolo per velocizzare la verbalizzazione.

Operatività h24: grazie agli illuminatori a LED, il sistema funziona con efficacia in qualsiasi condizione: giorno, notte, pioggia o nebbia. È inoltre progettato per rilevare infrazioni su singole corsie fino a 70 km/h di velocità.

I vantaggi: precisione e deterrenza immediata

Una volta impiegata, la soluzione consente alcune novità sostanziali rispetto agli autovelox tradizionali.

Contestazione immediata: gli agenti possono fermare il veicolo subito dopo l’infrazione, mostrando prove fotografiche inconfutabili.

Efficienza di controllo: un singolo dispositivo può monitorare simultaneamente cinture e distrazioni, riducendo la necessità di pattuglie multiple.

Facilità di installazione: può essere montato su portali esistenti, sottopassaggi o pali stradali, riducendo i costi per le amministrazioni comunali.

I rischi: privacy e “allucinazioni” algoritmiche

Se i benefici sul fronte della sicurezza sono evidenti, restano nodi delicati legati alla protezione dei dati personali e alla qualità delle rilevazioni.

Sebbene la casa madre garantisca la conformità alle normative europee (GDPR), la raccolta di immagini degli automobilisti solleva interrogativi sul trattamento e sull’archiviazione di tali dati sensibili.
Insomma, questa tecnologia assicura di non volerci spiare, ma di fatto entra nelle nostre automobili, che sono una specie di estensione dell’ambiente domestico per certi versi.

Come tutti i sistemi basati su machine learning, anche SafeDrive potrebbe inoltre incorrere in errori di riconoscimento. Un gesto come aggiustarsi gli occhiali o toccarsi l’orecchio potrebbe essere interpretato come “Calling”, con il rischio di multe ingiustificate?

In presenza di vetri oscurati, riflessi o condizioni climatiche estreme, la precisione del sistema potrebbe ridursi? C’è da chiederselo e sicuramente è un dubbio che preannuncia possibili scenari di contestazioni legali.

Sicurezza stradale vs libertà individuali

Con l’entrata in vigore del Codice della Strada, visto e rivisto dal vicepremier Matteo Salvini, che è anche responsabile del ministero dei Trasporti e che notoriamente non è un fan degli autovelox, si inaspriscono le sanzioni per l’uso del cellulare al volante e per la guida senza cinture, e sistemi come questo potrebbero diventare strumenti molto utili nel contrasto alle principali cause di incidenti.

Secondo quanto riportato da La Stampa, una soluzione del genere potrebbe trovare anche rapido impiego per le strade italiane, anche perché per le pubbliche amministrazioni non si tratterebbe di un costo proibitivo (meno di un Autovelox normale, circa 20 mila euro) e, stando all’articolo, “si potrebbe ripagare con i proventi delle multe”.

A parte questo suggerimento, che non troverà certo approvazione tra gli automobilisti, resta comunque una domanda cruciale: fino a che punto siamo disposti ad accettare un controllo tecnologico sempre più pervasivo pur di aumentare la sicurezza sulle nostre strade?

Exit mobile version