Low carbon economy

Autosufficienza energetica, Comuni delle nostre isole laboratori smart city

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‘Le isole minori possono diventare un vero e proprio modello di sviluppo per arrivare all’autosufficienza energetica e al superamento dell’uso dei combustibili fossili’

Le cosiddette isole minori del nostro Paese stanno progressivamente divenendo laboratori della sostenibilità e dell’innovazione, grazie ai progetti del Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) e la disponibilità del Ministero dell’Ambiente, che ha ospitato proprio nei giorni scorsi i lavori dell’associazione.

Dalle isole Egadi alle Eolie, dalle isole di Napoli all’arcipelago dell’isola d’Elba, sono tanti i Comuni che popolano questi paradisi naturali da sempre meta turistica ambitissima dagli amanti del mare e della buona tavola. Piccoli mondi che d’inverno vedono ridursi drasticamente la popolazione, ma che poi letteralmente esplodono durante i mesi estivi con problemi di approvvigionamento di risorse idriche de energetiche, di smaltimento dei rifiuti, di mobilità, di inquinamento e di qualità della vita.

Prendendo i dati dell’Ancim, Associazione Nazionale Comuni Isole Minori, si tratta di 36 comuni nei quali sono residenti oltre 200.000 persone, ma che da maggio a settembre possono registrare un flusso di milioni di turisti.

Ecco perché il Coordinamento FREE ha voluto porre l’attenzione sui temi strategici della sostenibilità ambientale delle attività umane, dell’efficienza energetica (in termini di consumi e capacità di assorbire la domanda di energia e di acqua), del ricorso crescente alle fonti energetiche rinnovabili e dei progetti smart city.

Il modello che si vuole replicare è quello 100% green, cioè in grado di generare tutta l’energia elettrica da fonti rinnovabili, come il caso di El Hierro, un’isola delle Canarie che utilizza un parco eolico con 5 impianti collegato ad un sistema di pompaggio con un bacino posto in cima ad una montagna, o dell’isola danese di Samso, che basa la propria autosufficienza su un parco eolico di 34 MW.

Tra le proposte avanzate nel corso del dibattito, la possibilità di attivare misure di riduzione degli sprechi, come l’uso di distributori pubblici di acqua potabile, ma anche di bevande alla spina e detersivi, o la vendita sfusa di prodotti. Si è parlato anche di mobilità elettrica (emobility), bike e car sharing per ridurre traffico e inquinamento, cosi come di autosufficienza energetica attraverso le fonti alternative.

Come evidenziato anche durante la COP21 di Parigi e ribadito a Roma dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti: “Le isole minori italiane devono poter essere anche veri laboratori di sostenibilità. Per questo motivo il ministero vuole essere catalizzatore di un confronto tra livelli istituzionali, per individuare quelle sperimentazioni che possono creare nuove opportunità nelle piccole isole e insieme rappresentare un modello esportabile a livello nazionale”.

Il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo si è spinta ancora più avanti in termini di low carbon economy: “Per caratteristiche geografiche, ambientali ed economiche, le isole minori possono diventare un vero e proprio modello di sviluppo per arrivare all’autosufficienza energetica e al superamento dell’uso dei combustibili fossili”.

Il ministero, si legge inoltre in una nota stampa, si è già impegnato in questo senso, finanziando negli anni attraverso il bando “Isole Minori” progetti su rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile. Anche sul fronte della cooperazione internazionale, l’Italia sta dando un contributo allo sviluppo energetico dei piccoli stati insulari, con un pacchetto di azioni in linea con quanto stabilito nella Conferenza di Parigi (COP21).